Il pompiere “infedele” ai domiciliari: chiesto il patteggiamento

21 maggio 2024 | 12:48
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Il pompiere “infedele” ai domiciliari: chiesto il patteggiamento
Tribunale di Monza

Il vigile del fuoco ha ottenuto la misura anche grazie ad un primo bonifico effettuato a titolo di risarcimento ad una associazione che si occupa di assistere i familiari dei pompieri.

L’inchiesta sulla presunta corruzione al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Monza ha visto avanzare quattro richieste di patteggiamento e una di messa alla prova. Il primo tra gli imputati a voler patteggiare con la Procura di Monza è E. C. V., il pompiere addetto agli acquisti per l’ufficio automezzi, accusato di aver abusato del suo ruolo per ottenere tangenti dai fornitori, oltre a ricevere regali come buoni benzina. L’uomo, difeso dagli avvocati Paolo Rivolta e Monica Mariani, dopo l’udienza tenutasi lo scorso venerdì, ha ottenuto i domiciliari. 

LE INDAGINI

Al centro delle indagini un Vigile del Fuoco in servizio presso il Comando Provinciale di Monza e della Brianza che, secondo l’accusa, avrebbe abusato del proprio ruolo e delle proprie mansioni per lucrare indebitamente su commesse riguardanti l’acquisizione di beni e servizi per conto del Corpo di appartenenza. “Il Vigile del Fuoco avrebbe percepito somme di denaro per favorire fornitori compiacenti, due dei quali sono stati colpiti dalla misura cautelare. La moglie del Vigile del Fuoco è stata anch’essa posta agli arresti domiciliari, accusata di riciclaggio dei proventi corruttivi percepiti dal coniuge” spiegano dall’Arma.

Il vigile del fuoco ha ottenuto la misura anche grazie ad un primo bonifico effettuato a titolo di risarcimento ad una associazione che si occupa di assistere i familiari dei pompieri. 50 mila euro: a tanto ammonta il “debito” che lui e la moglie verseranno entro la fine del processo.