Il preside del Parini di Seregno: “No al ritorno ai giudizi sintetici in pagella”

E’ partita una petizione, sostenuta dal preside del liceo Parini di Seregno Gianni Trezzi e dal gruppo “Senza etichette” contro la decisione del governo di tornare ai giudizi “sintetici” dal prossimo anno scolastico, abbandonando quelli “descrittivi” introdotti nel 2020.
Mantenere la valutazione descrittiva nella scuola primaria. Lo chiede una petizione pubblica che ha già raccolto quasi 8mila firme, contro la decisione del governo di tornare ai giudizi “sintetici” dal prossimo anno scolastico, abbandonando quelli “descrittivi” introdotti nel 2020. La petizione è sostenuta da “Senza etichette” gruppo brianzolo itinerante di confronto e ricerca sulle pratiche rigenerative in educazione, formato da insegnanti, genitori, educatori, psicologi, dirigenti scolastici, fondato dal preside del liceo Parini di Seregno Gianni Trezzi.
“Non ha senso cambiare di nuovo il sistema di valutazione”
“Riteniamo profondamente ingiusto e insensato cambiare per l’ennesima volta il sistema di valutazione nella scuola primaria – spiega Trezzi – La valutazione è sempre un tema delicatissimo in qualsiasi ordine di scuola e in massimo grado per chi opera con le bambine e i bambini più piccoli. Cambiare di nuovo, dopo solo tre anni di applicazione del modello della valutazione descrittiva, è una notizia pessima. Saremmo alla quarta modifica in poco più di dieci anni: nel 2008 si abbandonarono i giudizi per i voti, nel 2020 si passa alla valutazione descrittiva e adesso si dovrebbe tornare ai giudizi. Ci chiediamo se c’è un’idea pedagogica che orienta queste scelte, perché noi non la vediamo, oppure se ci si limita ad optare sempre più spesso per una supposta semplificazione, apparentemente più comprensibile soprattutto per i genitori e purtroppo anche per diversi docenti”.
Si ritorna alle balutazioni in numeri o ai giudizi come buono, ottimo, sufficiente?
“La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha parlato del ritorno ai voti numerici – si legge nella petizione – Il ministro Giuseppe Valditara ha, invece, in un’intervista ha detto: ‘Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente’. Non è chiaro, ad oggi, se l’espressione “giudizi sintetici” significherà un ritorno al 4,5, 6,7,8 etc o a scarso, insufficiente, sufficiente. Le pagelle attuali non rendono certo onore all’idea messa in campo dal legislatore nel 2020 ma sono un traguardo positivo rispetto al passato quando imperavano numeri che cristallizzavano il giudizio”.
I giudizi descrittivi: in via di acquisizione, base, intermedio e avanzato
Trezzi e il gruppo da lui fondato elogiano il sistema attuale di valutazione descrittiva, che rappresenta quattro differenti livelli di apprendimento raggiunti: in via di acquisizione, base, intermedio e avanzato. Un sistema inserito nel 2020, con cui gli insegnanti indicano a che punto del processo di apprendimento si trovano gli alunni. “Finalmente la scuola primaria si può giovare di una valutazione pedagogicamente efficace ed innovativa tra le più avanzate al mondo – ideata, elaborata e validata da un’equipe interdisciplinare di ricercatori e docenti delle più importanti università italiane – caratterizzata da una modalità attenta al processo di apprendimento e non basata in via esclusiva sulle sole verifiche scritte e le interrogazioni. Interrompere questa esperienza solo perché la si ritiene di difficile comprensione per l’utenza è come buttare il bambino con l’acqua sporca. Se si mantiene questa modalità valutativa sarà possibile fare comprendere a tutti i genitori i vantaggi di uno strumento attento all’aspetto relazionale e non solo a quello performativo, che consente di osservare giorno dopo giorno il processo di apprendimento del singolo alunno e della gruppo classe, perché la valutazione descrittiva fornisce dati pressoché quotidiani a tutti gli attori della scuola, docenti e genitori ma anche i bambini e le bambine, che hanno finalmente l’opportunità di confrontarsi con i loro maestre e maestri in un continuo dialogo valutativo relazionale che cresce e si affina giorno dopo giorno e che non si limita all’attribuzione di un voto o di un giudizio a scadenza periodica, quando si viene interrogati o si riceve il problema o il tema corretto”.
“Il ritorno ai giudizi sintetici sarebbe criminoso”
Il ritorno ai giudizi sintetici, sostiene il gruppo di insegnanti brianzoli, sarebbe davvero un peccato, anzi di più, sarebbe criminoso: si rischia il delitto perfetto di assassinare quell’afflato pedagogico ideale che consente a centinaia di migliaia di insegnanti di entrare ogni giorno in classe con entusiasmo e con il desiderio di crescere umanamente e culturalmente insieme con i loro alunne e alunni, in un ambiente relazionale aperto e dinamico. Prospettiva a cui tendere che sarebbe messa in crisi dal ritorno ad uno strumento valutativo obsoleto e giudicante”.