Sparatoria di Seregno, arrivano le condanne: il movente è amoroso

Al centro di questo tragico scenario si staglia un legame sentimentale interrotto, una storia d’amore che ha preso una piega pericolosa, portando alla resa dei conti armata tra i due clan.
Sparatoria di Seregno, la Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Monza ha pronunciato la condanna a 9 e 8 anni di reclusione per cinque individui coinvolti nel violento episodio dell’11 luglio 2023, quando decine di bossoli vennero esplosi in pieno giorno. Un sesto imputato è stato condannato a un anno con l’accusa di favoreggiamento nei confronti dei fratelli coinvolti, principali protagonisti dell’alterco.
L’episodio, avvenuto nell’estate del 2023, ha visto contrapposti due gruppi di calabresi, pronti a infliggersi la massima pena: la morte. Al centro di questo tragico scenario si staglia un legame sentimentale interrotto, una storia d’amore che ha preso una piega pericolosa, portando alla resa dei conti armata tra i due clan.

LE INDAGINI
Le indagini, avviate dai Carabinieri di Seregno immediatamente dopo i gravi fatti dell’11 luglio hanno permesso di ricostruire che quel giorno i due fratelli, mentre erano a bordo di un furgone lanciato ad alta velocità nel centro cittadino, avrebbero esploso una decina di colpi d’arma da fuoco nei confronti della Fiat Punto con a bordo un 56enne, ferito alla schiena. A bordo dell’auto anche i suoi due figli di 29 e 31 anni, tutti anche loro di origini calabresi e domiciliati in Brianza. 500 metri di manto stradale con decine di bossoli in terra. L’uomo, poi dichiarato fuori pericolo, si era poi recato all’ospedale di Desio dopo i colpi esplosi dal commando di uomini armati. Operato, i due proiettili erano stati estratti senza lesionare organi interni.
I contorni sono quelli di una vera e propria spedizione punitiva: i militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno ascoltato i testimoni e visionato i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.

Poi la clamorosa svolta con l’arresto dell’uomo ferito e deii suoi due figli che, secondo gli inquirenti, avrebbero iniziato loro il conflitto. Con spregiudicatezza e ferocia, non avrebbero avuto remore ad aprire il fuoco tra la gente e nelle vicinanze di un oratorio. Alle prime luci dell’alba del 22 luglio, a Catanzaro e Laureana di Borrello (RC), con un dispositivo complessivo di circa 95 unità, i carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza, con il supporto dei reparti dell’Arma territoriale di Catanzaro e di Reggio Calabria, era stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 19 luglio dall’Ufficio del GIP del Tribunale di Monza, nei confronti del 56enne e dei suoi due figli di 31 e 29 anni, tutti indagati per tentato omicidio e porto illegale di arma da sparo in luogo pubblico.
L’indagine, grazie all’analisi di video-sorveglianza, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e rilievi tecnici sul luogo del crimine, ha portato alla scoperta dei primi presunti responsabili, due fratelli di origini calabresi di 28 e 48 anni. I due erano stati arrestati a Cesano Maderno il 13 luglio, prima che potessero intraprendere la fuga verso una destinazione ignota con un’autovettura Mini “pulita” che era stata portata loro da un terzo uomo già con il pieno di carburante.

Successivamente, l’analisi balistica dei RIS di Parma il giorno dopo il rinvenimento della pistola Star B. Echeverria Eibar España SA cal. 7.65 mm con matricola punzonata (avvenuto in data 14 luglio a pochi metri dal termine della corsa della Fiat Punto), aveva permesso di chiarire che il conflitto a fuoco sarebbe iniziato dagli uomini a bordo della Fiat Punto – destinatari dell’ordinanza – che, incrociato il furgone Iveco Daily 35, dopo aver esploso sette colpi in sequenza senza andare a segno, si sarebbero ritrovati a essere inseguiti e oggetto dell’azione di fuoco della parte avversa.