Usmate, vittoria per i lavoratori di I.P.A Porcellane: nuovi accordi dopo la crisi energetica

Usmate. Era settembre 2022 quando le telecamere RAI documentarono la difficile situazione delle aziende italiane a causa dei crescenti costi energetici. La storica fabbrica di tazzine I.P.A. Porcellane di Usmate si trovava a dover decidere quotidianamente se attivare le linee di produzione, mettendo in cassa integrazione rotativa i 160 dipendenti.

Oggi, un anno dopo, arriva una boccata d’aria fresca per i lavoratori, e le preoccupazioni sindacali si sono finalmente placate. Ciò è testimoniato dalla recente firma di un accordo integrativo aziendale, sottoscritto dai rappresentanti sindacali FEMCA CISL e FILCTEM CGIL territoriali.

I.P.A PORCELLANE: L’ACCORDO

L’accordo prevede miglioramenti nelle condizioni economiche per i dipendenti, con un aumento dei buoni pasto a 8 euro e un incremento delle quote destinate al Welfare, esteso anche ai casi di gravi malattie. Particolare attenzione è stata dedicata alle dipendenti donne, con specifiche agevolazioni per le lavoratrici madri e un corso di formazione sulle molestie di genere.

“Il risultato è importante, specialmente considerando i momenti difficili attraversati dall’azienda dopo la pandemia e gli aumenti esorbitanti delle tariffe energetiche,” dichiarano i delegati sindacali della Femca Cisl, Marco Zurolo, Elena Arcadu e Vincenzo Serra.

I dirigenti sindacali che hanno seguito l’azienda durante i momenti critici concordano sulla soddisfazione del risultato. “Siamo contenti per il risultato ottenuto, dopo mesi difficili in un settore complicato come quello della ceramica in Italia. Le nostre proposte sono state accolte,” affermano Domenico Frustagli e Tiziano Cogliati della Femca CISL Monza Brianza Lecco.

Il successo di questo accordo non è stato scontato e ha beneficiato delle solide relazioni sindacali, come spiega Tiziano Cogliati, Segretario Generale della categoria sindacale CISL: “Il lavoro è stato portato avanti con proposte costruttive nei mesi. Questo accordo dimostra che mettendo al centro la partecipazione attiva dei lavoratori e dei loro rappresentanti, si possono migliorare e gestire processi di trasformazione aziendale anche in un contesto socio-economico complesso.”