Il Natale festa di tutti, anche della Brianza multietnica

24 dicembre 2023 | 12:31
Share0
Il Natale festa di tutti, anche della Brianza multietnica
Patricia Caumol, boliviana

Dai marocchini ai pakistani, dagli ucraini ai sudamericani: come vivono il Natale le persone di origine straniera che abitano in Brianza? Siamo andati a curiosare nelle case di alcune famiglie, anche musulmane, che ci hanno raccontato il loro modo di festeggiare.

Tradizioni, luci, suoni, sapori. Il Natale è una festa universale. Anche chi non è di religione cristiana, ama comunque trascorrere in modo speciale questo periodo. Come vivono il Natale i numerosi stranieri che vivono in Brianza? Siamo andati a “curiosare” nelle case di alcune famiglie di origine straniera, che ci hanno raccontato il loro Natale. Per alcuni, come gli ucraini, è un momento pieno di nostalgia perchè sono costretti a stare lontani dal loro Paese in guerra. Per altri, come i sudamericani,  il Natale riaccende ricordi d’infanzia, legati al proprio Paese d’origine. Per altri ancora, come i marocchini o i pakistani, è una festa “nuova”, che non fa parte del loro calendario religioso ma che celebrano ugualmente, ciascuno a proprio modo.

Aqeel (Pakistan): “A casa nostra il giorno di Natale faremo un pranzo con gli amici”

Aqeel è un giovane papà pakistano. Sposato, ha due figlie di 3 e un anno.  Frequenta il centro islamico di Desio ed è sempre molto attivo, presente ad ogni iniziativa in città. “Natale è una festa per tutti – ci racconta – Anche noi, pur essendo di un’altra religione, ci sentiamo coinvolti. Facciamo festa. Noi, per esempio, il giorno di Natale inviteremo degli amici a casa per pranzo”. Per Aqeel e sua moglie, giovane coppia pakistana con due bambine piccole, le tradizioni del Paese d’origine e del Paese in cui vivono si incontrano. Anche da un punto di vista “gastronomico”. “A pranzo il giorno di Natale prepareremo gli spaghetti insieme a qualche piatto tipico pakistano, qualcosa di speciale come facciamo alle nostre feste. A tavola non mancherà il panettone”.
In casa, Aqeel ha un piccolo alberello di Natale appoggiato su un mobile. “E’ un regalo di un collega – spiega – Noi non abbiamo l’usanza dell’albero di Natale, ma mi ha fatto piacere riceverlo. Così come gli auguri di Natale: ci sono persone che mi fanno gli auguri, poi si rendono conto che sono musulmano e quindi si scusano. Perchè scusarsi? Mi piace ricevere gli auguri, oltre che ovviamente farli agli altri”.
La figlia più grande ha iniziato  a frequentare la scuola materna. “Mia figlia l’altro giorno ha portato a casa un alberello di Natale di carta fatto da lei. A scuola le hanno parlato del Natale ed è molto contenta. Va bene così.  Chissà, loro da grandi lo festeggeranno in modo diverso rispetto a noi che siamo nati in un altro Paese. Loro sono nate in Italia e probabilmente vivranno questa festa in un altro modo”. 

aqell pakistano Aqell Ahmad, dal Pakistan

Hasna (Marocco): “Ai miei figli piacciono le luci e gli alberi di Natale allestiti nelle città”

Hasna e Abdel sono una coppia marocchina residente a Desio da molto tempo. Hanno tre figli: Miram, 13 anni, Nada, 8 anni, e Omar, 3 anni. Hanno la cittadinanza italiana e sono ben inseriti nel tessuto sociale. Frequentano il centro islamico di Lissone, dove Hasna insegna, come volontaria, la lingua araba ai bambini, tutte le domeniche.  La loro casa è molto accogliente. Per gli ospiti, è sempre pronta una tazza di the.“Viviamo il Natale come un momento di riposo. Ci sono le vacanze, i bambini sono a casa da scuola e ne approfittiamo per passare del tempo insieme” racconta Hasna.
Ai nostri figli piacciono molto le decorazioni e  luci di Natale per le strade. Amano gli alberi di Natale allestiti nelle città: vogliono sempre farsi fotografare davanti agli alberi”. Durante le vacanze, la famiglia ne approfitta per visitare le città. “Ci piace andare a Milano, in piazza Duomo. Lo faremo anche quest’anno”.
Anche sulla tavola della famiglia marocchina non mancano i dolci tipici natalizi. “A mio marito, al lavoro, regalano sempre il panettone. Ai bambini, a dire la verità, piace di più il pandoro”.
Tra musulmani a Natale non c’è l’abitudine di   scambiarsi regali. Ma la famiglia marocchina riceve ugualmente qualche dono. “Gli amici italiani portano i regali ai bambini, è un bel gesto che apprezziamo molto”.

Khashifa (Pakistan): “Le mie figlie a scuola imparano le canzoni di Natale e sono felici”

“Le mie bambine tornano a casa da scuola cantando le canzoncine di Natale. Sono molto felici”. Khashifa è una mamma pakistana, ha 4 figlie: Youssra 8 anni, Zainab 6 anni, Mira 3 anni e Aisha un anno e mezzo. Mentre parla del Natale, sembrano lontane anni luce le polemiche che scoppiano ogni anno sulle canzoni di Natale a scuola a cui vengono cambiate le parole per non ‘offendere’ persone di altre religioni. “Io sono contenta che le mie bambine imparino queste canzoni: le vedo felici. Poi, a casa, parliamo e spieghiamo che noi siamo di una religione diversa, per cui alcune tradizioni come fare l’albero di Natale in casa non le seguiamo. Rispettiamo la festa, ma non seguiamo le tradizioni”.
La giovane mamma pakistana parla del Natale con entusiasmo. “E’ un momento di festa in cui le persone sono più felici e serene”.  E poi ci sono le vacanze. “Natale è anche un momento di pausa, un’occasione per riposarsi e dedicarsi ad attività diverse rispetto al lavoro o alla scuola”.
Kashifa e il marito amano portare a spasso le figlie. “Alle bambine piacciono le luci, le decorazioni, gli alberi di Natale e i presepi allestiti nelle città”. “Mia figlia più grande – ci spiega – l’altro giorno ha fatto una bellissima riflessione su questa festa. C’è un aspetto che ci accomuna tutti, cristiani, musulmani o di qualsiasi altra religione: è il messaggio di pace, amore, condivisione” 

khashif pakistanKhashifa, dal Pakistan

Marta (Ucraina): “Noi festeggiamo San Nicola il 19 dicembre e poi il Natale ortodosso”

Per chi è scappato dalla guerra, il Natale può essere un momento triste. Gli ucraini lo vivono così: lontani dai propri cari, lontani da casa. Con una forte preoccupazione per il futuro. Ma cercano comunque di mantenere le proprie tradizioni, per sentire quel calore e quell’amore che contraddistinguono i giorni di festa.
Marta, ucraina,  ci spiega le diverse ricorrenze del calendario ortodosso. “Noi solitamente facciamo festa il 6 dicembre, ovvero il giorno di San Nicola. Ma da quest’anno la festa è stata spostata al 19 dicembre”. Che cosa si fa il giorno di San Nicola? “I bambini ricevono i regali: li trovano sotto il cuscino. Se sono stati buoni, avranno dei bei regali. Altrimenti, ricevono un pezzo di rame” spiega, sorridendo.
Il Natale ortodosso si festeggia il  7 gennaio. Le tradizioni sono tante, legate soprattutto al cibo. “Si apparecchia la tavola la sera prima e poi si lascia tutto imbandito perchè, si dice, gli spiriti vengono a mangiare”. E che cosa si cucina? “La tradizione prevede 12 tipi di piatti, dalla borsh, ovvero una zuppa, al pesce, le patate, le verdure. C’è un piatto tipico a base di grano saraceno, semi di papavero, frutta secca”  .  La preparazione richiede parecchio tempo. “Io non l’ho mai fatto, nemmeno quando ero in Ucraina”. E adesso? “In qualche modo festeggeremo anche qui” afferma, col pensiero al suo Paese, alla sua famiglia e con una grande preoccupazione per il futuro.

Patricia (Bolivia): “Mi manca il Natale da piccola, con la cioccolata e i doni  di Gesù Bambino”


“Rimpiango le feste di Natale che non si fanno più”. Patricia parla con nostalgia del Natale che viveva da piccola, in Bolivia. Ora abita a Desio, è sposata e ha tre figli, di cui una già sposata. “La sera della vigilia andremo tutti da mia figlia”. Il suo pensiero però va al Natale di tanti anni fa, nel paese sudamericano. “La sera della vigilia, mia mamma e le mie zie davano a me e ai miei fratelli e cugini la cioccolata calda e poi ci mandavano a letto presto, perchè dicevano che sarebbe arrivato Gesù bambino. Ricordo che io faticavo ad addormentarmi. Non avevamo tanti regali, ma eravamo molto felici”. E oggi? “Mi manca la famiglia”. Come si festeggia il Natale in Bolivia? “Anche noi cuciniamo piatti simili ai vostri, come i tortellini e l’arrosto. Ma anche piatti freddi con l’insalata di pollo con le patate e le verdure con la maionese. C’è un piatto tipico che si chiama Salpicon, è il piatto delle feste. In Bolivia  è arrivato anche il panettone. Con la differenza, però, che lì si mangia mentre fuori c’è una temperatura di 40 gradi