La polemica

Desio, una petizione e un flashmob contro il patrocinio e la sala pubblica per l’incontro su Giorgio Pisanò

Dopo Anpi e Pd, intervengono anche il Comitato Pietre d'Inciampo, Cgil, Cisl e Uil, Acli e Azione Cattolica per chiedere al sindaco Simone Gargiulo di ritirare il patrocinio e la concessione della sala Pertini per la presentazione del libro su Giorgio Pisanò, in programma il 13 dicembre. "Fu un fascista repubblichino, dedicargli un incontro è uno sfregio alla storia"

libro giorgio pisanò desio

A Desio aumentano le associazioni, gli enti, i cittadini che prendono posizione contro la concessione del patrocinio e della sala comunale Pertini per la presentazione di un libro su Giorgio Pisanò, volontario della X Mas, tenente delle Brigate Nere, fondatore del  Movimento Fascismo e Libertà,  in programma mercoledì prossimo 13 dicembre. L’evento è promosso dall’associazione Urania e interverrà l’autore Luca Buonanno.  E’ stata lanciata anche una petizione su change.org per chiedere al sindaco Simone Gargiulo di ritirare il patrocinio dell’amministrazione comunale e la  concessione della sala pubblica intitolata a Sandro Pertini. In due giorni, sono state raccolte più di mille firme.  Dopo Anpi e Pd, intervengono ufficialmente anche il comitato Pietre d’Inciampo, Cgil, Cisl e Uil, Acli e Azione Cattolica. Mercoledì alle 19 in piazza Conciliazione ci sarà anche un flashmob promosso da Anpi. Il sindaco Simone Gargiulo, finora, non si è espresso.

Il Comitato Pietre d’Inciampo

 “A Desio sono state posate le pietre d’inciampo per due donne ebree finite ad Auschwitz per la sola colpa di essere nate, di oppositori e soldati del regio Esercito che rifiutarono l’adesione a Salò  – sottolinea il  comitato Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza  in un messaggio inviato al sindaco Simone Gargiulo e pubblicato anche sui social–  Apprendiamo che il  13 dicembre patrocinate un evento di recensione di un testo biografico su Giorgio Pisanò. Questa persona asserisce che Mussolini si sarebbe prodigato, fra il 1938 e il 1945, in favore degli ebrei europei. Di fatto, secondo un’analisi dell’antisemitismo italiano curata dall’antropologo e storico delle religioni Alfonso Di Nola, questo libro di Pisanò ha carattere violentemente antiebraico. Il testo di Pisanò contiene varie falsificazioni storiche di stampo negazionista. Ci pare del tutto evidente che la memoria di questa figura sia incompatibile con il progetto delle Pietre d’Inciampo e quindi ci permettiamo di chiederle un atto di coerenza rispetto al progetto di cui la città di Desio è parte, senza discrimini partitici e politici salvo la sicura e unanime condanna di ogni forma di razzismo o discriminazione, cosa che Pisanò non fece, al contrario”.

I sindacati

“Riteniamo offensivo che un comune possa patrocinare una tale iniziativa celebrativa di un fascista repubblichino, volontario della X MAS e ufficiale delle Brigate Nere – scrivono Cgil, Cisl e Uil –  Inoltre l’utilizzo di una sala intitolata a Sandro Pertini è un insulto alla memoria e alla dignità dei tanti che patirono sulla propria pelle la negazione delle più elementari libertà e dei diritti fondamentali, a partire da quello alla libera espressione di opinioni. L’Italia è diventata una Repubblica democratica solo perché i nazisti e i loro complici fascisti, tra i quali militava Pisanò, sono stati sconfitti nella guerra di Liberazione dagli antifascisti con il sostegno delle truppe alleate. La libertà di opinione non è mai stata in discussione, ma neanche i suoi limiti quando si offenda la dignità di altri come nel caso del negazionismo dell’olocausto o nella rivendicazione del fascismo”. I segretari provinciali dei sindacati confederali scrivono direttamente al sindaco: “Per queste ragioni ci rivolgiamo a Lei affinché venga immediatamente ritirato il patrocinio del Comune di Desio e negato l’utilizzo di una sala pubblica per lo svolgimento della presentazione in questione”.

Acli e Azione Cattolica

Il Circolo Acli Achille Grandi di Desio e l’Azione Cattolica di Desio esprimono la più decisa contrarietà a tale operazione revisionista e apologetica – scrivono Acli e Azione Cattolica in un comunicato – e chiedono al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di ritirare il patrocinio e di revocare la concessione di una sala dedicata a un Presidente Partigiano che ha saputo unire culture differenti in nome dell’antifascismo sul quale la nostra Carta Costituzionale è fondata. Desio è la città dove l’antifascista cattolico Achille Grandi, fondatore delle Acli e della CGIL unitaria, il 28 settembre 1946 trovò la morte nella via che ancora oggi porta il suo nome. Volle le Acli fondate su tre fedeltà: ai lavoratori, alla democrazia e alla Chiesa. L’iniziativa del 13 dicembre prossimo è uno sfregio alla Storia e alla memoria della nostra città e non può essere condivisa dagli aclisti e dai soci dell’Azione Cattolica. Peraltro l’apologia del fascismo è ancora reato, perché la Legge Scelba non è ancora stata abrogata. O no?” 

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