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OpenLab, il futuro della ricerca è qui. Parola di Caimi

14 marzo 2024 | 16:26
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OpenLab, il futuro della ricerca è qui. Parola di Caimi

Non c’è sviluppo senza una ricerca vicina alle persone. Alla Caimi di Nova MIlanese il progetto OpenLab è la frontiera del design di domani. Costruiti nel 2020 i sette laboratori di ricerca sono messi a disposizione dall’azienda anche per le università.

Il design del benessere nasce dalla vicinanza alle persone e dalla ricerca di alto livello. Una tradizione che si ripete ancora oggi dopo 75 anni di attività. E’ la storia della Caimi, un diamante incastonato nella Brianza produttiva che sforna brevetti e colleziona premi tra cui ben tre Compassi d’oro dell’Adi.  ‘Close to the people, close to the future’ è il payoff che l’azienda ha scelto per il suo nuovo company profile. Un motto più che mai azzeccato che fotografa l’intento che da sempre anima le idee e i prodotti concepiti nella storica sede di Nova Milanese. Tanta strada compiuta, tanta ancora da percorrere e in mezzo l’OpenLab, un progetto di ricerca sull’acustica, tra i più avanzati in Italia, costruito nel 2020 sullo stesso terreno da cui è partita l’avventura del primo brevetto: la ‘schiscetta’.

La ricerca come pilastro che regge l’idea 

L’anno segnato dal Covid-19 è stato uno spartiacque per molte persone. Anche per il team della Caimi che, invece di fermarsi, ha concretizzato un sogno. “Proprio sul luogo dove sorgeva il capannone con le presse che hanno dato vita alla ‘Schiscetta’ adesso sorge il nostro Centro Ricerche – spiega Franco Caimi, membro del cda dell’azienda di famiglia. – Si tratta di una struttura tra le più avanzate in Italia che noi mettiamo anche a disposizione delle università che intendono fare ricerca in campo acustico. Gratuitamente”.  OpenLab è formato da sette laboratori costituiti da tre camere dotate di una sofisticatissima tecnologia, collegate con altre aree dedicate dotate di postazioni in grado di registrare tutti i  dati che provengono dall’interno. Le camere consentono di effettuare prove acustiche e fisiche in assenza totale di rumore e onde elettromagnetiche fino al massimo riverbero.

Uno dei laboratori della Caimi in cui si monitorano dati sul suono e sui suoi effetti nell'ambiente

Nell’OpenLab una camera dove il suono è ovunque 

La camera riverberante (Rev Lab) è stata progettata per riprodurre il massimo del disturbo sonoro in modo da sperimentare diversi tipi di soluzioni che consentano, in un ambiente reale, di assorbire l’eco e rendere quindi l’esperienza di permanenza più piacevole. Le implicazioni sono numerose: in questo spazio i tecnici della Caimi possono monitorare l’effetto dell’introduzione di alcuni elementi di arredo prodotti con tessuto e materiali fonoassorbenti. Ma non solo: è anche possibile effettuare prove per comprendere l’effetto che il rumore, o il riverbero in questo caso, ha sui nostri parametri vitali. La ricerca non è solo finalizzata alla produzione di oggetti. Conta anche la misurazione delle implicazioni che si hanno quando una persona è sottoposta al rumore.

La voce impercettibile delle cose 

Lo sapevate che tutti gli oggetti risuonano nello spazio? E’ impressionante battere le mani davanti a un comunissimo vaso di porcellana e sentire che tintinna. Ciò accade sempre, solo che negli ambienti in cui viviamo il disturbo è talmente elevato che il nostro orecchio non riesce a percepire tutto ciò che accade intorno a lui. L’esperienza all’interno del SuperNova Lab è sublimante. “Non solo qui c’è il silenzio assoluto – spiega con un giusto orgoglio Franco Caimi -. La camera è completamente isolata dal punto di vista delle onde elettromagnetiche. Il sofisticato sistema che compone la struttura prevede un guscio appositamente studiato da noi, nei minimi dettagli anche delle viti utilizzate per l’assemblaggio, per schermare le onde. All’interno si trovano elementi fonoassorbenti di ben 18 forme diverse, posizionati secondo una logica che consente di ottenere il silenzio assoluto”. E davvero l’esperienza del silenzio ha un potere terapeutico: si riesce a sentire il battito cardiaco e addirittura, prestando attenzione, il flusso del sangue nel proprio corpo.

Laboratorio con microscopio alla Caimi

OpenLab per la ricerca sui materiali 

La progettazione di un tessuto fonoassorbente richiede anni di sperimentazione. “Le fibre a disposizione oggi sono moltissime – conclude Caimi -. La sfida vera è riuscire a metterle insieme per ottenere il massimo risultato”. Nella sezione di Openlab che si occupa di questa parte, il Micromax Lab, dedicato allo studio delle microstrutture, si lavora fino a 7 anni per poter ottenere un prodotto che risponda al meglio delle caratterisiche funzionali richieste. Tradotto in parole semplici, che assorba il rumore e consenta di creare le condizioni per un ambiente piacevole. Un valido aiuto proviene anche dai risultati che si ottengono sulla misurazione della provenienza del suono. Tutto questo avviene nell’Habitat Lab, dove si analizza l’espansione del suono e si modifica l’acustica in tempo reale. Come? Schemrandolo o semplicemente attutirlo introducendo uno dei tessuti fonoassorbenti brevettati. 

I tre Compassi d'Oro vinti da Caimi

Un’azienda con un occhio costante al futuro

75 anni di storia e 1168 brevetti depositati, il 98 per cento dei componenti completamenti riciclabili. Senza tralasciare 72 premi, tra cui i tre compassi d’oro dell’Adi. Sono solo alcuni dei numeri che l’azienda di Nova Milanese può vantare e che celebrerà in una mostra, dal prossimo 5 aprile all’ADI Design Museum di  Milano, per celebrare il felice connubio tra ricerca, tecnologia e stile.