Una provincia e 7 comuni (anche Cornate d’Adda) contro l’ex Italcementi

Un ricorso al Tar per essere ascoltati. Preoccupa l’aumento da 30.000 a 110.000 tonnellate all’anno di combustibili solidi nel cementificio di Calusco D’Adda.
Sette Comuni e una Provincia contro il colosso ex Italcementi (oggi Heidelberg Materials Cementi Italia S.p.a.): chiedono di interrompere l’iter che consente all’industria di aumentare da 30.000 a 110.000 tonnellate all’anno l’utilizzo di combustibili solidi secondari nel cementificio di Calusco D’Adda. Nella feroce battaglia di queste istituzioni in nome della salute dei cittadini, una battaglia nata un decennio fa, è coinvolto anche un comune del Vimercatese, Cornate d’Adda, insieme a Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e alla Provincia di Lecco. L’ultimo capitolo della vicenda, nella quale la cordata ha cercato di ottenere approfondimenti ulteriori sugli inquinanti, è un ricorso al Tar Lombardia (sezione Brescia) inoltrato nei giorni scorsi, per l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo. Determinazioni, spiegano comuni e provincia di Lecco, “adottate al termine delle Conferenze di Servizi riguardanti la V.I.A e l’A.I.A., ritenute illegittime per violazione delle norme di riferimento…”.
CHIESTI STUDI EPIDEMIOLOGICI: LA RELAZIONE DI ILTALCEMENTI PRESENTEREBBE CARENZE
I particolare è stata accettata come adeguata l’H.I.A. prodotta da Italcementi S.p.A., ovvero la valutazione di impatto sulla salute pubblica con approccio epidemiologico. Commissionata da Italcementi S.p.A. all’ Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, la valutazione presenterebbe criticità e carenze secondo i sette comuni e la provincia lecchese assistiti da consulenti specialisti nella materia. Sarebbe stata da integrare con più specifici studi ma, prosegue il comunicato stampa dei sette comuni e della provincia lecchese, “non sono stati disposti gli approfondimenti istruttori indispensabili per valutare complessivamente gli inquinanti presenti nell’aria, come da noi richiesto”.
CEMENTIFICIO E INCENERITORI IN 20 CHILOMETRI
La richiesta di incremento di Italcementi si inserisce in un contesto, quello dell’Isola Bergamasca e del Meratese, che registra la presenza di 4 inceneritori di rifiuti nel raggio di 20 chilometri con capacità totale pari a circa 630.000 tonnellate annue. La condizione di elevato inquinamento ambientale dell’area, una delle più inquinate di tutta l’Europa, rende comprensibili le insistenti richieste della cordata di istituzioni che segnala, nel riassumere la lunga storia, la mancata risposta alle richieste di accesso agli atti avanzate lo scorso anno a Ats Brianza e Ats Bergamo.
IL RUOLO DELLE ATS, RIMASTE IN SILENZIO
Il ruolo dell’ente deputato alla salute dei cittadini sarebbe stato debole, in questa battaglia a tutela preventiva della salute pubblica. Cosi si evince dal comunicato dei sette comuni e della Provincia di Lecco: “dalla Provincia di Lecco, anche a nome degli altri Enti, è stato più volte richiesto, per iscritto, un incontro ad ATS Brianza; con altre modalità la stessa richiesta è stata fatta alla ATS Bergamo al fine di ulteriormente motivare, approfondire e chiarire ciò che da noi veniva richiesto. Non è mai stato possibile organizzare tale incontro. In data 6 novembre 2023, il Comune di Robbiate in qualità di Ente capofila del Protocollo di Intesa, ha presentato all’ATS Bergamo e ATS Brianza formale istanza di accesso agli atti”. Richiesta caduta nel vuoto.