Monza, corteo e autorità in Villa Reale per la Cerimonia della Festa della Repubblica

Autorità civili, religiose, militari, associazioni combattentistiche e d’arma ma anche tante famiglie e comuni cittadini si sono ritrovati alla Villa Reale di Monza per le celebrazioni della Festa della Repubblica Italiana, tra bandiere tricolori e volti commossi.
Monza. Anche quest’anno in tanti tra cittadini, autorità e rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma si sono ritrovati alla Villa Reale di Monza per le celebrazioni, il 2 giugno, del 78° anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana. Tra bandiere tricolori e volti commossi il ricordo di quei giorni del 1946, quando attraverso un referendum istituzionale, tutti gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato, monarchia o repubblica, dare al Paese.

Autorità civili, religiose, militari, associazioni combattentistiche e d’arma ma anche tante famiglie e comuni cittadini. Tanta è stata la partecipazione alla Cerimonia nella calda e soleggiata giornata di domenica. Prima dell’inizio, un corteo composto dal Corpo musicale ‘Santa Cecilia’ di Besana in Brianza, dalla Compagnia di formazione interforze e dalle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ha sfilato fino al Cortile d’Onore della Villa prendendo poi posto davanti alla cittadinanza ed eseguendo l’Inno di Mameli all’Alzabandiera.
Oltre al Prefetto Patrizia Palmisani e al presidente della Provincia Luca Santambrogio, tra le autorità presenti anche il Sindaco di Monza Paolo Pilotto e il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani, che hanno letto ciascuno un discorso sul palco.
Le parole del Presidente Sergio Mattarella
Durante la cerimonia sono state lette, dal Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Monza e Brianza Riccardo Boscolo, anche le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Rivolgo il mio saluto a quanti ricoprono pubblici uffici, alle comunità locali, alle espressioni della società che nei diversi territori celebrano la festa nazionale del 2 giugno. Nel 1946 la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale. Un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di liberazione dal nazifascismo costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’80esimo anniversario in numerose località. Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività inserita oggi nella più ampia comunità dell’unione europea, cui abbiamo deciso di dare vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo tra pochi giorni con l’elezione del parlamento europeo la sovranità. Fare memoria è un esercizio proprio a ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente.
Le parole del sindaco Paolo Pilotto
“Per noi Italiani il 2 giugno è Festa perché 78 anni fa, in un giorno che per la prima volta vedeva le donne partecipare al voto, il nostro popolo faceva un passo avanti nella lenta, e in alcuni periodi accidentata, costruzione della Comunità nazionale, scegliendo la Repubblica come forma del proprio Stato – le parole del sindaco Pilotto. “La forma repubblicana porta con sé l’idea della rappresentanza, del mandato di un popolo che vota il Parlamento, delle massime cariche dello Stato che non si eternano per principi automatici ma si rinnovano secondo leggi che pongono in capo al popolo la possibilità della scelta. Nel caso del nostro paese, è il popolo a scegliere il Parlamento, a cui poi ogni sette anni spetta l’individuazione del Presidente della Repubblica”.

“Il 2 giugno è Festa perché la Repubblica è “forma” che esprime la sostanza di un’altra parola, democrazia, che nella testa di ciascuno di noi si associa inscindibilmente alla parola libertà. Sappiamo bene che la natura umana si confronta con grandezze e difficoltà, e anche due parole così alte e amate portano con loro da un lato l’eredità di una apertura, di un respiro che era ed è l’espressione del desiderio positivo di chi aspira a una vita dove ci sia spazio per le esigenze della persona e della comunità, per la giustizia, la concordia e l’armonia, anche nelle differenze di opinioni e di visioni del mondo; dall’altro queste parole fanno i conti anche con alcune condizioni non sempre facili da realizzare. La democrazia, ad esempio, ha bisogno di tempo, perché il confronto, il dialogo, pur all’interno del confine disegnato dalle leggi, chiedono sempre tempo”.
“Non si tratta solo di ricordare una data, o due date, ma di celebrare ciò che, pur nella umana imperfezione di ogni giorno, ha consentito e consente al nostro popolo di crescere nella libertà, nella democrazia, nel rispetto reciproco tra cittadini e nel rispetto degli altri popoli. Il cammino è lungo, le sfide della complessità moltissime, le fatiche, gli impegni, altrettanto numerosi. Ma l’esempio delle nostre madri e dei nostri padri, che nel voto di quel giorno, ci consegnarono una eredità di libertà e di democrazia, e la responsabilità di ciascuno di noi sono la ragione per cui anche oggi, con fiducia ed emozione, celebriamo insieme la Festa della nostra Repubblica”.