Sulla Lombarda Petroli gli ambientalisti difendono Amministrazione e Pgt: “Il verde va tutelato”

Si alza la voce degli ambientalisti, e in particolare del Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e della Brianza, del quale fa parte anche il locale Comitato Oasi del Sole Villasanta. L’obbiettivo: difendere il verde cresciuto nell’area dopo il disastro del 2010 contro possibili cementificazioni
Questa volta, nell’annoso e sempre caldo dibattito concernente il destino dell’area dell’ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, si alza la voce degli ambientalisti. E in particolare del Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e della Brianza, del quale fa parte anche il locale Comitato Oasi del Sole Villasanta. L’obiettivo: difendere il verde cresciuto nell’area dopo il disastro del 2010 contro possibili cementificazioni.
Una posizione che, come ricordato dagli stessi ambientalisti all’interno di un comunicato pubblicato il 30 gennaio, è molto vicina a quella dell’attuale Amministrazione villasantese guidata dal sindaco Luca Ornago, in opposizione alle richieste del curatore del Fallimento.
Due gli avvenimenti salienti degli ultimi tempi: in primis, ai sette milioni di fondi PNNR già stanziati per la progettazione e la rigenerazione dell’area, nello specifico per i lotti B, C e D, andranno ad aggiungersi 500mila euro di fondi regionali per la caratterizzazione del lotto E, quello delle cisterne, escluso dal precedente maxi-finanziamento. E in secondo luogo la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dal Fallimento e respinto il ricorso del Comune giudicando non adeguatamente motivata la richiesta dell’Amministrazione di eccessivi standard urbanistici a verde. La sentenza specifica anche che rimane salvo il potere dell’Amministrazione di rideterminarsi con adeguata motivazione. Motivazione alla quale proprio l’Amministrazione ha lavorato nella stesura della variante al Pgt, recentemente approvata in consiglio non senza polemiche.
Proprio su questo tema si è inserita la voce degli ambientalisti che hanno voluto partecipare all’acceso dibattito dicendo la loro e difendendo l’operato dell’Amministrazione villasantese.
Il commento del Coordinamento Ambientalista
“Sinora la curatela del fallimento non è riuscita o non ha voluto procedere nel mettere all’asta il patrimonio, come si fa normalmente in queste situazioni, per poi ricompensare con il ricavato i creditori. É presumibile supporre che non lo abbia fatto perché il valore attuale dell’area è inferiore alle somme da risarcire ai creditori e abbia perciò preferito tentare di valorizzare l’area per farle acquisire un valore nominale superiore – si legge nel comunicato. Per ottenere questo risultato, ha sollecitato a più riprese una diminuzione di 28 mila mq della superficie libera, chiedendo che tale superficie vada ad ampliare il comparto edificabile con 20 mila mq. In questa intricata situazione sono stati poi avviati una serie di ricorsi legali, uno vertente proprio sull’area non trasformabile. Nel complesso si tratta di circa a una ventina di contenziosi giudiziari in corso, alcuni dei quali creati al solo scopo di rallentare l’iter di bonifica che il Comune è riuscito ad avviare, tramite complesse relazioni con Regione Lombardia”.
“Per la bonifica vi sono risorse economiche complessive che possono arrivare fino a 7 milioni di euro, comprensive di fondi del PNRR. C’è però opposizione da parte della curatela fallimentare poiché con la bonifica fatta dalla Regione, quest’ultima ha la facoltà di addebitare i costi alla proprietà. Proprietà che però non può far fronte al pagamento e che conseguentemente potrebbe incorrere in una procedura di esproprio per il valore corrispondente. La strategia della curatela è dunque quella di ricercare l’aumento del valore immobiliare del comparto ex Lombarda Petroli, da ottenere con la riduzione degli oltre 60000 mq di terreno non trasformabile previsti dal PGT di Villasanta e con il contemporaneo aumento della superficie e delle volumetrie dell’edificabile. Questa operazione, per noi incondivisibile, è ritenuta necessaria per trovare un operatore che acquisterebbe l’area, accollandosene anche gli oneri di bonifica.
“A dicembre 2023, è poi arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in merito alla causa intentata dalla curatela fallimentare contro l’amministrazione di Villasanta proprio sulla quantificazione di 90mila metri quadrati a standard, ossia a usi collettivi, tra i quali figurano i noti 60 mila mq non trasformabili. Anche se non viene adeguatamente chiarito ed è invece opportuno qui rimarcarlo, la sentenza lascia comunque intatta la facoltà dell’amministrazione di determinare questa destinazione chiedendone una “adeguata motivazione”, cosa che il Comune sta provvedendo a fare, essendo in corso la variante al Pgt. Dopo quest’ultimo accadimento, la curatela, in assonanza con altri incauti soggetti, ha pensato bene di sostenere la realizzazione di un fantomatico hub ferroviario, con un contorno di altre mirabolanti ipotesi. Nell’arena si gettano suggerimenti senza valutarli seriamente, senza stimarne l’utilità e la redditività, senza considerare il complesso iter e la necessità di una verifica di fattibilità e senza un approfondito e mirato studio di viabilità e traffico merci che un simile progetto richiederebbe, dovendo essere contemplato in un piano d’area con il coinvolgimento di enti, azienda ferroviaria, istituzioni e investitori, tenendo nel dovuto peso anche l’opinione della cittadinanza. Una proposta del resto non nuova e del tutto simile a quella fatta nel 2004 dalla Ex Dogana di Concorezzo e ora come allora priva di fondamento operativo”.
La proposta
“Riteniamo che sia prioritario e indispensabile procedere da subito alla bonifica del comparto e che sia necessario tutelare il verde della rinaturalizzazione attualmente già spontaneamente in atto come risarcimento ambientale per il disastro subito dalla comunità nel 2010 – ha dichiarato il Coordinamento. “Sottolineiamo inoltre che le soluzioni proposte per le altre porzioni del comparto vadano perseguite con necessari, inevitabili e seri approfondimenti per poterne valutare la reale fattibilità. Nell’area ex Lombarda Petroli va confermata una robusta aliquota di recupero a verde, evitando una cementificazione sconsiderata. La trasformazione in un parco di cintura urbana, proprio a partire dalla porzione a verde attualmente lì prevista dal PGT comunale, consentirebbe altresì di ampliare il corridoio ecologico in essere“.
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