In Mozambico a curare i neonati, il progetto di Alice Pini sostenuto dai desiani

La giovane infermiera ha organizzato una serata al bar “Dr Creatur” di Desio per raccogliere fondi per un ospedale alla periferia di Maputo, dove lavora. “Mancano le lavatrici e non possiamo garantire un ambiente pulito e sicuro per i bambini”
E’ pronta a ripartire per il Mozambico Alice Pini, infermiera trentenne impegnata in un progetto sanitario di tre anni con l’associazione Auci. Dopo un primo periodo di tre mesi trascorso nel Paese africano lo scorso autunno, la giovane ripartirà la prossima settimana. Residente nel comasco, ha lavorato per un breve periodo a Desio e qui ha organizzato un aperitivo per raccogliere fondi: l’iniziativa si è tenuta domenica scorsa al bar “Dr Creatur” di via Lampugnani. “E’ andata molto bene, abbiamo raccolto circa 500 euro” dice soddisfatta, ringraziando i partecipanti e il titolare del locale, Martino Marrella, insieme a Lino Cavalletti, che ha cucinato.
Il progetto all’ospedale alla periferia di Maputo
La giovane infermiera lavora all’ospedale di Mavalane, alla periferia di Maputo, tra la popolazione più povera. Il progetto, della durata di 3 anni, è portato avanti dall’associazione Auci in collaborazione con Cuamm e Comunità di Sant’Egidio. “L’obiettivo – spiega – è quello di abbassare il tasso di mortalità, attraverso attività di formazione, sia della popolazione che del personale sanitario. Servono, inoltre, strumenti e risorse”.

L’assistenza sanitaria ai neonati
Alice è coinvolta in particolare nelle aree di terapia intensiva neonatale, pediatria, il pronto soccorso pediatrico e maternità. “I bambini sono tantissimi – racconta – I problemi maggiori riguardano le infezioni e l’ipotermia. In ospedale, per esempio, mancano le lavatrici e questo comporta il fatto che non si può garantire l’igienizzazione delle lenzuola. L’acqua corrente non è sempre presente. Il materiale e le risorse purtroppo scarseggiano e rendono complicato il lavoro infermieristico e medico. Un problema rilevante è la diffusione delle infezioni: mancano i dispositivi e tutto il materiale necessario al mantenimento di un ambiente pulito e sicuro per ogni neonato. Le lenzuola e le coperte vengono lavate a mano”.

Ogni mese muoiono troppi bambini
Riguardo all’ipotermia, spiega l’infermiera “la difficoltà sta nel fatto che non ci sono abbastanza incubatrici e quelle che ci sono non funzionano bene, la corrente elettrica va e viene. I bambini appena nati non ricevono le cure adeguate a causa della scarsità delle strumentazioni. Ogni mese purtroppo muoiono 17/18 bambini, è un dato molto elevato”.
La scelta di lavorare in Mozambico
La giovane infermiera, dopo aver lavorato in ospedale a Desio e a Como, ha deciso di cambiare vita e di dedicarsi al Mozambico. “Mi sono sempre interessata ai Paesi in via di sviluppo. Nel mio territorio ho fatto volontariato e ho anche partecipato a brevi missioni con la croce rossa. Ho fatto un’esperienza in Centrafrica in un centro di salute. Poi ho deciso di iniziare questa nuova avventura, il mio lavoro in Italia mi stava stretto” . Per informazioni e per sostenere il progetto a cui lavora Alice Pini si può consultare il link buonacausa.org/cause/auciroma