Territorio

Will Ita cita la Brianza. Ed è un male

La nota community che si occupa di approfondimento sui temi d'attualità riprende il report di Ispra che assegna alla Provincia MB la maglia nera per consumo di suolo.

report ispra

Non servono troppe parole per mettere a fuoco il livello di consumo di suolo della provincia di Monza e Brianza: oggi, 12 dicembre, Will ita pubblica l'immagine di un report di Ispra del 2023 e il bollino nero della nostra provincia spicca sullo stivale meritandosi, si fa per dire, una citazione nell'infografico che potete vedere qui. Will ita, community di persone con diverse specializzazioni (molti autori e content creator), è uno dei media più seguiti del momento nell'analisi dei grandi temi dell'attualità e nella loro comunicazione. Per uno dei suoi ultimi approfondimenti, chiama in causa proprio il report di Ispra che nell'ultima assemblea di Anci, il mese scorso a Genova, è stato consegnato brevi manu a tutti i sindaci italiani presenti. Come dire, poi non lamentatevi che non ve l'avevamo detto... E in effetti proprio sul ruolo delle istituzioni si concentra l'articolo di Will che si associa a un'immagine eloquente, la piantina dell'Italia per fasce di colore che corrispondono alle percentuali di consumo di suolo. Due le macchie nere in un puzzle variegato: una in provincia di Napoli, una in Pianura Padana. La grafica scelta da Will sottolinea il dato: "In provincia di Monza e Brianza il 40,72 per cento del suolo è consumato".

L'ARTICOLO DI WILL CHE CHIAMA IN CAUSA LA BRIANZA

"Le principali competenze rispetto al consumo di suolo sono in capo alle Regioni e delle Provincie Autonome - si legge nel testo -  tuttavia è evidente la mancanza di una regia nazionale che prenda spunto dalle realtà più virtuose per adattarne i modelli nei territori dove c'è più necessità". E ancora: "Nonostante negli ultimi anni siano state presentate in Parlamento diverse proposte di legge per regolamentare e contenere il consumo del suolo, nessuna di queste è mai riuscita a finire l'iter parlamentare, diventando legge dello Stato".

GLI EFFETTI DEL CONSUMO DI SUOLO, ANCHE IN BRIANZA

Vine da sè la lunga serie di considerazioni sugli effetti del consumo di suolo non regolamentato sugli ecosistemi, sulla vita quotidiana delle persone, sulla salute e su eventi catastrofici come alluvioni e frane, fenomeni sensibilmente aggravati dall'impermeabilizzazione del suolo e dal disboscamento. In Brianza, maglia nera italiana, negli ultimi anni gli allagamenti di grande portata sono aumentati di frequenza con danni milionari sia nel pubblico che nel privato.

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I PRIMATI DELLA BRIANZA

A inchiodare Monza e dintorni a un insalubre primato, è certamente anche la sua storia fatta di grandi industrie, di tante piccole e medie imprese e di infrastrutture che, da un lato, hanno fatto la gloria (e il benessere economico) del territorio. Proprio oggi MBNews ha dedicato un contenuto a tutte le caratteristiche del territorio.

Anche la morfologia pianeggiante ha un ruolo nel passato di urbanizzazione della provincia. Non è un caso se la cresta alpina dell'Italia, nella cartina di Ispra, sfoggia il verde brillante che in legenda indica percentuali di consumo di suolo inferiori al 3 per cento. Costruire in montagna, insomma, non è una prassi agile nè particolarmente remunerativa.

Ma anche al netto delle caratteristiche del territorio, si comprende come le scelte politiche siano rilevanti guardando ancora il report di Ispra: nell'ultimo anno preso in esame (2022), nella nostra Provincia si è registrato un ulteriore incremento di consumo di suolo di 48 ettari. E' la sommatoria di scelte precise che autorizzano (talvolta anche nel rispetto di diritti acquisiti pregressi) il rosicchiamento di aree verdi e la deriva verso il nero ancora più nero. Che valore può avere quel fazzoletto verde semi-inaccessibile tra palazzi e capannoni? E' una domanda che molte amministrazioni comunali si sono spesso poste, magari allettate dall'idea di immolare quelle aree apparentemente inutili sull'altare di progetti di rilievo sociale e urbanistico. Con i relativi oneri di urbanizzazione da incamerare. Ma proprio quei frammenti di verde, tanto per fare un esempio, sono spesso l'unica via rimasta alle specie animali autoctone per spostarsi sul territorio. Senza contare il potenziale delle piante nel contrasto dell'inquinamento.  La forma mentale, insomma, è un terreno sul quale in Brianza bisogna lavorare ancora molto e, soprattutto, in fretta. Perché di bocconcini da rosicchiare ne restano davvero pochi.

Colori nel verde

 

 

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