
Chiunque voglia lavorare in qualità di libero professionista, da casa o da nomade digitale, è tenuto ad aprire la partita IVA. Perciò, non si tratta di una scelta guidata dal volere personale, bensì un obbligo legislativo e fiscale.
L’apertura di una partita IVA è un passo fondamentale per chi desidera lavorare in maniera autonoma e indipendente, sia sotto forma di unico dipendente sia collaborando con altri professionisti, così da fornire i propri servizi ai clienti.
La domanda ricorrente che si pongono le persone è: quanto costa aprire una partita IVA? La risposta non è univoca, poiché esistono diverse formulazioni di partite IVA pensate per i commercianti, i liberi professionisti, le aziende, eccetera. Tuttavia, i costi di apertura sono talvolta gratuiti e si richiede un contributo solo a cadenza regolare.
Invece, il numero di partita IVA, noto anche come numero di identificazione dell’imposta sul valore aggiunto, viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Serve per tracciare e riportare l’IVA applicata ai beni e ai servizi forniti dalle aziende e dai lavoratori autonomi.
Anche se può sembrare un ulteriore onere amministrativo, in realtà avere un numero di partita IVA offre diversi vantaggi ai liberi professionisti.
Quando è indispensabile aprire una partita IVA anche nel 2024
Innanzitutto, avere un numero di partita IVA consente ai freelance di operare legalmente la propria attività e di rispettare le normative fiscali del proprio Paese. In questo contesto ci sono molte incertezze.
Non a caso, si pensa che i freelance, e tutti i liberi professionisti in generale, siano tenuti a registrarsi per l’IVA se il loro fatturato annuo supera una certa soglia. Ma nella realtà, chiunque svolga un’attività regolare e superi la soglia minima di cinquemila euro, è tenuto ad aprire la partita IVA.
Ciò significa che se si collabora con un’azienda in maniera continuativa per alcuni mesi o più è necessario mettersi in regola con il fisco. Pertanto, aprendo un numero di partita IVA, i freelance dimostrano il loro impegno a operare all’interno del quadro giuridico e ad adempiere a specifici obblighi fiscali.
Inoltre, avere un numero di partita IVA offre ai freelance l’opportunità di recuperare l’IVA pagata sulle spese aziendali. Anche se questo discorso non coinvolge chi si iscrive al regime forfettario.
Tutti gli altri, quando acquistano dei beni o dei servizi per la loro attività, viene caricato dai fornitori l’importo complessivo compreso di IVA, la quale viene recuperata attraverso un processo chiamato detrazione dell’imposta a monte. Ciò può comportare un notevole risparmio sui costi e migliorare la redditività complessiva dell’attività.
Credibilità e affermazione della propria figura professionale
Un elemento spesso sottovalutato da chi desidera entrare nel mondo del lavoro in qualità di libero professionista è la credibilità e l’autorità in quanto figura professionale. Invece, chi ha aperto una partita IVA si dimostra in regola con il fisco e con la propria posizione lavorativa, tanto da aumentare la loro credibilità agli occhi dei clienti.
Le stesse aziende hanno una partita IVA, perciò conviene avere un professionista inquadrato a regime legislativo e fiscale per poter risparmiare sull’IVA. Va da sè che dimostrare di avere una partita IVA aiuta i freelance ad attirare più clienti e ad assicurarsi progetti più remunerativi.
Inoltre, se i freelance vogliono lavorare con clienti di altri Paesi, avere una partita IVA diventa ancora più importante. Solo così sono in regola con le normative europee e internazionali.