PizzAut si scusa: non può assumere tutti i ragazzi autistici del mondo

Centinaia le richieste al patron Nico Acampora: “anche io come papà di un ragazzo autistico ho avuto tanti no e so che si sta male, ma non sono lo Stato”.
Ieri PizzAut ha chiesto scusa con un post in Facebook e in quasi 13mila persone hanno messo il loro like. Ma per cosa dovrebbe scusarsi un marchio brianzolo ormai noto in tutta Italiaper il suo impegno sociale e i piccoli miracoli che ha compiuto coltivando l’autonomia (e la felicità) di persone dello spettro autistico? Si scusa per non essere in grado di fare un miracolo vero: dare lavoro a tutti i ragazzi autistici del mondo. Nico Acampora, il volto di PizzAut, si è messo alla tastiera e ha scritto ai tanti genitori che gli chiedono di assumere i loro figli: “Per me è un dolore -spiega Acampora – è frustrante dire di no alle tante, troppe richieste che mi arrivano dai genitori… è frustrante, dire di no ai ragazzi mi fa stare male…ma giuro che faccio del mio meglio. Chiedo scusa se non ce la faccio“.

Sono ormai centinaia, spiega il patron dei due ristoranti pizzeria PizzAut aperti sul territorio (uno a Monza), che lo contattano perché dia anche a loro figlio autistico, questa straordinaria opportunità. Ma dire di sì a tutti è materialmente impossibile. “Mi fa stare male, quando vi arrabbiate – racconta Acampora – anche io come papà di un ragazzo autistico ho avuto tanti no…e so che si sta male. Con gigantesca fatica abbiamo aperto 2 ristoranti, completamente gestiti da ragazzi autistici e ad oggi PizzAut impiega a vario titolo 35 ragazzi e ragazze Aut. Mi sono attivato perché altre aziende della ristorazione (e non solo) assumano ragazzi autistici, e fortunatamente qualcosa sta succedendo, ma sono percorsi complessi che hanno bisogno di tempo per essere sviluppati”.
LO SFOGO DI NICO ACAMPORA DI PIZZAUT

Nel frattempo PizzAut sta formando altri 10 ragazzi da inserire nei progetti dei PizzAutobus e lo sguardo è puntato avanti, alla ricerca di nuovi progetti.
“Faccio davvero del mio meglio – ha concluso Acampora senza nascondere l’amarezza – ma non potete arrabbiarvi con me se non faccio tutto quello che mi chiedete, non mi è possibile, non ci riesco…e forse non è nemmeno giusto che lo chiediate a me in questo modo. Chiedo scusa per questo sfogo…ma a volte è tutto così difficile. Non sono lo Stato, non sono la ASL…sono solo il genitore di un ragazzo Autistico…come voi”.