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Dalla Brianza al sogno Coverciano: intervista al neo-preparatore atletico professionista lentatese Simone Fossà

27 maggio 2024 | 11:30
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Dalla Brianza al sogno Coverciano: intervista al neo-preparatore atletico professionista lentatese Simone Fossà

Fresco di traguardo raggiunto, Simone Fossà ha raccontato a MBNews il dietro alle quinte del percorso per diventare preparatore atletico professionista.

Lentate sul Seveso. Nel calcio che conta oggigiorno la cura della propria salute, del proprio corpo e la cultura del lavoro sono elementi imprescindibili per poter emergere e aspirare a essere un atleta professionista, raggiungendo quel traguardo che ogni bambino sogna: un calciatore di successo. Proprio dietro il successo di un calciatore, ma meglio dire di un organico intero, c’è chi lavora giorno e notte per cercare di far emergere il talento e le prestazioni di ogni componente della squadra. In esclusiva MBNews ha intervistato il brianzolo Simone Fossà che nei giorni scorsi ha ottenuto l’abilitazione come preparatore atletico professionista presso il Centro Tecnico FIGC di Coverciano.

L’intervista

Grazie al traguardo che ho appena raggiunto sono diventato ufficialmente un preparatore atletico professionista. Più in generale, però, lavoro nel mondo del calcio da diversi anni. Dopo essermi laureato in Scienze Motorie, Laureato in Scienze Motorie, ho conseguito il master di I° livello in Teoria e Tecniche della preparazione atletica nel calcio presso l’Università Cattolica di Milano-FIGC (2022).

Da un punto di vista calcistico, ho avuto esperienze molto formative, come a Lugano con le squadre Under 17 e Under 19, per due anni, e attualmente dal 2022 sono preparatore atletico della Varesina, una squadra militante in Serie D, che quest’anno ha sognato la Serie C, non superando il turno dei playoff.

Cosa l’ha spinta a frequentare questo corso a Coverciano?

Essendomi per ora solo potuto confrontare con realtà dilettantistiche e semi-professionistiche, la mia aspirazione è quella di poter arrivare proprio ai professionisti, a cominciare dalla Serie C, per poi scalare le gerarchie e arrivare sempre più in alto.

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In cosa consiste?

Innanzitutto, c’è una selezione stringente per l’accesso: si viene ammessi tramite titoli, curriculum, e collaborazione con squadre; inoltre, serve anche possedere una licenza Uefa C.

Superata questa prima fase, c’è un esame orale e scritto a Coverciano. I punti ottenuti in queste prove si sommano a quelli dei titoli, e viene stilata una graduatoria: i primi 40 vengono ammessi, su oltre 200 candidati.

Le lezioni sono tenute da preparatori atletici professionisti che hanno fatto la storia, come Ferretto Ferretti e Giampiero Venturati. Oltre a queste figure, presenziavano anche allenatori, come Attilio Sorbi, questo perché all’interno del corso abbiamo fatto tante ore di tecnica, acquisendo la licenza Uefa B, la quale sommata con la licenza C, permette di ottenere anche la qualifica da allenatori. Questa particolarità è voluta dalla Uefa, in odo tale che un eventuale preparatore atletico possa avere la capacità anche di seguire e allenare i calciatori anche tecnicamente.

Com’è strutturato?

Le lezioni sono sia frontali che pratiche, e la parte più interessante sono stati i due stage. Il primo stage è stato alla Juventus, a Vinovo, dove ci hanno accolto a braccia aperte. Non abbiamo potuto lavorare con la prima squadra perché era impegnata con la finale di Coppa Italia, ma abbiamo collaborato con la Juventus Femminile e la Next Gen. Abbiamo trascorso due giorni lì, partecipando a lezioni, visitando gli allenamenti e le strutture, e ascoltando i racconti delle esperienze dei professionisti.

La settimana successiva, abbiamo svolto il secondo stage con la prima squadra del Genoa, a stretto contatto anche con il Mister Alberto Gilardino, dove il preparatore atletico ci ha guidati attraverso un allenamento completo. Abbiamo trascorso due giorni con loro, assistendo anche agli allenamenti in palestra. Questi due stage sono stati molto formativi.

Successivamente, siamo tornati a Coverciano per le ultime settimane, durante le quali abbiamo partecipato anche a lezioni a piccoli gruppi.

Cosa l’ha colpita di questa esperienza?

All’interno degli stage si respira davvero cosa significhi dedicare la propria vita lavorativa al calcio. È impressionante vedere come gli allenamenti vengano svolti in 90 minuti, con una perfetta coordinazione tra preparatori e allenatori. Il lavoro vero e proprio inizia dalle 7 di mattino e prosegue fino alle 20, con una programmazione accurata del carico di lavoro.

Quello che mi ha impressionato di più è stato il livello di professionalità, riscontrabile anche a livello di Serie D. Sia alla Juventus che al Genoa, seppur quest’ultimo sia un club meno aziendale rispetto alla Juventus, si respira un’aria di alta professionalità.