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Consiglio regionale, da Corbetta (Lega) una proposta per contrastare le baby gang

18 marzo 2024 | 15:30
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Consiglio regionale, da Corbetta (Lega) una proposta per contrastare le baby gang

Corbetta ha depositato una Pdl per contrastare con l’educazione il fenomeno delle baby gang, coinvolgendo le realtà del terzo settore

Una proposta di legge a prima firma Alessandro Corbetta  (Pdl 64) per prevenire e contrastare il fenomeno delle baby gang in Lombardia.

È all’interno della sala Gonfalone di palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, che il capogruppo leghista Alessandro Corbetta, assieme al consigliere regionale Riccardo Pase e Silvia Scurati hanno presenziato all’apposita conferenza stampa indetta oggi lunedì 18 marzo, con l’obiettivo di presentare la Pdl depositata in Consiglio regionale.

Pdl contrasto baby gang Pirellone

“Il tema – ha spiegato Alessandro Corbetta, primo firmatario della proposta di legge – non riguarda solo Milano, ma anche tutte le zone dell’hinterland e le provincie. Questo fenomeno è legato al disagio giovanile ed è esploso in modo particolare subito dopo l’emergenza Covid“.

Si tratta di un fenomeno in costate aumento. Secondo i dati forniti dal Dipartimento della sicurezza, le rapine ad opere di minori sono aumentate del 60%, mentre  le lesioni del 32%. Per quanto riguarda il Nord Italia e in modo particolare la Lombardia, gli autori di queste azioni sono principalmente giovani ragazzi extracomunitari.

COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI LEGGE?

Pdl contrasto baby gang Pirellone

Il consigliere Corbetta parte da un presupposto: prendere la normativa nazionale, ossia il cosiddetto Decreto Coivano e dare nuovo impulso alla Legge regionale 1/2017. L’intento è sostanzialmente quello di predisporre e attuare un piano straordinario utile a predisporre interventi di riqualificazione territoriale dove i fenomeni delle baby gang sono particolarmente evidenti e azioni in ambito socio-culturali.

Sarà quindi fondamentale dare pieno sostengo agli enti del terzo settore operanti in ambito artistico, culturale e sportivo. “Solo in questo modo – chiosa Corbetta – sarà possibile contrastare la povertà educativa e la cultura del crimine mediante una contro cultura che verte all’educazione e all’inclusione sociale”.

La proposta di legge, prendendo spunto dal Dl Coivano, prevede una stretta educativa sui ragazzi che commetto crimini. “Non è più possibile scusare o giustificare questi atteggiamenti violenti – interviene il consigliere Riccardo Pase – declassandoli a delle bravate. Il termine ragazzate – precisa – è infatti il primo seme di qualcosa di più grave. Motivo per il quale è necessario fare rete con le famiglie, che sono il primo nucleo della società”.

Dello stesso avviso la consigliera Silvia Scurati, la quale precisa come per troppo tempo questi fenomeni siano stati giustificati tra isolamento sociale e difficoltà all’integrazione. “È un approccio sbagliato – asserisce perentoria – e se vogliamo iniziare a contrastare il fenomeno, non solo dobbiamo capirlo, ma soprattutto è necessario agire coinvolgendo il Terzo settore: un ragazzo reinserito avrà sicuramente un futuro migliore“. E come ha concluso Passati, “i ragazzi di oggi saranno i genitori del domani”. Motivo per il quale iniziare ad educare i giovani di oggi, significa anche educare le generazioni future.

I RISVOLTI DELLA PROPOSTA DI LEGGE

Contrasto alle baby gang, Pdl, Consiglio regionale

Se il Dl Caivano prevede una stretta legalmente più severa, come ad esempio la daspo rispetto ai quartieri in cui le baby gang operano o il penale per i genitori che non provvedono all’educazione scolastica dei propri figli, assicurandosi che questi non manchino da scuola,  la proposta a prima firma Alessandro Corbetta vuole avere un approccio certamente perentorio, ma più integrativo. A cominciare dai lavori socialmente utili, ad esempio nelle Rsa, per quei ragazzi che fossero colti a delinquere.

La proposta di legge, in tal senso, ha un riscontro finanziario: “Sono stati previsti infatti 700 mila euro di cui 200 mila per il rafforzamento della prevenzione sociale nelle aree e ne contesti urbani dove risulta più diffuso il fenomeno. Altri 200 mila euro da destinare alla prevenzione alla messa in sicurezza del contrasto allo “street bullyng” e, infine, ulteriori 300 mila euro per la realizzazione di percorsi formativi e la formazione del personale dedicato al contrasto delle bande giovanili.