“Pov, punti di vista sull’arte”, i meme della scuola Pertini di Desio

Utilizzando il linguaggio dei social e dei meme, gli studenti della 3D della scuola media Pertini hanno dato un significato nuovo ai quadri del Neoclassicismo e Romanticismo. L’idea è del professor Gabriele Bognanni che già lo scorso anno aveva proposto un modo originale per studiare l’arte.
L’immagine del dipinto di Friederich, “Viandante sul mare di nebbia”, considerato il manifesto della pittura romantica tedesca, accompagnato dalla scritta: “Pov: io quando ho due capitoli di storia da studiare”. Il celebre quadro “La morte di Marat”, con il commento: “Pov: Mia mamma che vede la pagella di questo quadrimestre”. Sono alcuni dei “meme” realizzati dagli studenti del professore di storia dell’arte Gabriele Bognanni, insegnante alla scuola media Pertini dell’istituto comprensivo Tolstoj di Desio. Le ragazze e i ragazzi della 3 D hanno interpretato alcuni quadri del Neoclassicismo e Romanticismo, usando il linguaggio attuale dei “meme”.
“Pov” , ovvero “Point of View”, è l’acrconimo che spopola su Instagram e Tik Tok.

Le idee originali del prof
“Pov -punti di vista sull’arte” è il titolo dato all’iniziativa del professore, che lo scorso anno aveva proposto un altro modo originale per studiare la storia dell’arte. Aveva chiesto ai suoi studenti di interpretare alcuni dipinti famosi, come Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello o L’Ultima Cena di Leonardo, mettendosi in posa proprio come i personaggi dei capolavori. I “quadri” fotografati erano poi stati pubblicati sui social. Con la stessa fantasia e originalità, quest’anno il professore ha proposto di conoscere le opere d’arte del Neoclassicismo e Romanticismo usando un linguaggio ben conosciuto dai più giovani, quello dei social.
I meme: un modo per memorizzare le opere d’arte
“L’ idea – spiega l’insegnante – è nata durante un momento in cui i ragazzi, giocando ad un gioco in scatola sui meme, associavano delle fotografie a situazioni insolite e frasi divertenti. I ragazzi erano molto coinvolti da questo gioco e quindi ho pensato di sostituire le foto ad alcune opere d’arte che stiamo studiando. Ho notato che gli studenti faticavano a memorizzare titoli e autori e allora ho provato a proporre questo ‘gioco’, per cercare di ottenere lo stesso risultato del gioco in scatola. In effetti è andata così. Non solo hanno utilizzato le immagini che avevamo studiato, ma ne hanno cercate altre, anche meno note, che si adattassero a situazioni di vita scolastica”.

“Il linguaggio dei social può diventare strumento utile per studiare la storia dell’arte”
I meme sono ben fatti e divertenti. “Pov: io dopo due settimane di vacanze di Natale che riesco ad arrivare in orario a scuola” è la scritta che accompagna il dipinto di Napoleone che valica il Gran San Bernardo. E ancora: “Pov: la classe dopo la gara dei 1000 metri per la gara di atletica” sul dipinto della Zattera della Medusa. In alcuni meme vengono anche citati i professori. “ll risultato finale è stato molto divertente non solo per i ragazzi, ma anche per me e i colleghi che si sono ritrovati coinvolti nei meme – afferma il professor Bognanni – Inoltre, i ragazzi sono riusciti a memorizzare titoli e autori dei quadri studiati. È stata coinvolta la classe terza D, ma già altre classi, appena hanno visto i loro lavori, mi hanno chiesto di poterci lavorare. Se c è una risposta positiva, vuol dire che l’obiettivo è centrato: un linguaggio apparentemente futile e superficiale come può sembrare quello del mondo dei social e dei meme, se usato a scopo didattico, può anche diventare uno strumento utile per studiare la storia dell’arte”.
