Besana. Dopo 40 anni addio allo storico presepio in ferro di Pietro Villa

Una tradizione lunga ben quattro decenni che potrebbe essere arrivata alla sua ultima rappresentazione. MBNews ha intervistato l'”ultimo fabbro” di Besana per capire il motivo di questo addio
Besana.Pietro Villa, un nome familiare per molti residenti di Besana in Brianza, conosciuto anche come l'”ultimo fabbro“, ha condiviso recentemente l’annuncio di dover dire addio a un’icona amata dalla comunità locale: il suo presepio. Oltre 100 figure in ferro che, ogni anno durante le festività natalizie, andavano ad abbellire il prato difronte a viale Kennedy, nella frazione di Villa Raverio. Uno spettacolo visivo che è giunto, dopo 40 anni, al suo ultimo atto di rappresentazione.
“Addio al presepio che da 40 anni costruivo con passione”, queste le parole di Pietro Villa.

ULTIMO ATTO DI RAPPRESENTAZIONE DELLO STORICO PRESEPIO IN FERRO DI PIETRO VILLA
Qual è il motivo di questo addio? ” E’ diventato inagibile il posto dove erano a riposo le strutture e le figure, per terra, in un prato ma vicinissime a dove le posizionavo – spiega Pietro Villa ad MBNews – il signor M.B. di Villa si era offerto per un ricovero. Muovere però il tutto era problematico”.

Il presepio in ferro dell’86enne besanese, infatti, negli anni era diventato sempre più grande e fantasioso: solo la stella pesa 200 chili ed è lunga 12 metri. Poi ci sono 2o longheroni di 6 metri pesanti 30 chili l’uno, senza contare poi i vari sostegni e le oltre 100 figure protagoniste del magico scenario natalizio.
“Molte parti sono malandate e arrugginite; da riverniciare, trovare aiuti è difficile, un mezzo per il trasporto pure – e aggiunge -Oltre il lavoro io vivo il presepio con ansia, che il vento rovesci tutto, qualcuno faccia danni; curo bene tutto ma la struttura è provvisoria”.
COSA SUCCEDERÀ IL PROSSIMO NATALE?
Il presepio in ferro di Pietro Villa era molto amato dalla comunità locale. Era uno dei simboli storici del Natale besanese, difficile pensare che dall’anno prossimo, passando da viale Kennedy, la rappresentazione artistica non ci sarà più.
“Accetto serenamente la fine, non c’era alternativa – commenta con grande consapevolezza l’artista che ci lascia, però, con una speranza – Ho comunque un piano “B”: ho recuperato qualcosa e potrei ripeterlo quasi uguale in via Moro, se gli ostacoli saranno superabili”.