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Concorezzo, la scuola dell’infanzia di via XXV Aprile ancora al centro di polemiche

8 maggio 2024 | 16:23
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Concorezzo, la scuola dell’infanzia di via XXV Aprile ancora al centro di polemiche

Nelle ultime settimane è intervenuta anche la Fondazione Vago, puntando il dito contro un bando “proibitivo” a cui la maggioranza ha subito risposto.

Concorezzo. La questione scuola dell’infanzia di via XXV Aprile continua a scaldare gli animi a Concorezzo. Nonostante la sua gestione sia nelle mani, già da qualche mese, dell’ente vincitore del bando, Frasi Srl, la scuola resta al centro delle polemiche.

L’attacco della Fondazione Don Enrico Vago

L’attacco questa volta è stato lanciato dalla Fondazione Don Enrico Vago, costituita da cittadini concorezzesi, che tramite la propria pagina Facebook ha rilasciato una nota in cui dice che: “Abbiamo letto con grande sorpresa il volantino distribuito dalla colazione che sostiene la candidatura di Mauro Capitanio per le prossime elezioni amministrative in merito all’affidamento della gestione della scuola di via XXV Aprile.

concorezzo asilo comunale via xxv aprile - mb

La fondazione punta il dito sui soggetti che potevano partecipare alla gara. “Attraverso un bando europeo, l’amministrazione comunale ha affidato la gestione della scuola ad una società estranea alla nostra realtà cittadina. Realtà che è l’unico soggetto che ha partecipato al bando. La nostra sorpresa nasce, in particolare, dalla leggerezza e dalla falsità con cui nel volantino si afferma “Chi poteva partecipare al bando? … Accesso a tutti i soggetti interessati, comprese le Fondazioni …”.

Dopo la manifestazione della volontà dell’amministrazione comunale di abbandonare al proprio destino la storica scuola dell’infanzia comunale, la Fondazione, Ente del Terzo Settore, ha condiviso col Sindaco il proprio desiderio e il proprio impegno per mantenere la gestione della scuola dell’infanzia nelle mani responsabili e appassionate di una realtà cittadina.”

Scuola via XXV Aprile Concorezzo

La rinuncia

La Fondazione avrebbe voluto concorrere al bando con una propria offerta ma: “Il capitolato e il disciplinare di gara, concordati fra amministrazione comunale e Centrale Unica di Committenza della Provincia di Monza e Brianza, non abbiano contemplato la possibilità di partecipazione di Enti del Terzo Settore. Oltre a questo erano molteplici le condizioni proibitive per partecipare. Ad esempio l’iscrizione alla Camera di Commercio, la presentazione di due referenze bancarie, a garanzia di copertura di un importo di oltre 6 milioni di euro per la gestione ventennale della scuola.”

“Con grande rammarico la Fondazione ha dovuto quindi desistere dal presentare la propria candidatura per la gestione della scuola dell’infanzia e delle nuove sezioni Primavera. Per il bene dei nostri bambini ci auguriamo che il nuovo gestore possa offrire loro una valida proposta educativa, nonostante la manifesta incapacità dell’amministrazione comunale di valorizzare l’impegno di realtà locali che desideravano mettersi in gioco” ha chiuso la Fondazione.

Lista civica Capitanio Sindaco

La risposta della lista Capitanio

“Come Lista Civica abbiamo voluto analizzare i documenti della concessione della scuola XXV Aprile e riportare sul piano tecnico la questione – ha spiegato Andrea Arizzi, coordinatore della Lista Civica Capitanio Sindaco-. Crediamo, infatti, che questioni sensibili per la città e le famiglie, come appunto la scuola, non debbano diventare oggetto di polemica politica ma vadano invece preservate (anche e soprattutto) in questo clima pre elettorale.”

Per rispetto della scuola, dei lavoratori della XXV Aprile e per rispetto delle famiglie è necessario essere precisi e attenersi ai fatti e ai documenti. Come Lista Civica abbiamo voluto dare un contributo tecnico con un’attenta analisi dei documenti e della normativa necessaria a riportare l’attenzione pubblica sulla realtà dei fatti.”

Sulla partecipazione degli enti

La lista specifica che: Nel codice si intende per […] l) «operatore economico», qualsiasi persona o ente, anche senza scopo di lucro, che, a prescindere dalla forma giuridica e dalla natura pubblica o privata, può offrire sul mercato, in forza del diritto nazionale, prestazioni di lavori, servizi o forniture corrispondenti a quelli oggetto della procedura di evidenza pubblica”. Ne consegue, che tutti i soggetti interessati costituiti nelle varie forme giuridiche previste e disciplinate dal nostro ordinamento, avrebbero potuto partecipare.”

Iscrizione alla Camera di Commercio

“Occorre precisare, da un lato, che gli enti senza finalità lucrative, che esercitano in modo sussidiario e non prevalente un’attività economica di natura commerciale (quale sarebbe stata la gestione di una scuola dell’infanzia) possono iscriversi al REA – Repertorio Economico Amministrativo –, istituito sempre presso le Camere di Commercio. Dall’altro, che il requisito dell’iscrizione presso la Camera di Commercio è espressamente richiesto ai sensi dell’art. 100, comma 3, del Nuovo Codice degli appalti. Come è evidente, dunque, non si tratta di un requisito “capestro” predisposto dall’Amministrazione comunale, bensì di un requisito di legge.”

Necessità di referenze bancarie e garanzia

La civica chiude: “Soprattutto per gli enti di nuova formazione, configura documentazione idonea, ad esempio, l’atto costitutivo da cui risulti il patrimonio dell’ente, o comunque, altra documentazione atta a dimostrare la capacità dell’ente di assumersi le obbligazioni oggetto del contratto di concessione, in caso di aggiudicazione. Quanto alla garanzia fideiussoria definitiva. Invece, trattasi parimenti di requisito indispensabile previsto ai sensi degli artt. 106 e 117 del Nuovo Codice degli appalti, di importo pari al 10% del valore dell’appalto, riducibile alla presenza di determinati requisiti. In sostanza, l’ente aggiudicatario avrebbe potuto presentare una fideiussione di importo frazionato, ossia pari al 2,5% (¼ di 10%) del valore del bando di gara, così come di durata quinquennale (rinnovabile di cinque anni in cinque anni).”

Qui la replica completa.