Trascrizione bambini nati da coppie omosessuali: la mozione non passa in consiglio, j’accuse dei partiti

Bocciata la mozione presentata dal consigliere Piffer che chiedeva al sindaco di trascrivere i bimbi nati da coppie omosessuali. Forte il dibattito a sinistra: +Europa protesta in aula, l’assessora Fumagalli ribadisce il forte impegno della giunta Pilotto nei confronti della comunità LGBT+ e il PD rilancia: “noi comunità ampia, siamo pronti al dialogo, se rispettoso”.
Monza. Arriva al voto e non passa la mozione “Caro sindaco trascrivi“, che chiedeva al sindaco di Monza di trascrivere con entrambi i genitori gli atti di nascita di figlie e figli di coppie omogenitoriali. Presentata in consiglio comunale dal leader di Civicamente Paolo Piffer, il mancato via libera in sede di consiglio ha scatenato proteste (pacifiche) da parte di diversi cittadini che erano venuti in consiglio per vederne l’approvazione e la reazione di alcuni partiti delusi dalla sinistra monzese. Duro Piffer con il PD: “credo che ormai sia chiara a tutti la vera natura del Partito Democratico, almeno a Monza, un partito ultra conservatore non così diverso dai partiti che oggi governano il Paese”. La replica dei dem non si è fatta attendere.
Non passa in consiglio comunale la mozione “Caro sindaco trascrivi”: la delusione di Civicamente e +Europa
Fa discutere, litigare e riflettere la mozione “Caro sindaco trascrivi”, che è arrivata in consiglio comunale questa settimana. Bocciata dal consiglio comunale – con la minoranza che non ha partecipato al voto, tre astenuti in maggioranza e due favorevoli (i consiglieri di Lab Monza) – l’ intenzione del proponente – PaoloPiffer – era quella di colmare “un vuoto legislativo che priva molti bambini dello status di “figlio” e di conseguenza non riconosce loro molti diritti”. La mozione appoggiata a livello nazionale dai Radicali e da +Europa porta nei consigli comunali d’Italia il tema della trascrizione dei bambini nati da coppie omosessuali che con davanti ad un vuoto normativo rischiano di perdere dei diritti.

Giulio Guastini, coordinatore di Più Europa Monza, ha ricostruito che “non è scritto in nessun testo di nessuna legge, infatti, come debba comportarsi l’ufficiale di stato civile davanti a casi come questi. La legge in Italia vieta esplicitamente per le coppie dello stesso sesso l’accesso a tecniche di procreazione medicalmente assistita, ma non è previsto da nessuna parte un esplicito divieto di formare o trascrivere atti di nascita di figli nati a seguito di tecniche praticate all’estero, o anche potenzialmente praticate in violazione della normativa. Vi sono state circolari ministeriali come quella di Piantedosi, che però non hanno alcun valore giuridico, perché non spetta certamente al Ministero il compito di interpretare la legge”.
“Non ci si nasconda dietro scuse di incompatibilità o di non attuabilità, è bene che chi è contrario lo dica in maniera chiara – prosegue Guastini. – Se il problema per chi ha votato contro è che i Sindaci italiani debbano procedere con trascrizioni e registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali, abbiate il coraggio di dirlo. È bene che lo sappiano i cittadini appartenenti alla Comunità LGBTQ+, è bene che lo sappiano gli elettori”. Guastini ha infine rivendicato la protesta pacifica in consiglio comunale: “abbiamo mostrato in consiglio comunale dei cartelli che recitavano le scritte “Caro sindaco trascrivi”, “famiglie non criminali” e “o con le famiglie o con Piantedosi”. Un gesto simbolico che spero faccia riflettere coloro che si definiscono “progressisti” ma che poi nelle sedi istituzionali votano contro a mozioni del genere”.

La replica del PD
Sulla mancata approvazione della mozione parla anche il segretario del Partito Democratico di Monza Valerio Imperatori che a MBNews spiega: “All’inizio del mio mandato mi sono ripromesso che avrei avuto rispetto di ogni iscritto e delle sue posizioni. La nostra è una comunità plurale, complessa e che porta avanti tradizioni differenti. Capisco quindi chi davanti ad un mozione con temi così delicati si sia astenuto e chi ha votato contrario. Quello che posso dire io come segretario del PD Monza è che mi auspico che questo dibattito che si sta creando tra varie sensibilità politiche possa arrivare ai cittadini di Monza e che sia l’inizio di una discussione davvero seria, partecipata e costruttiva. Il rispetto però ci vuole sempre: per questo non ho apprezzato per niente il post social uscito sulla vicenda a firma Massimo Cappato. Per il confronto ci sono e ci siamo, ma il rispetto quella è la condizione”.

Chiarimenti anche dall’amministrazione
Sulla mozione è intervenuta anche l’assessora monzese Andreina Fumagalli che si occupa di partecipazione, politiche abitative, giovani e pari opportunità. “Ognuno è libero di scegliere di lottare come vuole. Si può lottare facendo azioni inutili, si può lottare facendo un lavoro continuo di condivisione e di sensibilizzazione. Come attivista LGBTQIA+ ho scelto la strada del lavoro continuo di condivisone delle lotte e di sensibilizzazione ai diritti delle minoranze – spiega a MBNews. – La mozione proposta da Piffer nella sostanza non aggiunge nulla ad una lotta importantissima per i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, è stato inutile presentarla in Consiglio per chiedere un impegno al Sindaco, impegno che poi viene regolarmente annullato dalle autorità superiori“.
Fumagalli ha ricordato inoltre l’impegno dell’attuale amministrazione a sostegno della comunità LGBT+ con tante azioni concrete: l’adesione alla rete READY, il patrocinio al Brianza Pride, il coinvolgimento sistematico nel tavolo pari opportunità della rete BOA-Brianza Oltre l’Arcobaleno, l’approvazione delle carriere ALIAS all’interno dell’ente comunale e ha sottolineato anche l’impegno del PD su questo fronte che “a novembre alla manifestazione nazionale ha dato voce e spazio alle famiglie arcobaleno per raccontare quali sono i diritti negati a queste famiglie e le richieste per eliminare la discriminazione”.
“Le mozioni di facciata non servono a cambiare la vita delle persone, soprattutto quando si parla di diritti; i diritti negati si conquistano con il confronto, con il dialogo, con lo studio, l’approfondimento e l’azione politica fino ad ottenere le leggi che eliminano la discriminazione”, la nota finale dell’assessora.
