Arrivano a Milano Tina e Milo: ecco le due mascotte olimpiche

I loro nomi richiamano due delle città protagoniste dei Giochi: Milo da Milano, Tina per Cortina.
Tina e Milo, le mascotte dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, hanno concluso a Milano il viaggio attraverso i luoghi che ospiteranno i Giochi Invernali. Sono arrivati oggi a Palazzo Lombardia accolte dal Presidente della Regione Attilio Fontana, dal Presidente del Consiglio regionale Federico Romani e l’assessore alla Casa e Housing Sociale, Paolo Franco.
“Abbiamo celebrato recentemente i due anni dall’inizio delle Olimpiadi – ha detto Fontana – e la presenza delle mascotte oggi nella piazza della sede della Regione ci fa entrare sempre più nell’atmosfera dei giochi. La macchina organizzativa della Lombardia sta procedendo regolarmente, così come le opere pubbliche di nostra competenza. Ad oggi non risulta alcuna problematica” ha concluso il governatore.
La mascotte dal manto chiaro si chiama Tina e rappresenterà i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Il suo fratellino dal manto bruno, Milo sarà invece il testimonial dei prossimi Giochi Paralimpici Invernali. I loro nomi richiamano due delle città protagoniste dei Giochi: Milo da Milano, Tina per Cortina.
“Vivaci e veloci incarnano lo spirito prettamente lombardo che caratterizzerà le prossime Olimpiadi -sottolinea il Presidente Federico Romani-. Curiosi per natura, intraprendenti, resilienti e capaci di adattarsi alle situazioni, questi due ermellini in modo simpatico rappresentano al meglio i valori lombardi del saper fare e del non fermarsi mai. Con loro sei bucaneve come compagni di avventura, i Flo, a simboleggiare un gioco di squadra che nella realizzazione delle Olimpiadi 2026 si è rivelato vincente. Senza dimenticare -conclude Romani– il tratto solidale del carattere lombardo, come testimonia Milo, simbolo dei giochi paralimpici, senza una zampetta, ma che con un po’ di ingegno e tanta forza di volontà ha imparato a usare la coda facendo della sua diversità un punto di forza”.
LA STORIA DELLE MASCOTTE
La prima mascotte nella storia fu Shuss, un’immagine stilizzata che rappresentava un omino sugli sci, usata dagli organizzatori dei Giochi Olimpici Invernali di Grenoble 1968. La mascotte, o “carattere” come veniva chiamata all’epoca, fu un grande successo, tant’è che nell’edizione successiva dei Giochi Estivi, a Monaco 1972, esordì la prima mascotte olimpica ufficiale, Waldi.
Da allora si sono susseguite tante mascotte differenti. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sempre hanno preso le sembianze di animali: Schneemandl (Innsbruck 1976) era un pupazzo di neve, Neve e Gliz di Torino 2006 erano una palla di neve e un cubetto di ghiaccio. Howdy e la sorella Hidy, i due orsi polari di Calgary 1988, sono stati la prima coppia di mascotte olimpiche. Sempre alle Olimpiadi invernali si sono viste le prime mascotte con sembianze umane: Haakon e Kristin, le mascotte ufficiali di Lillehammer 1994.
Tina e Milo sono sorella e fratello, simili ma non identici, portatori di due energie complementari. Anche i colori sono diversi, ispirati al manto che questi animali “vestono” durante il corso dell’anno: bruno d’estate e bianco d’inverno. La scelta di proporre queste due diverse cromie ha un valore simbolico. La montagna è un ambiente da proteggere, vivere e valorizzare non solo d’inverno, ma durante tutto l’anno: i due colori sono lì a ricordarcelo.