
Il monumento ai caduti del Covid è stato progettato dagli studenti dell’Istituto Meroni ispirandosi e imitando la natura.
L’albero come simbolo di rinascita diventa un monumento in memoria delle vittime del Covid. Lissone non sceglie quindi una classica targa commemorativa, ma una struttura in simbiosi con gli elementi naturali progettata dai giovani studenti dell’Istituto Meroni. “La pandemia ha stravolto completamente le nostre vite sia per i più giovani, impedendo la socialità e bloccando il loro percorso di crescita, sia per i più anziani che purtroppo hanno anche perso la vita. – dichiara il sindaco di Lissone Laura Borella – Si è voluto condividere questo momento con l’istituto Meroni con la volontà di ricordare quel periodo con un monumento che richiamasse però anche convivialità e rigenerazione“.

La struttura, alta circa 3 metri, metterà radici tra una decina di giorni in piazza IV Novembre e sarà realizzata in materiali biodegradabili e riciclabili. L’albero fungerà anche da luogo d’incontro ed aggregazione donando alla città un nuovo e verde arredo urbano.
Un verde monumento ai caduti del Covid
Come svelato dal modello in argilla e dai render digitali, la chioma dell’albero raccoglie l’acqua piovana e tramite i pannelli fotovoltaici assorbe l’energia solare per restituirla sotto forma di luce notturna. Il tronco fungerà inoltre da bosco verticale, mentre le radici saranno un serbatoio d’acqua interrato.
“Durante il Covid la scuola è stata la prima a dover reagire colmando la distanza con i ragazzi rimasti da soli a casa. – spiega la dirigente scolastica Valentina Calì – Il nostro istituto è stato infatti il primo a attivare la didattica a distanza, ma di questo devo ringraziare il professore Lucio Casciaro. Si tratta di un monumento simbolico realizzato dagli studenti del corso serale per cui ringrazio anche la professoressa Torre e il professor Valentino”.

L’opera non è solo simbolica, ma un esempio delle capacità ingegneristiche degli alunni osservando e prendendo ispirazione dalla natura. Il guscio esterno del tronco è realizzato in pannelli in fibra di cocco, prodotto biodegradabile e incubatore per semi, senza dimenticare le aperture nascoste per l’ispezione e lo svuotamento del cono ad imbuto.
“Con questo progetto vogliamo esprimere anche un senso di rinascita e infatti i ragazzi non hanno progettato una classica targa commemorativa. – racconta il collaboratore vicario Lucio Casciaro – L’argilla deve ora essere cotta, ma tra una decina di giorni tornerà in loco”.
