A Meda Pedemontana annuncia i cantieri per inizio 2024

E’ il termine che Apl ha comunicato per le tratte B2 e C, descrivendo poi l’infrastruttura come tecnologica e sostenibile. Ma sulla carta il “Long stop day” per i finanziamenti era fissato per il 15 dicembre.
Pedemontana: per le tratte B2 e C, “l’apertura dei cantieri è prevista per l’inizio del prossimo anno”. Lo scrive Autostrada Pedemontana Lombarda in un comunicato stampa di oggi, 15 dicembre, a poche ore dall’evento di presentazione dell’autostrada programmato a Meda, con ospiti come il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Una data che è anche quella di scadenza del cosiddetto “Long stop day”, a partire dalla quale sulla carta gli istituti finanziari avrebbero la facoltà di revoca delle linee di finanziamento. Da Apl e da Regione arrivano segnali che vogliono comunicare determinazione, come l’evento di oggi e le dichiarazioni soddisfatte da cui è stato accompagnato.
LE FIRME SULL’INFRASTRUTTURA PEDEMONTANA
La Lega di Salvini, d’altra parte, da tempo lega a doppio filo il suo nome a quest’opera sulla quale lascerà una grossa e pesante firma, più di altri partiti del centrodestra lombardo che siede in maggioranza. “Grazie all’apertura delle tratte B2 e C, prevista per la fine del 2026, gli utenti potranno beneficiare di una diminuzione dei tempi di spostamento e di una maggiore fluidità del traffico in una delle aree più urbanizzate d’Europa”, dice Pedemontana, supportata dalla giunta regionale che, per bocca del governatore Fontana, aggiunge “La ripartenza di Pedemontana è una buona notizia, alla quale Regione Lombardia ha contribuito in maniera decisiva: è un’opera strategica per la Lombardia e per l’intero sistema viabilistico nazionale. Consentirà di migliorare la mobilità, ridurre i tempi di percorrenza e fluidificare il traffico in un’area densamente urbanizzata che necessita di infrastrutture efficienti e funzionali”.
CONTROTESI SULL’EFFICIACIA VIABILISTICA DI PEDEMONTANA
Sulla questione il dibattito in realtà è aperto. Secondo uno studio sul traffico commissionato dalla Provincia di Monza al Pim, la variante della Tratta D il cui progetto è appena stato presentato, con il mancato collegamento a Dalmine, renderebbe l’opera inefficace dal punto di vista trasportistico. Ma, a prescindere dalle tesi contrastanti, resta un fattore di criticità sul quale sanno ragionando i Comuni come Arcore e Usmate, a ridosso del capolinea della Tratta C che, da programmi, dovrebbe terminare per il 2026. L’anno seguente è prevista la partenza della Tratta D che richiederebbe circa tre anni di lavoro. Tre anni durante i quali gli utenti della nuova arteria potranno percorrerla fino ad Arcore per poi trovarsi a intasare il piccolo territorio.
GLI STEP FUTURI DELL’AUTOSTRADA
Di questo aspetto non si è parlato a Meda dove la mattina era dedicata piuttosto alla presentazione di quella che Pedemontana racconta come l’anima “sostenibile e innovativa” dell’infrastruttura: “l’83% del tracciato è interrato ed è free-flow”, si legge nel comunicato.
Per le tratte B2 e C, la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori è stata affidata al consorzio di imprese guidato dal Gruppo Webuild e partecipato da Impresa Pizzarotti & C S.p.A., per un investimento di circa 1,26 miliardi di euro. “Le opere verranno svolte nei tempi proposti in fase di gara, all’incirca in 1000 giorni“, ha detto il presidente Apl Luigi Roth.
Dopo le feste, insomma, i cantieri potrebbero partire, mentre proseguono, ognuna per il proprio iter, le azioni dei diversi attori che contestano l’arrivo dell’autostrada: i Comuni del Vimercatese che hanno avanzato osservazioni (procedurali, economiche, ambientali e viabilistiche) articolate contro la D Breve portandole anche a Roma, alla Conferenza dei servizi; gli ambientalisti che, in un vasto gruppo di comitati, civiche e associazioni, hanno aperto un canale di comunicazione con la Banca Europea degli Investimenti per evidenziare le criticità del progetto; le forze politiche contrarie (centrosinistra e Movimento 5 Stelle soprattutto) che provano a fare pressioni sui livelli più alti.