Monza, manifesti anti-femminismo: “se esistesse il patriarcato, esisterebbero famiglie sane”

Una difesa del patriarcato e contemporaneamente un attacco a quella che viene definita “l’ideologia malata femminista”: a Monza il PD denuncia la presenza di volantini attaccati abusivamente e chiede che giunta e consiglio prendano posizione. I manifesti sono apparsi anche in altre città lombarde.
Monza. Sono lilla, abbastanza piccoli, eppure facili da vedere: si legge chiaramente che “se esistesse il patriarcato, esisterebbero famiglie sane in cui la donna sarebbe rispettata e protetta; in cui il padre sarebbe guida ed esempio; in cui verrebbero insegnati i valori fondamentali come il rispetto, l’onestà, la responsabilità”. Così recita la parte finale di uno dei manifesti firmati con il logo del gruppo Evita Peron apparsi in questi ultimi giorni per le vie di Monza. A denunciarli è il Partito Democratico cittadino che con una nota stampa spiega che i manifesti (abusivi) sono comparsi a Monza, ma anche in altre vicine città lombarde come Milano, Pavia e Bergamo.
Oltre alla centralissima piazza Trento e Trieste, un manifesto è stato appeso anche fuori dalla sede del PD Monza e Brianza in via Arosio. Durissimo l’attacco dei dem: “rivelano un pericoloso concentrato di slogan inneggianti la violenza, l’odio verso il genere femminile, le battaglie femministe, la minaccia alla convivenza civile. Giunta e consiglio ne prendano le distanze”.

Volantini che difendono il patriarcato: PD sul piede di guerra
Sono comparsi nelle ultime ore in bacheche e spazi comuni di diverse città lombarde. Volantini lilla, in cui viene presentata una visione di società. Una società che “impone da una parte i modelli di uomini senza forza e vigore – si legge – omuncoli deboli, incerti e dai tratti spesso effemminati” che è la stessa che “ha prodotto famiglie disgregate, dove la madre spesso fa anche da padre” . E ancora “è la società che sforna generazioni di capricciosi e viziati con la carta di credito di mamma e papà nelle mani. Di giovani senza midollo che non conoscono limiti, che tutto possono senza conoscere il rifiuto, senza saper ricevere un no”. Poi l’attacco al femminismo: la conclusione “Boicotta il femminism*” e la contrapposizione “ideologia malata del femminismo” contro “realtà dei fatti”.
A denunciarne la presenza dei manifesti è stato il Partito Democratico di Monza sostenendo che invitano alla violenza e all’intolleranza. “Manifesti che evocano il patriarcato come la soluzione a tutti i mali – commentano i dem. – Un inno all’uomo forte, sì proprio quell’uomo che si è reso protagonista dal gennaio 2023 a oggi di 109 femminicidi di cui 90 registrati in ambito familiare e affettivo. Un inno al totalitarismo e un programma politico contro la ragioni della libertà, della democrazia e delle istituzioni democratiche. Una pericolosa ideologia tipica della cultura neofascista che ben si sposa con la vergognosa adunata neo fascista di Acca Larentia a Roma di domenica 7 gennaio con tanto di saluti romani, vera e propria apologia di fascismo”.
Il Partito Democratico di Monza ha infine invitato la Giunta a coprire i manifesti, a individuare con l’ausilio delle forze dell’ordine locali gli autori e a sanzionarli come previsto dalle norme vigenti. Ha chiesto inoltre a tutto il Consiglio Comunale di esprimere “una pubblica condanna dei pericolosi contenuti espressi in quei manifesti”.

Come ricostruisce Repubblica, la firma in calce ai manifesti è quella dell’associazione di estrema destra Evita Perón in Rete, nata nel 2006 a Faenza come costola femminile di Forza Nuova e poi confluita nel 2021 nel movimento Rete dei Patrioti: negli ultimi anni hanno organizzato colonie estive per bambini con l’obiettivo dichiarato di “insegnare i valori tradizionali” e manifestazioni per dire basta “agli stupri e all’immigrazione”, grazie al contributo di attiviste come Selene Ticchi, nota per essere andata nel 2018 a Predappio indossando una maglietta con la scritta “Auschwitzland”.