No al nuovo svincolo Monza Sant’Alessandro: petizione accolta dalla Commissione europea

Ora si procederà con un’indagine da parte della Commissione dove una delegazione dei cittadini verrà chiamata a presentare le proprie ragioni
La controversa realizzazione dell’ampliamento dello svincolo di Sant’Alessandro a Monza, promossa dalla società Serravalle e finanziata dalla Regione Lombardia con un contributo di 42 milioni di euro, è approdata sui banchi del Parlamento Europeo. A febbraio, Marco Fumagalli portavoce M5S Brianza Est, aveva lanciato una petizione in merito all’opera, che ha sollevato molteplici preoccupazioni tra i residenti e le associazioni locali. Da mesi, tramite il Comitato vie Gentili, Talete e Aristotele, i cittadini manifestano forti preoccupazioni per l’impatto che il nuovo svincolo, previsto in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina avrà sul territorio, sia in termini di traffico che di salute. La loro protesta ad aprile è approdata anche in consiglio comunale, dove i cittadini sono apparsi in aula con mascherine riportanti la scritta “Non possiamo respirare nè parlare”.
“Il maxi svincolo di Monza preoccupa anche Bruxelles, lo avevamo detto e siamo stati sin da subito dalla parte dei cittadini che hanno presentato la petizione accolta dalla Commissione apposita” commenta Maria Angela Danzì, eurodeputata e capolista del Movimento 5 Stelle che a febbraio aveva organizzato una serata di incontro con i cittadini del quartiere Sant’Alessandro preoccupati. Fra l’altro la raccolta firme aveva preso il via proprio durante quella serata.
Danzì è anche uscente deputata, membro della Commissione per le Petizioni e della Commissione ENVI che si occupa di ambiente e salute. Nella prossima legislatura queste due commissioni si occuperanno del caso monzese. “Ora si procederà con un’indagine da parte della Commissione dove una delegazione dei cittadini verrà chiamata a presentare le proprie ragioni: sarà poi compito degli europarlamentari sostenerli in questa battaglia. Io ci sono e ci sarò e il Movimento anche” conclude Danzì.
I cittadini non sono contrari alle opere pubbliche, ma sono preoccupati per le ripercussioni che l’opera avrà sulla salute delle persone.
Articolo aggiornato il 6 giugno alle ore 14