Ambiente

Nubifragi: le vasche volano “salvano” la Brianza, ma serve altro per reagire meglio al maltempo

BrianzAcque fa il punto sulla situazione della nostro territorio dopo le ultime ondate di maltempo: due fenomeni diversi per intensità e durata. Boerci: "paghiamo un decennio di impermeabilizzazione"

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- Foto d'Archivio

Brianza. Le vasche volano (circa una 30ina quelle dislocate in Brianza) hanno fatto il loro lavoro durante l’ultima ondata di maltempo che, comunque, ha messo in ginocchio diversi comuni del territorio . Ma, data la portata degli ultimi nubifragi di maggio, poteva andare anche molto peggio. A dirlo, Massimiliano Ferrazzini, Direttore del settore Pianificazione e Progettazione di BrianzAcque durante la conferenza stampa indetta ieri, lunedì 27 maggio, proprio per fare il punto sulla situazione in Brianza a seguito dell’ondata di maltempo del 14, 15 e 20 maggio. All’incontro, presenti ovviamente anche il Presidente Enrico Boerci,  l’ingegner Luca Bertalli, direttore dell’Ufficio Pianificazione, Modellazione e Autorizzazioni di Brianzacque e il climatologo Alessandro Ceppi. 

PIOGGIA DA RECORD A MAGGIO: UN NUBRIFAGIO COSÌ FORSE SOLO TRA 100 ANNI

Due fenomeni meteorici molto differenti l’uno con l’altro ma entrambi molto severi tanto che i disagi e i danni in Brianza non sono stati pochi. Il primo nubifragio è quello del 14 e 15 maggio: “In questo caso – spiega Ferrazzini – la pioggia è stata di media intensità ma costante, ha piovuto ininterrottamente per due giorni consecutivi. In 48 ore sono caduti tra i 100 e i 180 millimetri d’acqua. In crisi soprattutto quei comuni che hanno un reticolo idrico superficiale”.

BrianzAcque

Passata la prima “tempesta”, qualche giorno dopo, il 20 maggio, in Brianza si abbatte un nuovo nubifragio: “in questo caso a fare il danno maggiore è stata l’intensità – continua – i Comuni più colpiti Bovisio Masciago e Cesano Maderno (anche questo salvato dalla vasca) dove nel giro di un’ora sono caduti intorno ai 90 millimetri d’acqua”. Un’evento meteo, quest’ultimo, con un “tempo di ritorno” di 50 anni mentre quello del 14 e 15 maggio, per la sua eccezionalità, ha un “tempo di ritorno” di ben 100 anni. Un termine tecnico che  indica la probabilità che un evento si verifichi di nuovo e il tempo medio che intercorre tra il ripresentarsi di due eventi successivi di entità uguale o superiore.

“Più un evento è importante e impattante, minore è la sua probabilità di accadimento” ha spiegato l’ingegner Luca Bertalli, direttore dell’Ufficio Pianificazione, Modellazione e Autorizzazioni di Brianzacque.

BrianzAcque

LE VASCHE VOLANO “SALVANO” LA BRIANZA

Sono circa una trentina quelle dislocate in Brianza per una portata massima di 300mila metri cubi. Durante i due fenomeni meteorici di maggio, le vasche hanno fatto il loro lavoro: cioè trattenere l’acqua piovana per poi rilasciarla lentamente. Un esempio su tutti, Arcore: “tra i 16mila metri cubi dell’invaso che Brianzacque ha realizzato in via Monte Bianco, i 16mila del Roccolo e i 12mila della Val Fazzola sono stati circa 45mila metri cubi di acqua che sono stati trattenuti senza riversarsi sul territorio – spiega ancora Luca Bertalli – per rendere meglio l’dea: stiamo parlando di 45 mila litri di acqua, cioè 45 milioni di bottiglie da un litro, che se non fossero state trattenuti nelle vasche sarebbero andate altrove: strade, campi, cantine. Il danno sarebbe stato enorme”.

PRIMA LA SICCITÀ ORA LE PIOGGE DA RECORD

Il mese che si è appena concluso è stato il più piovoso del millennio, almeno degli ultimi 25 anni con 200 millimetri di pioggia caduti in più rispetto alla media mensile. Se un anno fa, in questo periodo, il problema era la siccità, ora siamo passati a quello opposto: le troppe piogge.

“Dal punto di vista termico dopo mesi e mesi di temperature sopra la media, il mese di maggio si è chiuso con circa un grado sotto la media stagionale del periodo ed è stata una primavera con una enorme variabilità dal punto vista delle precipitazioni e temperature” ha spiegato Alessandro Ceppi climatologo e ricercatore del Politecnico di Milano – finalmente dopo mesi e mesi di temperature sopra la media, la primavera è tornata a mostrarsi in tutta la sua vulnerabilità”.

BRIANZA SOTT’ACQUA: QUALI STRATEGIE ANCORA DA METTERE IN CAMPO PER SALVARE IL TERRITORIO DAI NUBIFRAGI?

Tecnicismi a parte, una domanda su tutte preme fare: cosa ancora c’è da fare per salvare la Brianza dall’acqua? “La Brianza è tra i territori più urbanizzati d’Italia e bisogna trovare il modo di deimpermeabilizzare il suolo, sostituendo un po’ di asfalto e di cemento con aree verdi e una visione diversa per il futuro in una ottica di collaborazione virtuosa con i comuni del territorio – sottolinea Enrico Boerci, presidente di BrianzAcque – Si tratta di interventi per cui occorrono investimenti e finanziamenti. Stiamo patendo decine di anni di impermeabilizzazione e non si può pretendere che la situazione si risolva in poco tempo. Quello che stiamo facendo è un percorso: ogni vasca in più e ogni intervento è un pezzo del puzzle che mettiamo per rendere la Brianza sempre più pronta a gestire meglio questi eventi meteorici eccezionali”.

 

 

 

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