Scienza

La onlus monzese Paolo Zorzi per le Neuroscienze, motore del progresso sull’autismo

Ha sostenuto il "locale tecnologicamente assistito" per la diagnosi precoce inaugurato il 17 aprile all’IRCCS Santa Maria Nascente - Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano.

associazione paolo zorzi autismo don gnocchi

L’associazione monzese Paolo Zorzi per le Neuroscienze, motore del progresso scientifico nel campo dell’autismo. Lo scorso 17 aprile, presso l’Unità di Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva dell’IRCCS Santa Maria Nascente – Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, diretta dalla dottoressa Anna Cavallini, è stato inaugurato un locale tecnologicamente assistito per le osservazioni, valutazioni e trattamenti dei bambini con Disturbo dello Spettro dell’ Autismo. A sostenere la ricerca è stata l’associazione monzese che da anni collabora con l’Unità di Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva dell’Istituto di via Capecelatro su forte impulso del presidente Enio Fontana. Il risultato è uno spazio ad alto contenuto tecnologico che consente la diagnosi precoce di autismo in bimbi molto piccoli, che magari abbiano fratelli o sorelle cui la diagnosi sia già stata fatta.

CON LA ONLUS PAOLO ZORZI, LA TECNOLOGIA NEL CAMPO DELL’AUTISMO

A compiere la piccola magia, il cui fondamento è tutto scientifico, è un sistema di telecamere, sensori di movimento, microfoni finalizzati ad acquisire nuove informazioni utili per meglio comprendere le caratteristiche di funzionamento dei bambini con ASD. E questi dati saranno molto utili in ambito clinico diagnostico, nella impostazione del trattamento riabilitativo e nella ricerca scientifica: vere enciclopedie della diagnostica da mettere a disposizione della ricerca.  Inoltre grazie alla presenza di uno specchio unidirezionale si potrà lavorare anche con i genitori per aiutarli a comprendere i momenti della seduta e i comportamenti del figlio o figlia.

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ENNIO FONTANA, PRESIDENTE DELLA PAOLO ZORZI PER LE NEUROSCIENZE ONLUS

Il presidente dell’associazione di Monza Paolo Zorzi per le Neuroscienze, Enio Fontana, non si sofferma sui dettagli scientifici né sui fronzoli, “è un imprenditore”, scherzano i suoi collaboratori: pragmatico e poco incline alla retorica. Ma mette a fuoco quel dettaglio che riporta l’argomento su un piano molto umano: “è un metodo che non disturba il bambino mentre gioca”, dice, riferendosi al valore aggiunto di una raccolta dati che non impone ai piccoli l’interazione con l’altro (spesso faticosa per i bambini dello spettro autistico). “E’ sempre un’emozione – aggiunge Fontana – quando si riesce a ottenere un risultato in questo tipo di attività. E quando si vedono i bambini reagire positivamente. Dà la consapevolezza che possiamo dare qualcosa di importante per rendere sempre migliore la loro vita”. E lo sguardo è già puntato avanti, come gli imprenditori sono abituati a fare: “l’idea è quella che il progetto si realizzi anche in altre strutture”. D’altra parte il bisogno è statisticamente provato: in Lombardia i bimbi colpiti sono 1.600 con 134 nuovi casi diagnosticati al mese.

UN IMPEGNO SU PIU’ FRONTI

La Paolo Zorzi e l’autismo: un legame di lunga data. Attualmente all’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Don Gnocchi, l’associazione Paolo Zorzi sostiene già due progetti di ricerca sull’autismo, in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’ Università di Torino. Il primo “ERISIBS“(Early Recognition and Intervention in Siblings at High-risk for Neurodevelopmental Disorder) è volto alla presa in carico precoce di bambini di pochi mesi, fratellini o sorelline di bambini con autismo; il secondo, “RISCALE“(Interactive Mirroring Games with Social Robot – IOGIOCO- and Robotic System Adapted Into a Clinical Scale) è finalizzato a promuovere l’ acquisizione di gesti a scopo comunicativo nei bambini autistici sotto i 6 anni coinvolgendo nella seduta riabilitativa il robottino umanoide NAO.

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Nel reparto sono in carico riabilitativo ambulatoriale più di un centinaio di bambini con diagnosi di ASD ed è attiva una équipe multidisciplinare – formata da medici neuropsichiatri, psicologi, psicomotricisti, logopedisti, fisioterapisti, educatori – dedicata alla diagnosi precoce e alla presa in carico tempestiva del bambino piccolo con ASD.

Sulla stanza tecnologicamente assistita, la dottoressa Cavallini ha spiegato:  “Siamo grati all’Associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus, Che ha sostenuto questo progetto anche finanziando una borsa di studio annuale per una ricercatrice di UNIMIB. La stanza tecnologicamente assistita, rappresenta uno spazio bello, luminoso, colorato, pensato per l’uso dei materiali al gioco del bambino piccolo. Il locale, che nasce con una finalità prettamente di ricerca, verrà utilizzato anche in ambito clinico diagnostico e riabilitativo ottimizzandone al massimo l’utilizzo”.

Il progetto ha un valore di 40mila euro e costituisce uno dei tanti promossi grazie all’impegno dell’associazione monzese la quale coglie l’occasione per un ringraziamento ai suoi tanti sostenitori.

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