Raccolta fondi, il 16 dicembre una cena per “Insieme si può fare” e i Frati in Palestina

L’evento solidale, che si svolgerà a Monza presso la sede del Pime, ha anche l’obiettivo di coprire le spese dei pacchi alimentari distribuiti a Natale dalla Onlus alle famiglie terremotate di Aleppo.
Monza. In questi giorni l’atmosfera del Natale ci raggiunge da ogni parte e quasi senza soluzione di continuità. Del resto la festa probabilmente più attesa dell’anno è ormai davvero vicina. Per renderla più significativa ognuno di noi ha le proprie idee ed abitudini. Ma se siete ancora indecisi, o semplicemente avete voglia di fare qualcosa di speciale per chi ha più bisogno, una proposta interessante è rivolta a favore di “Insieme si può fare”e dei Frati francescani in Palestina.
Un gruppo di persone che non è legata da una forma associativa, ma solo dalla volontà comune di fare del bene, infatti, ha organizzato per il 16 dicembre una cena solidale per aiutare la Onlus monzese nata nel marzo del 2013 con una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria” e i Frati che, nel territorio colpito dalla sanguinosa guerra con Israele, sono al fianco della popolazione con attività pastorali e di carattere sociale.
L’evento di beneficenza del 16 dicembre, che inizierà alle ore 20.30 e prevede un menu a base di risotto al radicchio, polenta e luganega o gorgonzola e panettone, con una quota di partecipazione di 25 euro (qui i contatti per iscriversi), si svolgerà a Monza presso la sede del Pime (Pontificio istituto missione estere) in via Lecco.

IL BENE SENZA CONFINI
“La parte del ricavato della cena solidale che sarà destinato alla nostra Onlus servirà a coprire le spese dei pacchi alimentari che distribuiremo, per il Natale, ad Aleppo, in Siria, a 100 famiglie musulmane e cristiane di terremotati” spiega Lorenzo Locati, ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini di Monza e fondatore di “Insieme si può fare”.
“Oltre alla cena del 16 dicembre, chi vuole sostenere i numerosi progetti che portiamo avanti da anni al confine tra Siria e Turchia per dare un aiuto e una speranza ai profughi siriani martoriati da più di dieci anni di guerra civile, ha altri due modi principali per farlo – continua Locati – fare una donazioneo acquistare il sapone di Aleppo al costo di 6 euro al panetto, un prodotto naturale con il 25% di olio essenziale di alloro”.
I PROGETTI
In Siria l’opera di “Insieme si può fare”, in questo 2023 ormai quasi giunto al termine, sta continuando pur tra mille difficoltà. All’inflazione fuori controllo e all’embargo che ad Aleppo colpisce duramente le fasce più povere della popolazione, si sono aggiunte anche le conseguenze del devastante terremoto che a febbraio di quest’anno ha colpito l’Anatolia del Sud tra Turchia e Siria causando circa 60mila morti.

L’attività della Onlus monzese è orientata in primis verso l’istruzione e la formazione, concepiti come strumento per permettere a chi oggi non ha praticamente niente e, spesso, è ulteriormente svantaggiato da condizioni psico-fisiche estremamente difficili, di costruire le basi di un futuro migliore. Per questo, ad esempio, “Insieme si può fare” oggi supporta ben 5 scuole.
Dalla Plaster School a Reyhanli, in Turchia, a un chilometro dal confine siriano, dove i sono costi sostenuti da Everychildismychild Onlus, associazione formata da numerosi artisti e personaggi del mondo dello spettacolo, alla “Insieme si può fare school” nel campo di Bab al-Hawa, fino alla Rukban-Insieme si Puó fare School, in Siria ai confini giordani/iracheni.
“Non ci fermiamo alla scolarizzazione primaria di 800 tra bambini e bambine, ma ci concentriamo anche su quella di giovani donne analfabete o con una scolarizzazione bassissima – spiega Locati – organizziamo corsi professionalizzanti, molti dei quali destinati alle donne, come quelli di sartoria ad Aleppo, dove abbiamo una sede”.

LA NOVITA’
La Onlus monzese, quasi come un mago dal proprio cilindro, continua a tirar fuori delle idee che si trasformano in azioni concrete. Così se il progetto “Vado a scuola, sono una risorsa” alla Plaster School questa settimana ha consentito ai piccoli alunni di portare a casa del buon pollo e il Peace and Cooperation Camp, un piccolo campo sfollati, “Insieme si può fare” e l’associazione Mani di Pace continuano a distribuire mensilmente cibo, ha da poco preso forma un corso molto particolare.
“In accordo con un’associazione locale, un gruppo di ragazze e ragazzi autistici, figli di famiglie in grande difficoltà economica e culturale, hanno frequentato con successo un corso di sartoria a loro dedicato e ricevuto anche un piccolo contributo per il loro lavoro – annuncia Locati – nei pacchi alimentari che distribuiremo alle famiglie poco prima di Natale ci sarà anche del cibo che i ragazzi e le ragazze cucineranno con le materie prime che forniamo”.

A completare questo circolo virtuoso del bene c’è il progetto “Ti vesto io” che permette ad alcune allieve sarte, avviate alla professione proprio grazie ai corsi organizzati dalla Onlus monzese, di cucire biancheria intima, magliette e altri abiti per i bambini di Casa Speranza, una struttura, sostenuta dalla Onlus monzese, che ospita 45 bambine e bambini sorpresi a mendicare o a vivere per strada perché orfani.
“Si tratta di progetti che nutrono altri progetti” afferma Locati. E visto che a Natale di solito il nutrimento fisico non manca nelle nostre case, lasciare un po’ di spazio nello stomaco, ma soprattutto nel cuore, per dare qualcosa a chi non ha nemmeno il necessario per festeggiare, è sicuramente la scelta migliore.