Dio benedica gli oratori estivi che salvano la società

Il caso di Arcore, con tre sedi, 700 iscritti e la crescita degli utenti delle medie: per le famiglie è un modo di staccarli da social e cellulari.
E’ un popolo nel popolo quello degli oratori estivi. Ad Arcore, questo popolo, vive per quattro settimane (dal primo lunedì dopo la chiusura delle scuole) in tre sedi differenti e raggiunge le 900 persone, tra animatori, educatori e ragazzi di primarie e secondarie. L’ambiente protetto, la proposta educativa semplice, la vita all’aperto e i costi ridotti sono manna dal cielo per le famiglie i cui genitori lavorano entrambi. Perché tra le discrasie della società italiana ci sono quei tre mesi di scuole chiuse ai quali fanno da contrappunto le sole 3 settimane di ferie per mamme e papà che lavorano da dipendenti. L’oratorio estivo di Arcore ne copre quattro, al costo di 25 euro alla settimana con 5 euro al giorno in più per ogni pasto, a meno che il ragazzo non torni a casa a mangiare o si porti il pranzo al sacco. I prezzi contenuti rispetto ai circa 100 euro settimanali (costi base) degli altri centri estivi fanno sì che le iscrizioni agli oratori estivi vengano prese d’assalto sistematicamente. Con un sold out nel giro di tre-quattro giorni dall’apertura on line.
I NUMERI DEGLI ORATORI ESTIVI DI ARCORE
Così ad Arcore la popolazione giovanile degli oratori estivi si è divisa tra la sede di Sant’Eustorgio (270 iscritti, con un tetto massimo di 200 per settimana), la sede di Bernate (210 iscritti per un tetto settimanale di 170), e la sede della Regina del Rosario (210 iscritti e 150 settimanali). Qualcuno è anche rimasto fuori dalle iscrizioni, ma, spiega don Gabriele Villa, si tratta di numeri piccoli, per lo più di ragazzi che abitano fuori Arcore. La folla di ragazzini è gestita nei tre oratori con l’aiuto di semplici volontari. Una cinquantina sono adulti, una novantina sono giovani animatori.
ORATORI ESTIVI: IL VALORE SOCIALE
Il valore sociale degli oratori estivi di Arcore è immenso e supera i confini delle appartenenze religiose. “E’ sempre stato così – spiega il responsabile don Gabriele Villa – ma sono molte le famiglie che si rivolgono all’oratorio anche per la proposta educativa, magari scegliendo qualche settimana e facendo poi provare ai figli anche altri centri estivi”.
SALGONO GLI UTENTI DELLE MEDIE: ANTIDOTO A SOCIAL E DEVICE
Un cambiamento però si registra e riguarda le iscrizioni delle scuole medie agli oratori estivi di Arcore. “Mentre gli iscritti delle primarie sono in leggero calo – dice il sacerdote – anche per la pluralità di proposte alternative degli ultimi anni, quelli delle scuole secondarie crescono“. Al punto che gli oratori sono stati appunto costretti a dire di no a qualcuno, per l’esubero dei numeri. Una delle ragioni dietro a questo fenomeno ha a che fare con l’iper connessione dei ragazzi e l’uso intenso di device, cellulari e social. “Sebbene, per età, questi ragazzi possano talvolta restare da soli a casa, mentre i genitori sono al lavoro – spiega don Gabriele – le famiglie spiegano chiaramente che l’oratorio estivo è per loro una garanzia che i figli si stacchino da questi apparecchi e vivano delle giornate attive, socializzando e muovendosi”. Da qui l’impennata delle iscrizioni per i ragazzi più grandi. Gli oratori differenziano la proposta educativa e, laddove possibile, anche gli spazi, a seconda delle fasce d’età.
Il servizio degli oratori estivi diventa di anno in anno più essenziale per la comunità ma la sua sussistenza è legata indissolubilmente ai volontari. Immancabile quindi l’appello del sacerdote: “per qualunque realtà di volontariato, l’invito a dare una mano è un classico di tutte le stagioni”. Ma don Gabriele fa un passo in più e racconta che l’esperienza, soprattutto per i giovani animatori, può trasformarsi in una soddisfazione non prevedibile.
ESPERIENZA VOLONTARI: L’EMOZIONANTE RACCONTO DI UN GIOVANISSIMO
“Una sera, negli scorsi anni, mi ha scritto via sms il nostro animatore più giovane, prima superiore. Aveva terminato la sua settimana all’oratorio estivo da 15 giorni e quella sera, per la strada, era stato preso d’assalto da un gruppo di ragazzini che aveva seguito qui in oratorio. Lo hanno riconosciuto, accerchiato, abbracciato sotto gli occhi allibiti dei suoi amici. Nel messaggio mi ringraziava per l’esperienza, incredulo ed emozionato per la festa che i bambini gli avevano fatto”.