Urbanistica

Monza, nuovo edificio in via Gallarana: Comitati e Comune ai ferri corti

Oggetto di discussione è l'approvazione di un Piano Attuativo che prevede un'altra costruzione su un'area verde del quartiere Libertà. Al centro, tra tecnicismi e questioni di natura politica, c'è il PGT.

lottizzazione-Via-Gallarana-mb-01
- Foto d'Archivio

Monza. Il “casus belli“, se così vogliamo chiamarlo, questa volta è accaduto alla vigilia del periodo natalizio, si è sviluppato, sotto traccia, durante le feste ed è scoppiato ora che, con l’inizio dell’anno nuovo, siamo un po’ tutti tornati alla quotidianità. Lo scorso 30 novembre la Giunta del Comune di Monza ha adottato un Piano Attuativo che prevede un edificio residenziale di 5 piani in via Gallarana nel quartiere Libertà.

Poi dal 27 dicembre all’11 gennaio 2024 c’è stato il tempo delle osservazioni al Piano che il Coordinamento dei Comitati di Monza, profondamente critico di fronte ad un’ulteriore riduzione del verde esistente, ha ufficialmente presentato il 10 gennaio. In questi giorni, infine, è arrivato il botta e risposta tra gli stessi Comitati cittadini e l’assessore comunale al Governo del Territorio, Marco Lamperti, che, pur mantenendo toni di formale educazione, non se la mandano a dire.

LA POLEMICA

Da una parte il Coordinamento dei Comitati di Monza, infatti, chiede alla Giunta comunale di “non approvare in via definitiva il Piano Attuativo di via Gallarana e di revocare la relativa delibera” perché “la vicenda delle aree verdi comprese tra la via Gallarana e le vie Bosisio – Prampolini – Aguggiari – scrivono senza mezzi termini – è emblematica dello sviluppo selvaggio dell’urbanistica a Monza“.

Giorgio Majoli, coordinatore dei Comitati e associazioni di Monza mb
Giorgio Majoli

Dall’altra parte l’assessore Lamperti ribadisce che, pur dovendo rinunciare a malincuore a delle aree verdi, ci sono delle regole da rispettare, già stabilite da altri e vigenti per legge. “L’urbanistica si fa con i PGT (Piano di Governo del Territorio) e quello modificato nel 2021, che ha avuto il mio voto contrario e di cui è in corso la discussione sulla Variante, purtroppo ribadisce il consumo di suolo per quell’area di via Gallarana – afferma – i Piani Attuativi, lo dice il nome stesso, attuano il PGT”.

“Nel Piano delle regole per altro si conformano i suoli e Giorgio Majoli (il Coordinatore delle Associazioni e dei Comitati di Monza) sostiene una tesi non vera e lo sa benissimo, visto che è stato quel dirigente all’urbanistica del Comune che per primo si è confrontato con la legge 12/2005, oltre che colui che ha firmato il primo PGT di Monza nel 2007″ aggiunge Lamperti.

I COMITATI

Nello specifico il nuovo edificio di 5 piani previsto nel quartiere Libertà, che non è in linea, secondo i Comitati, con le costruzioni storiche ancora esistenti su via Gallarana, desta la preoccupazione dei cittadini per una serie di motivi. Tutti, in fondo, riassumibili nella volontà di fermare la cementificazione di un’area dove un tempo c’erano 40mila metri quadri di verde.

Marco Lamperti
Marco Lamperti

“Nel raggio di 500 metri sono stati realizzati e/o sono in corso di costruzione più di 300 nuovi alloggi – scrivono i Comitati – considerando tutte le nuove edificazioni, nel quartiere si può stimare l’arrivo di un migliaio di nuovi abitanti, con tutti i relativi effetti indotti sul traffico e la vivibilità del quartiere”.

Nella loro disamina, che vede l’inizio delle criticità per quest’area del quartiere Libertà nel PGT del 2007, il primo che l’ha trasformata in edificabile, i Comitati si soffermano anche sul Piano di lottizzazione, approvato dalla Giunta Mariani nel 2012, “che prevede tra quelle vie la costruzione di una decina di palazzine (circa 30.000 metri cubi di cemento), per la maggior parte ancora oggi in costruzione” e su due torri di 39 metri e di 12 piani “ben 37.300 mc residenziali, cui si aggiungono 4.850 mc commerciali in corso di realizzazione”.

LE QUESTIONI

Al di là dei tecnicismi di carattere urbanistico, quali le mancate compensazioni delle aree, la possibilità di monetizzarle e gli azzonamenti prescrittivi sia del Piano delle Regole sia del Piano dei Servizi che il Piano Attuativo di via Gallarana modificherebbe, il Coordinamento dei Comitati di Monza attacca il Comune anche su aspetti di natura politica. Anche alla luce di un’attuazione concreta della Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale firmata da Piazza Trento e Trieste nel 2023.

viale-libertà-monza-2018-02
Un'immagine del quartiere Libertà

“La competenza a deliberare sul tema è del Consiglio comunale e non della Giunta, trattandosi di un Piano in variante rispetto al PGT – scrivono – l’area, poi, risulta qualificabile come bosco sulla base della normativa regionale di settore”.

“Il nucleo forestale dei Carabinieri è già intervenuto per sanzionare il taglio di alberi e ulteriori verifiche sono ancora in corso – continuano i Comitati – di fronte a questo, l’approvazione di un nuovo Piano, che prevede una costruzione su aree verdi, appare insensata e ingiustificabile, anche per il rischio di contestazioni e di procedimenti a carico dell’amministrazione”.

IL COMUNE

La replica dell’amministrazione cittadina ad affermazioni così nette è altrettanto decisa e, per certi versi, lapidaria. “La Giunta nei Piani attuativi regola lo sviluppo, le opere a scomputo oneri, il planivolumetrico – spiega Lamperti – non ha facoltà di decidere se ci sono quei diritti edificatori o meno. Quello lo fa il PGT quando viene approvato dal Consiglio comunale”.

monza-comune-sede-piazza-trento-trieste-mb-05

“Il Piano Attuativo di via Gallarana è conforme al Piano delle Regole – continua l’assessore – diniegare un Piano conforme è possibile per motivi non legati allo sviluppo volumetrico, come più sentenze del TAR hanno per altro confermato, ma alle modalità di sviluppo che il PGT lascia come discrezionali”. Anche su possibili rischi di contenziosi e procedimenti a carico del Comune di Monza, Lamperti ribalta la questione.

“L’art. 14 della legge 12/2005 prevede che se non procediamo ad approvazione con le motivazioni dei Comitati, come il non riconoscimento del suolo conformato con quella destinazione, l’operatore può richiedere un commissario ad acta che lo approva al posto nostro – chiarisce l’assessore al Piano di Governo del Territorio – in più l’amministrazione viene giudicata inadempiente e esposta a potenziali richiesta di risarcimento, anche perché in precedenza sono stati pure venduti i diritti edificatori delle aree limitrofe”.

Se, giunti alla fine di questo articolo, avete l’impressione che ci sia un muro contro muro senza via d’uscita, sappiate che, in realtà, c’è qualche punto in comune tra due visioni all’apparenza opposte. Su tutti la necessità di cambiare il PGT attualmente vigente in un’ottica che sia più rispettosa dell’ormai diffusa sensibilità ambientale e non preveda, quindi, altre aree a consumo di suolo.

 

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta