Licenziamenti Flowserve Valbart di Mezzago: dipendenti in sciopero

Grande mobilitazione davanti allo stabilimento della multinazionale americana. I sindacati: “Non accetteranno mai un piano di licenziamenti e la perdita di decine posti di lavoro.”
“No ai licenziamenti” è la voce dei lavoratori della Flowserve Valbart di Mezzago che oggi, 24 aprile, hanno scioperato con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento della multinazionale americana di via delle Industrie, dopo l’annuncio di un licenziamento collettivo per 61 dipendenti.
La decisione dell’azienda, che si occupa di produzione e commercializzazione di valvole industriali, era stata comunicata ad inizio aprile e i sindacati vista la chiusura dei vertici nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali hanno proclamato sciopero dalle ore 8 alle ore 12 di oggi. “All’inizio dell’anno l’azienda aveva manifestato forti preoccupazioni e difficoltà sull’andamento economico aziendale e criticità sui costi, ma sicuramente non ci aspettavamo una decisione così drastica” commentano Fiom Cgil e Fim-Cisl territoriali.
“Chiediamo che nessun lavoratore venga buttato in mezzo a una strada, solo perchè un’altra multinazionale ha deciso di spostare la produzione in un paese a basso costo. Questa cosa è inaccettabile” spiega Adriana Geppert della Fiom Cgil Monza e Brianza. “C’è una ripresa del business dell’azienda, con aumento di fatturato e ordinativi sia nel 2023, che nel 2024. Ma oggettivamente c’è anche un problema di riduzione della marginalità che dal nostro punto di vista è frutto di una gestione inadeguata portata avanti negli anni e questo prezzo non è giusto farlo pagare ai lavoratori”.
“Già nel 2020 la Flowserve aveva fatto dei tagli al personale con la riduzione dell’organico di 45 dipendenti, solo che allora c’era la volontarietà delle persone. Adesso no” – aggiunge Gloriana Fontana della Fim Cisl Monza Brianza Lecco. I sindacati si interrogano a questo punto anche sui piani futuri della Flowserve: “Nel 2020 c’è già stata una riorganizzazione con la diminuzione di dipendenti, adesso siamo a 179 occupati e ne vogliono lasciare a casa altri 61, vorremmo anche capire che tipo di prospettive industriali e di permanenza ci sono qua a Mezzago”.
La preoccupazione e la tensione è tanta, al presidio era presente anche il segretario generale della Cgil MB, Walter Palvarini che teme sulle scelte future della multinazionale che ha una sede anche a Desio.
IN CAMPO ANCHE LA POLITICA
Già il sindaco di Mezzago Massimiliano Rivabeni dopo l’annuncio dei licenziamenti aveva manifestato la sua vicinanza ai lavoratori. Mentre oggi davanti ai cancelli c’era il candidato sindaco Giorgio Monti, di Mezzago Democratica. La questione è arrivata anche sui banchi della Regione Lombardia dove è fissata un’audizione per giovedì 2 maggio. “Saputa la situazione mi sono mosso per velocizzare la convocazione di un’audizione in Commissione Attività produttive del Consiglio regionale così da comprendere la situazione dell’azienda e ascoltare le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Chiediamo che Regione Lombardia metta in campo ogni azione possibile al fine di arrivare a soluzioni positive in questa vicenda, con l’obiettivo di tutelare la produzione ma soprattutto di scongiurare il licenziamento dei lavoratori” ha spiegato Alessandro Corbetta, consigliere regionale e Capogruppo della Lega in Lombardia.
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