Il caso

Monza, migranti in via Monte Oliveto: la Consulta Triante scrive al Prefetto

I cittadini chiedono chiarimenti definitivi sulla vicenda che ha acceso il dibattito in città. I dubbi sono legati alle scarse dimensioni dell'edificio che dovrebbe ospitare i richiedenti asilo, ma anche al tipo di accoglienza.

Consulta Triante migranti

Monza. Assomiglia ad un tentativo estremo di avere chiarezza più che ad un modo per cercare di far valere la propria contrarietà. La Consulta Triante sulla spinosa questione della possibilità di ospitare in via Monte Oliveto 7 a Monza fino a cento migranti ha, infatti, espresso nella riunione di ieri sera, 12 dicembre, tutti i suoi dubbi e perplessità.

Ma anche una sorta di rassegnazione per un progetto i cui giochi, per così dire, sembrano già stati decisi dall’alto. Per l’esattezza da un bando della Prefettura.

Ecco perché, dopo che nel Consiglio comunale di Monza dell’11 dicembre è stata approvata all’unanimità una mozione contro l’apertura di un Centro di accoglienza per richiedenti asilo in via Monte Oliveto le cui ricadute concrete rischiano di essere poco più che velleitarie, la Consulta ha deciso comunque di scrivere direttamente al Prefetto, Patrizia Palmisani.

Consulta Triante migranti

LA LETTERA

“Stiamo preparando un testo sintetico che, dopo averlo condiviso con i nostri iscritti, manderemo a stretto giro all’autorità che, in quanto rappresentante del Governo sul territorio, ha potere decisionale sulla questione di via Monte Oliveto” spiega Pantaleo Bruno Troia, Coordinatore della Consulta Triante.

“Vogliamo che, al di là di quanto emerso in questi giorni dal dibattito politico e da annunciate petizioni, ci venga detto una volta per tutte come stanno le cose – continua – dal nostro punto di vista è necessario tenere conto, nell’ottica dell’accoglienza diffusa, degli spazi in cui ospitare i cento migranti e del contesto urbano in cui è collocata via Monte Oliveto”.

Proprio sulle caratteristiche dell’edificio che dovrebbe essere trasformato in un Centro di accoglienza per richiedenti asilo, situato in un quartiere residenziale a ridosso del centro di Monza, si è discusso molto nel corso della riunione della Consulta Triante.

Consulta Triante migranti

IL DIBATTITO

Nella struttura di via Monte Oliveto, 7, infatti, gestita dalla cooperativa Intesa Sociale, l’unica che ha partecipato al bando indetto dalla Prefettura, i cento migranti, che in base ai decreti del Governo Meloni recentemente convertiti in legge potrebbero essere addirittura di più in caso di necessità ed urgenza, sarebbero ospitati in dodici camere da letto, in uno spazio complessivamente di poco più di 600 metri quadrati e con bagni multipli.

L’edificio, dove in passato c’era anche la sede della Cgil, non ha un giardino intorno ed è circondato da altre abitazioni. “Non ci sono le condizioni per ospitare decentemente tante persone in uno spazio così ristretto”  sostengono i presenti alla riunione della Consulta Triante.

“Per giunta – continuano – non si prevede alcuna azione di integrazione dei migranti, dal supporto psicologico all’apprendimento della lingua italiana. Si rischia di ripetere i fallimenti di via Asiago e di via XX Settembre a Monza”.

TUTTO DECISO?

Uno dei dubbi più cocenti dei residenti è che quando circa un mese fa è scoppiato pubblicamente il caso via Monte Oliveto, che ha anche portato lo scorso 27 novembre a fermare una seduta del Consiglio comunale di Monza, la trasformazione dell’edificio in un Centro di accoglienza fosse praticamente già irrevocabile.

monte oliveto

“A settembre 2023 mi risulta che sia stato stipulato un contratto di locazione per 140mila euro l’anno tra il proprietario della palazzina, che ha un valore di 2 milioni di euro, e la cooperativa che gestirà il servizio” afferma Demetrio Bezza, iscritto alla Consulta Triante e agente immobiliare di professione.

“Sempre a settembre di quest’anno, a quanto ho potuto apprendere, sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio, già dotato di ascensore, per renderlo adatto all’uso di comunità residenziale, con locali accessori quali sala da pranzo, aree ricreative e di studio, spogliatoi e alloggi per il personale” continua.

LA POSIZIONE DI LABMONZA

Il timore di molti residenti di Triante e delle vie nelle vicinanze di via Monte Oliveto è che non ci siano più spazi di manovra per via Monte Oliveto. Anche in considerazione di una legislazione nazionale che attribuisce un rimborso giornaliero per ogni migrante più alto in proporzione al numero complessivo.

monza comune restauro facciata

Intanto continuano i distinguo tra partiti di maggioranza e opposizione in Consiglio comunale. “Le leggi vigenti scaricano i migranti nelle città come fossero pacchi e non forniscono agli Enti Locali nemmeno gli strumenti minimi per la corretta gestione dei flussi migratori sul territorio italiano” afferma Francesco Racioppi di LabMonza.

“Ci auguriamo – continua – che il centro di accoglienza di via Monte Oliveto possa non vedere mai la luce a queste condizioni e che venga sostituito da progetti di accoglienza diffusa”.

“Sono molto sorpreso di vedere un centrodestra che si schiera compattamente contro le direttive dei suoi partiti nazionali, che hanno imposto la ghettizzazione degli arrivi ai Comuni come mai prima d’ora” aggiunge Lorenzo Spedo, sempre di LabMonza.

destra monte oliveto

LA VOCE DELLA LEGA

Anche la sezione di Monza della Lega interviene dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Comunale
della mozione contro l’apertura di un centro di accoglienza in via Monte Oliveto.

“Non deve essere archiviato come un risultato positivo acquisito, ma deve essere invece un punto di partenza – si legge in una nota – adesso la palla è nelle mani del sindaco Pilotto, incredibilmente assente durante la discussione della Mozione”.

“Spetta a lui presentarsi dal Prefetto con il documento dal fortissimo significato politico, in virtù dalla condivisione unanime, ed ottenere quella conferma che la città attende – conclude la sezione di Monza della Lega – promettiamo ai cittadini di monitorare costantemente la situazione, anche con il supporto dei nostri rappresentanti in Parlamento”.

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