No Pedemontana, sale la preoccupazione per l’impatto della nuova autostrada

A Desio molti cittadini hanno partecipato all’incontro con i comitati No Pedemontana e gli esperti di urbanistica e clima. “La nuova infrastruttura avrà conseguenze devastanti in uno dei territori più cementificati d’Italia”
“Tra poco non avremo più terra sotto i piedi, solo asfalto”. Un messaggio chiaro quello lanciato durante l’incontro pubblico “Viaggio al centro del suolo” organizzato dalla lista civica “Attivi per Desio” mercoledì sera al “Dr Creatur pub” di via Lampugnani a Desio. Un incontro molto partecipato, con al centro il progetto di Pedemontana e le conseguenze sul territorio. Ora che si notano i primi segnali dell’avvio dei cantieri, la preoccupazione dei cittadini diventa più forte.
Contro Pedemontana, negli anni, sono sorti diversi comitati, i cui rappresentanti sono intervenuti nel corso della serata: Davide Biggi del coordinamento No Pedemontana, Silvana Fusi, del Comitato per la Difesa del Territorio, Manuela Meloni, del Comitato Ferma Ecomostro Tratta D Breve. In collegamento,Paolo Pileri, docente di Architettura e Urbanistica al Politecnico e Luca Onorato, climatologo presso ARPAL.
La Lombardia è la regione più cementificata d’Italia
“Nella verde Brianza è rimasto poco verde, a causa del continuo consumo di suolo” hanno sottolineato i relatori. “Il rapporto Ispra 2023 evidenzia che la Lombardia è la regione più cementificata d’Italia. Ecco perchè è importante dire no al consumo di suolo lungo la dorsale verde nord Milano, ultimo spazio libero rimasto. Terreni e parchi che, invece, sono interessati dall’invasione di Pedemontana Lombarda, in un territorio che è il più consumato d’Italia”.

L’importanza della salvaguardia del suolo
“Il suolo è un ecosistema che ci tiene in vita – ha sottolineato Paolo Pileri – La Brianza ormai è oltre il limite del consumo di suolo. Con la nuova autostrada sarà ancora peggio. Bisogna rigenerare: entro il 2030, il 30% del territorio deve essere vincolato secondo una direttiva europea di alcuni giorni fa. Non c’è più tempo. Occorre agire subito, rigenerare la natura. E su questo fronte bisogna creare lavoro”. L’esperto ha parlato anche della responsabilità della politica: “Né destra né sinistra hanno fatto nulla per consumare meno suolo. Occorre mobilitare le persone e formare gli amministratori. Coinvolgere le persone”.
Da Lissone ai terreni della diossina di Seveso: “Siamo sgomenti, è uno scandalo”
“Siamo sgomenti per quello che succederà a Lissone – ha sottolineato Silvana Fusi del comitato difesa del territorio nato circa un anno fa, che ha anche avviato una raccolta firme contro il progetto – . Noi la Pedemontana non la vogliamo: è un mostro che ci cambierà la vita”.
Davide Biggi del Coordinamento No Pedemontana è intervenuto sulla tratta B2, da Lentate a Cesano Maderno: il comitato proprio in questi giorni sta chiedendo alla società Pedemontana più trasparenza e garanzie sulle operazioni di bonifica dei terreni già inquinati dalla diossina. “E’ la tratta più scandalosa. Non bisogna costruire sui terreni coinvolti dall’incidente dell’Icmesa. Quello di Pedemontana è un progetto molto impattante: bisogna contrastarlo”.

“Gli effetti dei cambiamenti climatici saranno amplificati”
Manuela Meloni del comitato tratto breve ha spiegato la situazione nel vimercatese: “Regione Lombardia non ha avvisato i sindaci di quei territori che da lì doveva passare Pedemontana. La devastazione ambientale sarà gravissima. Sono state raccolte firme e sono state organizzate diverse iniziative. In quella zona i sindaci e i politici stanno facendo tanto per salvare le aree verdi”. Luca Onorato ha sottolineato l’impatto che la nuova autostrada avrà sull’ambiente. “I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. In pianura Padana, a causa della conformità geografica, gli effetti saranno amplificati. Non ha senso portare altro cemento e altre strade.