Narco-truffe a Cornate, si indaga ancora sulla “Mantide bis”: le vittime potrebbero essere di più

Le indagini proseguono e non si esclude che potrebbero esserci molte più vittime di quanto inizialmente ipotizzato.
Nelle chat di incontri si presentava come infermiera. Lei, 40enne, di origine cubana, i medicinali li avrebbe maneggiati davvero ma non per scopi medici. Benzodiazepine miscelate in dosi massicce nel caffè offerto alle presunte ignare vittime che poi sarebbero state ripulite dei loro averi.
Dopo la vicenda di Tiziana Morandi, balzata agli onori della cronaca come la “Mantide della Brianza“, e condannata 16 anni e 5 mesi di reclusione, ecco ora un’altra una vicenda da thriller, con protagonisti una presunta truffatrice e due uomini. Senza fissa dimora ma domiciliata a Cornate d’Adda, la 40enne è stata arrestata dai carabinieri di Vimercate con l’accusa di aver adescato e narcotizzato almeno due persone con l’intento di derubarli. Ma le indagini proseguono e non si esclude che potrebbero esserci molte più vittime di quanto inizialmente ipotizzato.
Benzodiazepine nel caffè poi il malore alla guida
L’arresto della donna è avvenuto il 26 gennaio, quando i Carabinieri hanno proceduto al fermo di polizia giudiziaria, in seguito alle denunce di due uomini ultracinquantenni che hanno accusato malori mentre si trovavano alla guida. La storia, degna di una trama hollywoodiana, si è svelata grazie all’operato tempestivo delle forze dell’ordine.
Il modus operandi della presunta truffatrice coinvolgeva incontri online, dove la donna, presentandosi come infermiera, attirava la fiducia degli uomini. Dopo la fase virtuale si incontravano per un caffè, momento in cui sarebbe avvenuta la somministrazione di sostanze narcotizzanti. Una volta indotti al malore, i malcapitati si ritrovavano derubati, con il portafogli notevolmente più leggero.
Uno degli episodi ha portato il conducente a sbattere contro il muro di una casa, perdendo coscienza e subendo un furto di 650 Euro custoditi in un marsupio. Le indagini, iniziate con la denuncia della prima vittima, hanno svelato un intricato intreccio virtuale.
Nel corso delle perquisizioni infine effettuate sulla persona e presso il domicilio della donna, sono stati rinvenuti alcuni bicchieri di carta da caffè ritenuti pertinenti ai reati e alcuni farmaci contenenti benzodiazepine, depressori del sistema nervoso centrale che inducono sensazioni di stordimento e sonno.