Calcio Monza, la vittoria più bella? Palladino: “Pensiamo in grande”

11 marzo 2024 | 16:41
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Calcio Monza, la vittoria più bella? Palladino: “Pensiamo in grande”
Raffaele Palladino firma un'altra impresa sulla panchina monzese

Agonismo, personalità, talento. Il Monza di Raffaele Palladino conquista tre punti a Genova firmando una prova maiuscola, che certifica la crescita esponenziale di un gruppo che non si pone più limiti.

Minuto 75 di Genoa-Monza. Risultato in equilibrio, 2-2, con i padroni di casa che premono con tutte le energie per concludere l’operazione rimonta. Marassi è una bolgia, il tifo genoano spinge i propri beniamini cantando senza sosta, incurante del diluvio che si sta scaricando sullo stadio.

Raffaele Palladino sceglie un doppio cambio: fuori un centrocampista, Akpa Akpro, e un attaccante, Dany Mota, dentro due giocatori offensivi come Valentin Carboni e Maldini. E vince la partita, completando un capolavoro iniziato oltre un’ora prima.

Esiste la perfezione?

Il tecnico campano prepara alla perfezione la sfida con l’amico e collega Gilardino. Il 3-5-2 dei Grifoni viene contrastato dalla difesa a quattro monzese e dalla scelta di una mediana fisica in cui la sorpresa è Akpa Akpro (4° da titolare in stagione) accanto a Bondo. Chiavi del gioco affidate a Pessina, Colpani a destra e Mota a sinistra, Djuric intoccabile in avanti.

I primi 26’ di gioco sono un monologo: il Monza è incontenibile. Pessina apre le danze, Mota segna il gol più bello dell’attuale serie A (e della sua carriera, e certamente tra i top della storia del 1912), Colpani stampa una traversa che dà senso al rientro in campo per la disputa della ripresa.

Sofferenza e gioia

Nel secondo tempo la reazione del Genoa consegna la partita all’epica. Perché si gioca pur sempre a Marassi, sotto una pioggia torrenziale, e non può mai essere “facile”. Gilardino stravolge i suoi, che tornano in partita. Due a due. Il tifo rossoblu cresce, si alimenta di nuove speranze, accarezza il sogno della rimonta.

Ma il Monza è di granito. Difende in undici, soffre in undici, ragiona in undici. Fino a quando Palladino decide di “pensare in grande”: dentro due giocatori offensivi, dentro il talento e la qualità. Dentro un classe 2001 e un 2005. Nella bolgia, sotto il diluvio. Una sola sfuriata, ma decisiva, in tutta la ripresa: minuto 78, è l’apoteosi.

La più bella?

Sabato sera il Calcio Monza di Raffaele Palladino ha toccato il punto più alto dei suoi diciotto mesi di gestione: se il successo all’Allianz Stadium contro la Juventus del gennaio 2023 resta irraggiungibile sotto il profilo del prestigio, la vittoria a Marassi è una fotografia ancora più netta del progetto vincente di squadra diretto da un allenatore destinato a palcoscenici di primissimo piano.

Raffaele Palladino ha plasmato un gruppo granitico, affamato e determinato. Ha sviluppato una proposta di gioco sempre più ampia, flessibile ed articolata, imperniata sulla valorizzazione del talento dei singoli e sulla crescita di ciascun elemento in rosa, sia sul piano tecnico sia in termini di personalità.

Nel Monza di oggi ogni tassello rivela il suo senso nella valorizzazione del disegno comune: c’è consapevolezza, c’è fiducia, c’è ambizione. Si spiegano così le prestazioni di chi subentra, di chi è arrivato da poco, di chi non è mai stato così decisivo in quasi due stagioni di Serie A.

Due auspici

“Mancano 10 gare e non mi pongo obiettivi, penso solo al Cagliari e non è un ragionamento banale, né scontato” ha ripetuto Palladino nella conferenza stampa post-partita.

Il tecnico monzese si sottrae così alla discussione che appassiona più gli addetti ai lavori che i protagonisti sul campo: non si ragiona in termini di Europa o decimo posto, ma solo in vista del prossimo impegno. E la strategia funziona.

A 900’ minuti dal termine della seconda, storica stagione in Serie A, la speranza è che la squadra continui ad esprimersi su questi livelli, con “fame” e voglia di emergere. La posizione in classifica non potrà che esserne la conseguenza.

C’è poi un auspicio che riguarda il tifo. Questa squadra, questo allenatore e questa società – che ha posto le basi per il sogno biancorosso – meritano l’applauso di uno stadio pieno in tutti i settori.

Ci sono (ancora) cinque occasioni per tributare questo meritatissimo riconoscimento a capitan Pessina e compagni, e a Raffaele Palladino. E ci sono (ancora) cinque occasioni per vedere all’opera una squadra che ha scritto pagine storiche del nostro 1912: l’occasione non va persa.