GIORNATA DELLA MEMORIA |
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Desio, posata la pietra d’inciampo in memoria di Mario Michelini

27 gennaio 2024 | 20:27
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Desio, posata la pietra d’inciampo in memoria di Mario Michelini

La città ha reso omaggio al concittadino Mario Michelini, partigiano e antifascista, deportato a Mauthausen. I nipoti lo hanno ricordato con parole forti: “Questo Paese oggi ha perso i valori per cui nostro nonno ha dato la vita”. Polemica tra sindaco e Anpi.

Nella Giornata della Memoria, a Desio è stata depositata una pietra d’inciampo in ricordo del desiano Mario Michelini, partigiano antifscista deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. La pietra, con la targa in sua memoria, è stata posata in via Garibaldi 13, a pochi passi da piazza Conciliazione, davanti alla sua abitazione.  Presenti alla cerimonia i nipoti di Michelini, il sindaco Simone Gargiulo, il presidente del comitato pietre d’inciampo di Monza e Brianza Fabio Lopez Nunes, i rappresentanti della sezione desiana dell’Anpi, il prevosto monsignor Mauro Barlassina e numerosi cittadini, in corteo dalla sede del municipio al luogo della deposizione della pietra d’inciampo. Non è mancata la polemica: i rappresentanti dell’Anpi hanno lasciato a terra il loro striscione e abbassato le bandiere durante l’intervento del sindaco Simone Gargiulo, per protestare, hanno spiegato,  “contro la decisione dell’amministrazione di non dare la parola al presidente desiano dell’Anpi”. 

pietra d'inciampo a desio mb

“Ha scelto di difendere i valori di libertà e giustizia”

“Siamo qui per ricordare il nostro concittadino e fare memoria, soprattutto per i più giovani. In occasione del giorno della Memoria, sono state organizzate molte iniziative nelle scuole e questo è molto importante” ha detto il sindaco Simone Gargiulo.
“Mario Michelini ebbe il coraggio della giusta via  nel momento più tragico della storia del nostro Paese- ha sottolineato il presidente del comitato pietre d’inciampo Lopez – Ha scelto di difendere i valori di libertà e giustizia, quei valori che ci permettono di essere oggi qui, in un’Italia democratica e un’Europa unita senza confini. Oggi dobbiamo dire grazie a chi come Michelini ha donato la sua vita in nome della giustizia e della libertà”. 

pietra d'inciampo desio

Chi era Mario Michelini

Mario Michelini  fu un partigiano della prima ora e si diede da fare per procurare armi e denaro per le bande della Valsassina. Fu arrestato a Desio il 9 febbraio 1944 mentre organizzava un trasporto di armi verso le montagne. Fu portato nel carcere di Desio, poi a Monza e a San Vittore. Inviato a Fossoli, fu deportato a Mauthausen, dove giunse l’11 marzo 1944.

pietra d'inciampo desio mb

Il ricordo dei nipoti

Parole forti quelle dei nipoti, che hanno ricordato il nonno e poi hanno commentato: “Io – ha detto il nipote Mario – ho l’onore di portare il suo nome: mi sento a disagio a ricordare la sua memoria in questo momento storico. Mi guardo intorno e vedo un’Italia  ben lontana da quella che ha voluto mio nonno. Viviamo in un Paese che ha perso  tutti quei valori per cui ha combattuto e ha dato la vita”. “Spero che questo momento sia da monito ai governi del mondo perchè le guerre rappresentano solo distruzione, morte e sofferenza”. 

pietra d'inciampo desio mb

L’intervento di Anpi, fuori dalla cerimonia ufficiale

Alla fine della cerimonia ufficiale, mentre il sindaco se n’è andato via, ha preso la parola il presidente dell’Anpi di Desio Oriano Tagliabue. “Ricordiamo Mario Michelini a cui tra l’altro sono dedicati il circolo e la struttura che ospita la sede di Anpi di Desio. Morì per sfinimento  a Ebensee, dove fu trasferito, il 28 aprile 1945, 8 giorni  prima della liberazione del campo da parte degli americani. Era prima di tutto un antifascista che non ha mai nascosto le proprie antipatie per il regime repubblichino. Era un partigiano fin dalla prima ora. In campo di concentramento aveva la divisa contrassegnata dal triangolo rosso, quella che indicava i prigionieri politici e oppositori ai nazifascisti. Michelini fa parte degli oltre 10 mila deportati politici italiani morti nei campo di sterminio Per questo, siamo onorati di rendergli omaggio. Perchè bisogna distinguere i morti dalla parte giusta, cioè coloro che hanno sacrificato la vita per liberare l’Italia dai nazi fascisti, per la libertà e la democrazia. E solo a questi vanno resi i giusti onori e riconoscimenti pubblici  e delle istituzioni”