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/Il diario di viaggio degli studenti del Vanoni alla volta dei Balcani. Giorno 4
23 aprile 2024 | 09:15

Gli studenti della 4E indirizzo Turismo del Vanoni ci portano in viaggio con loro raccontandoci giorno per giorno il loro tour nei Balcani.
Sono in viaggio alla scoperta dei Balcani da venerdì 19 e, dopo la prima, la seconda e la terza, oggi studenti della 4E dell’indirizzo turismo dell’istituto Ezio Vanoni ci porteranno con loro nel loro quarto giorno di viaggio al fianco di Viaggi Diversi.
Il tour nei Balcani: 4° tappa
Il risveglio ad Ocrida è accompagnato dai raggi del sole che rapidamente abbracciano la vasta superficie del lago. Un lago tanto grande da sembrare un piccolo mare.

Dopo il check out dall’hotel la destinazione di giornata è Bitola, seconda città della Macedonia e antico luogo di passaggio di antiche rotte commerciali. Durante il viaggio, tra le montagne del parco nazionale del Pelister, il gruppo ha incontrato un po’ di sconforto a causa del continuo cambiamento del tempo, si entrava e usciva da dense nubi appollaiate sulle cime delle montagne. Fortunatamente a Bitola siamo stati accolti da una giornata di sole.
Abbiamo visitato alcuni luoghi che rendono la città ricca di diversità e cultura.
Abbiamo visitato alcuni luoghi che rendono la città ricca di diversità e cultura.

Partiamo dalla Chiesa di San Demetrio: uno splendido edificio religioso che si trova nel centro della città ed è un esempio di architettura neobizantina. È dedicata al patrono della città, San Demetrio di Salonicco, e presenta un’iconostasi in legno intagliato impressionante. Ci fermiamo a lungo ad ammirarla.

Roberto – uno dei nostri compagni responsabili delle visite di oggi – ci accompagna poi alla Torre dell’orologio, dove ci spiega che fu costruita durante la dominazione turca: la leggenda vuole che per consolidarne la costruzione i sovrani ottomani abbiano chiesto alla popolazione 60.000 uova da unire alla malta.

Davvero imponente la Moschea di Yeni il cui esterno è molto semplice, unico ornamento sono i mattoni che incorniciano porte e finestre. La moschea è l’unica nella Macedonia del Nord ad avere avuto un impianto con più minareti, di due di questi rimangono solo le basi.
L’ultima tappa mattutina è stato il vecchio bazar, il mercato della città, famoso per le sue strade strette, affollate di negozi, caffè, taverne e bancarelle che offrono una vasta gamma di prodotti tradizionali, artigianato locale, abbigliamento e souvenir. Cataste di pomodori, erbe, verze, patate, finocchi, fragole e mele, rendono coloratissima la sua visita. E pur semplice, è bello osservare la gente che vende e che compra.

Ci siamo fermati lì per pranzo, ironia della sorte, pur con qualche difficoltà a trovare un posto in cui mangiare! Questo perché in un quartiere assolutamente non turistico molte locande non accettano euro o carte di credito, ma solo contanti in moneta locale, il dinaro macedone. Il lato positivo e che con una spesa equivalente a qualche euro si può pranzare.
Nel pomeriggio abbiamo percorso un lungo tragitto per raggiungere il sito archeologico di Heraclea , poco fuori città, in mezzo a belle colline che di questa stagione sono ricoperte da un bosco verdissimo.

Questo sito archeologico è di grandissimo valore e presenta (o dovrebbe presentare) dei mosaici ben conservati, che in questo momento per la maggior parte non sono visibili perché coperti.
Heraclea fu fondata da Filippo II di Macedonia verso la metà del IV secolo a.C., dopo che aveva conquistato la regione circostante della Lincestide e l’aveva incorporata nel suo Regno di Macedonia. La città fu nominata così in onore dell’eroe della mitologia greca Heracles, da noi meglio conosciuto come Ercole. L’epiteto Lynkestis della regione di cui Heraclea era capoluogo significa “la terra della lince” in greco. Quando i Romani conquistarono la Macedonia e distrussero il suo potere politico, fecero di Heraclea una importante fermata lungo la Via Egnatia, un proseguimento di oltre 1000 km della Via Appia che attraversava i Balcani da ovest a est e si dirigeva verso l’odierna Turchia. La prosperità della città fu mantenuta principalmente grazie a questo continuo passaggio commerciale.

Abbiamo esplorato il sito fino ad arrivare al teatro, ci siamo seduti sugli spalti e abbiamo iniziato a cantare godendoci un paesaggio a dir poco stupendo. Infine abbiamo fatto lo stesso percorso a ritroso per tornare al pullman e iniziare il lungo viaggio verso Kalambaka, cuore della Grecia e cittadina distesa ai piedi dei monasteri di Meteora.
Nel nostro viaggio verso sud abbiamo dovuto attraversare prima la frontiera di uscita dalla Macedonia e poi quella di ingresso in Grecia, nonostante entrambe fossero completamente prive di traffico i tempi per i controlli sono stati piuttosto lunghi. Il successivo viaggio è durato molto ed è stato pesante per tutti: belle ma impegnative le strade che si inoltrano tra i mondi del Pindo.
Arriviamo al buio e, tempo di lasciare i bagagli in camera, si va dritti alla meritata cena. Restate con noi perché domani dovremo affrontare un lungo percorso di visita dei monasteri delle Meteore.
Daniela Salvi