“Non esiteremo ad andare per vie legali contro Pedemontana”.

Lo ha detto il sindaco di Agrate (e consigliere provinciale) Simone Sironi all’evento promosso dal Partito Democratico a Vimercate, giovedì sera. Sotto accusa la Tratta D.
“Non esiteremo se necessario a ricorrere alle vie legali sulla Tratta D di Pedemontana”, così ha parlato il sindaco di Agrate Simone Sironi la sera del 18 gennaio, presso la PopHaus di piazza Marconi a Vimercate, durane l’incontro di aggiornamento promosso dal PD. Le criticità rispetto all’iter giuridico, illustrate in un articolato documento presentato ufficialmente dai sindaci del Vimercatese, saranno probabilmente il nuovo centro della battaglia dei contestatori della D Breve. Centro della questione: quella presentata come una variante della Tratta D originaria costituisce di fatto un progetto tutto nuovo. Che quindi richiederebbe un nuovo iter. L’obiettivo finale è fermare il tratto di infrastruttura che attraverserebbe il Vimercatese, arrestandosi alle soglie di Cavenago anziché proseguire, come originariamente previsto, fino a Dalmine. Un’interruzione che stravolgerebbe la stessa finalità dell’infrastruttura, ovvero il collegamento Est-Ovest su scala europea. Tutte ragioni che la forte opposizione dei sindaci coinvolti, quella del Partito Democratico, e quella più flebile della Provincia di Monza e Brianza, non sono riuscite a far penetrare nel muro granitico di Regione Lombardia. “Regione Lombardia dimostra di avere un atteggiamento prepotente, prevaricatore, che non tiene conto della funzione degli enti locali”, ha detto in merito Francesco Facciuto a Vimercate. Il grande atteso della serata, l’europarlamentare Brando Benifei, è rimasto bloccato a Bruxelles, ma ha inviato un messaggio che ha arricchito la discussione già approfondita con gli interventi del sindaco di Agrate Simone Sironi dei consiglieri provinciali di Brianza Rete Comune Facciuto, Vincenzo Di Paolo e Giorgio Monti e da Manuela Meloni (Ferma Ecomostro D breve). Al microfono anche il consigliere regionale Gigi Ponti che sul tema ha promosso diverse iniziative in sede regionale. In sala infine numerosi sindaci sia della Tratta D che delle altre tratte, oltre ai militanti del Pd.

Unanime la posizione: “la tratta D non s’ha da fare”. Per le criticità giuridiche suddette, per quelle ambientali (presenti alcune figure del Parco Pane, destinato allo sbancamento), per quelle trasportistiche (uno studio commissionato dalla Provincia evidenzia l’inefficacia della Tratta D Breve sul traffico) e, infine, per le criticità economiche. Meloni, del comitato di cittadini, ha riferito: “i costi dell’opera stimati nel 2019 con prezzi di Anas ammontavano a 416milioni di euro. Tra gli aggiornamenti dei costi dei materiali e i tassi di interesse, possiamo ipotizzare che l’aggiornamento complessivo finale sarà nell’ordine dei 600 milioni di euro”. Cifre che, come è ormai noto, la Corte dei Conti ha già considerato ingenti e gravanti sulle generazioni a venire.
