Il traguardo

Agrate, la maestra Lella va in pensione: la sua passione per la scuola un esempio per tutti!

Dall'1 settembre l'insegnante elementare, raggiunti i limiti d'età, non entrerà più in classe. In quest'intervista ci racconta la sua carriera, iniziata nel 1977, le sensazioni che sta vivendo e cosa farà in futuro.

maestra Lella
La maestra Lella in classe con i suoi alunni

Agrate Brianza. La passione è il motore che accende la vita di ognuno di noi. Per fare l’insegnante, poi, è un elemento imprescindibile, l’unico che può permetterti, in un’attività lunga più di 40 anni, di aiutare diverse generazione di bambini a crescere. Sempre con il sorriso, la creatività e l’impegno di chi non ha mai smesso di amare il proprio lavoro.

Ecco perché Luisa Maria Sangiorgio, per tutti semplicemente Lella, maestra elementare all’Istituto comprensivo “Enzo Bontempi” di Agrate Brianza, terminato da pochi giorni il suo ultimo anno scolastico prima della meritata pensione, arriva a dire: “Se si trattasse solo di vivere i bambini e la didattica, nonostante i miei 67 anni me lo impediscano, avrei continuato ad insegnare con passione” afferma senza alcun dubbio.

Lella ha ancora qualche mese per abituarsi all’idea che dall’1 settembre non potrà più lavorare a scuola. Anche se i veri insegnanti in fondo restano tali per tutta la vita, insomma, tra poco sarà costretta a guardare avanti. Così, in quest’intervista, ci racconta un po’ della sua carriera, le sue emozioni attuali e cosa pensa di fare del tempo libero che avrà da ora in poi.

maestra Lella

ADDIO O ARRIVERDERCI?

Signora Lella, ha ormai terminato il suo ultimo anno scolastico di insegnamento. Come si sente in questo momento?

Sto provando sensazioni difficili da spiegare. Da un lato so che è finita la mia carriera da insegnante, iniziata nel 1977 e trascorsa in gran parte ad Agrate Brianza. Dall’altro ho tanti punti interrogativi da sciogliere e probabilmente mi renderò conto di quello che sta succedendo soltanto dall’1 settembre. Nel tempo ho conosciuto e lavorato con tante persone. Ne ringrazio in particolare due, Luciana Sala e Antonio Bonfanti, per ciò che mi hanno insegnato e per come mi sono stati accanto in questi anni.

Nei giorni scorsi le sue colleghe dell’Istituto comprensivo “Enzo Bontempi” di Agrate Brianza hanno voluto festeggiarla a scuola. Si è emozionata?

Si è trattato di una festa a sorpresa, io non avevo organizzato nulla in occasione della mia pensione anche perché da sempre ritengo che siamo tutti necessari e nessuno indispensabile. Sicuramente è stato bello e commovente essere circondata dall’affetto dei bambini di prima elementare, in particolare quelli della mia ultima classe, la 1° B, dei loro genitori e delle mie colleghe. Poi siamo andati a mangiare una pizza in un locale qui ad Agrate.

maestra Lella
I festeggiamenti per la pensione della maestra Lella

IL PERCORSO

Una carriera da insegnante lunga come la sua è difficile da sintetizzare e racchiudere in poche parole. Provi comunque a raccontarci, quali sono stati i momenti più significativi?

Mia madre mi avrebbe voluto segretaria d’azienda o in banca perché era un posto di lavoro sicuro. Io, però, dopo essermi diplomata alle magistrali, ho iniziato ad insegnare nel 1977. Dopo diversi anni da precaria come supplente tra Monza e Concorezzo, in cui per tre mesi ho anche insegnato nel reparto di ematologia pediatrica dell’Ospedale San Gerardo e svolto quattro anni di attività integrative comunali a Monza, nel 1994 sono passata di ruolo ad Agrate.

Mi sono fermata per la nascita di mia figlia Alice e quando ho ripreso mi sono spostata per due anni a Brugherio. Quindi sono tornata ad insegnare ad Agrate e non sono più mossa. Qui mi sono trovata a ricoprire diversi ruoli, dalla referente di plesso alla presidente di interclasse fino, dal 2005 al 2011, alla funzione di vicaria, esperienze che mi hanno fatto crescere professionalmente.

IL BILANCIO

Se dovesse definirsi, che insegnante è stata Lella?

Ho sempre dato un grande valore alla creatività e al disegno puntando molto sulla possibilità di scoprire insieme ai bambini le regole da imparare e sulla loro capacità di tirare fuori le cose, anche oltre le mie aspettative. Per questo ho sempre rifiutato la lezione frontale. La mia cattedra, infatti, l’ho tenuta in un angolo e ho sempre preferito mettere in mezzo ai bambini una scrivania piena di materiale di vario tipo.

maestra Lella

Una carriera iniziata nel 1977 avrà tanti momenti indimenticabili. Ne scelga uno che sicuramente ricorderà per sempre.

Una decina di anni fa accompagnavo dei bambini di quinta elementare in una gita a Napoli. Il pullman in autostrada, all’altezza di Roncobilaccio, si rompe. Restiamo bloccati in autogrill dalle 10 del mattino alle 16. I bambini sono stati fantastici nell’attendere tranquilli per tutte quelle ore. Mi sono rimasti impressi anche gli agenti di polizia che sono rimasti ad assisterci e non ci hanno abbandonato per tutto il tempo.

IL FUTURO

Lella, dal prossimo 1 settembre sarà in pensione. Che scuola lascia ad oltre 40 anni da quando ha messo piede per la prima volta in aula da insegnante?

Oggi come allora continuo a pensare che insegnare è un mestiere che non si può fare senza passione. La scuola, però, è cambiata molto negli anni. Quando ho iniziato la didattica era al centro dell’attività, poi hanno acquisito sempre più importanza la documentazione e la burocrazia e, negli ultimi anni, la digitalizzazione. Nel tempo sono cambiati i bambini, ma soprattutto il modo di interfacciarsi con i genitori che oggi, senza voler fare polemica, a volte sembrano più interessati ad aspetti marginali che agli eventuali problemi dei propri figli.

A questo punto come immagina le sue giornate da settembre in poi?

Di sicuro sono contenta di liberare mio marito e mia figlia dall’incombenza di dovermi accompagnare e venire a prendere a scuola visto che io non ho la patente. A parte gli scherzi, devo ancora pensarci bene. Non ritengo opportuno partecipare al progetto dell’Istituto comprensivo di Agrate, “Imparare facendo”, che mi permetterebbe di tornare un paio di volte a settimana nella scuola in cui ho lavorato per tanti anni.

Potrei, invece, decidere di diventare una volontaria dell’Associazione Cascina San Vincenzo che ad Agrate, proprio all’Istituto “Enzo Bontempi”, ha portato il progetto “Mosaico inclusivo” attraverso il quale ha coinvolto alcuni ragazzi autistici nello sviluppo di abilità artistiche, sociali e relazionali.

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