Un ascensore in cristallo per l’Arengario: un progetto da mezzo milione di euro

Un’importante svolta si prospetta per il progetto dell’ascensore nell’Arengario di Monza, che potrebbe divenire presto una realtà accessibile a tutti.
Un’importante svolta si prospetta per il progetto dell’ascensore nell’Arengario di Monza, che potrebbe divenire presto una realtà accessibile a tutti. Dopo una fase di studio e progettazione, l’amministrazione comunale dovrà lavorare al bilancio e alla variazione necessaria per rendere possibile l’attuazione del progetto.
Il concept prevede l’installazione di un ascensore in cristallo posizionato davanti alle scalinate sotto i portici, in corrispondenza della biglietteria. Questa soluzione, secondo quanto indicato dalla Sovrintendenza, rispetta l’architettura dell’Arengario, garantendo al contempo l’accessibilità a tutti. Gli interventi sull’edificio, la cui edificazione risale alla fine del tredicesimo secolo, consisteranno in opere di adeguamento della fondazione e consolidamento strutturale; di demolizione di una porzione di solaio per l’innesto del vano ascensore e infine di fornitura di nuovi serramenti in vetro, vano ascensore e ascensore in vetro di collegamento tra il piano terra e il piano primo.
L’Assessore Marco Lamperti ha sottolineato a MBNews che il progetto “seguirà il modello del Broletto di Como, risalente al 1215, voluto da Bonardo da Codazzo. L’obiettivo è mantenere l’integrità architettonica dell’Arengario mentre si implementa una soluzione moderna per favorire l’accessibilità”. Nodo cruciale, infatti, proprio il superamento di quella barriera architettonica che nel 2020 portò il Comune in tribunale con l’associazione “LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità” che denunciò l’impossibilità per persone con disabilità motorie ad accedere al simbolo della città di Teodolinda, spesso adibito per mostre di livello e attività culturali. Per tale impedimento, il giudice nel 2022 aveva condannato il Comune di Monza a versare 3mila euro a titolo di risarcimento e al pagamento delle spese legali.
Per portare a termine questo ambizioso progetto ora si stima che sarà necessario un investimento di circa mezzo milione di euro. Tuttavia, il valore aggiunto per la comunità locale, la promozione del patrimonio storico e l’accessibilità universale giustificano pienamente l’impegno finanziario.
Il Comune mira a ottenere il via libera definitivo già la prossima primavera. Nel frattempo, l’amministrazione ha dichiarato che si avvarrà di uno studio di architetti di eccellenza per garantire la qualità e la riuscita dell’opera. In vista della esecuzione di questi interventi sono state svolte dal Comune indagini dettagliate per individuare le proprietà costruttive degli elementi che compongono l’Arengario, ed in particolare gli aspetti legati alle caratteristiche statiche e strutturali e di resistenza delle partizioni. Nello specifico, è stato effettuato il rilievo geometrico, materico e di degrado del palazzo; sono state determinate le caratteristiche fisiche delle strutture ed è stato eseguito un lavoro di sorveglianza archeologica. La consegna, verifica e approvazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica, primo passo per l’affidamento dell’opera e inizio dell’intervento, è prevista entro la fine di aprile 2024 e conterrà anche i risultati di queste rilevazioni. La fine dei lavori è invece prevista per l’estate del 2025.
Poiché il Palazzo dell’Arengario è un bene storico soggetto a vincolo, l‘avallo della soluzione progettuale e tutte le fasi di realizzazione dovranno essere seguite ed approvate dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano.
Se tutto procederà secondo i piani, il 2024 potrebbe essere l’anno in cui finalmente inizieranno i lavori per rendere l’Arengario di Monza un simbolo accessibile e fruibile per tutti i cittadini e i visitatori.
“Questo intervento – sottolinea l’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti – permetterà di restituire alla cittadinanza gli spazi di uno dei luoghi storici di Monza, già a lungo utilizzato per eventi e mostre, consentendo a tutti di accedervi, senza più criticità legate alla presenza di barriere architettoniche. La Città è di tutti e deve essere accessibile a tutti”.