Cure oncologiche

A Monza un ‘bolide’ per la salute: il San Gerardo presenta il nuovo acceleratore lineare

E' terzo installato presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori e assicurerà una migliore qualità delle cure oncologiche.

acceleratore lineare san gerardo mb

Una Ferrari, è stato definito così il nuovo acceleratore lineare presentato all’ospedale San Gerardo di Monza. Il paragone, quasi scontato vista la città che ospita il nosocomio, è tuttavia vero. Grazie all’impianto infatti vengono garantite cure oncologiche sempre più mirate con una considerevole riduzione degli effetti collaterali. L’acceleratore è il terzo ospitato dal San Gerardo ed è costato due milioni e mezzo interamente finanziati con fondi del Pnrr.

“Vorrei sottolineare quattro aspetti – ha commentato Claudio Cogliati, presidente della fondazione Ircss San Gerardo -. È un’apparecchiatura molto precisa ed è il risultato finale di un lavoro di squadra molto importante. Inoltre questo acceleratore è intercambiabile con gli altri due già presenti, si che se uno non funziona può essere utilizzato l’altro. Infine vorrei sottolineare che in cinque anni abbiamo internamente aggiornato il sistema”.

Il nuovo macchinario , considerato alla stregua di un bolide della Formula Uno, consente di indirizzare il fascio di radiazioni con precisione millimetrica. Permette di ricostruire la superficie corporea del paziente in tempo reale e in alta risoluzione, rendendo possibile una radioterapia “4D” che tiene conto del fattore tempo per gli organi che tendono a muoversi insieme al respiro, sincronizzando l’erogazione della dose quotidiana con le fasi della respirazione.

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“Siamo sempre molto attenti all’innovazione – ha aggiunto Silvano Casazza, il direttore generale -. Questo acceleratore ne è la dimostrazione”. Durante ogni trattamento radioterapico l’acceleratore è indirizzato e dosato in maniera personalizzata. Ogni giorno vengono effettuati circa 90 trattamenti. “Il San Gerardo e tra i pochi centri pubblici in Lombardia ad avere completamente rinnovato le proprie apparecchiature negli ultimi cinque anni – ha sottolineato Stefano Arcangeli, direttore dell’unità operativa complessa di radioterapia della Fondazione -. Il nuovo acceleratore lineare è dotato dei sistemi più avanzati di controllo e monitoraggio del paziente”.

Fra l’altro, sul soffitto, proprio al di sopra dell’acceleratore,  sono stati installati due pannelli che riproducono nuvole e piante per rendere più accogliente la sala. Al fine di “umanizzare” la cura viene anche trasmessa della musica. “La medesima taratura dosimetrica che rende i tre acceleratori lineari macchine gemelle – ha concluso Elena De Ponti, direttore dell’unità operativa complessa di fisica sanitaria – consentirà di evitare sospensioni dei trattamenti in caso di fermo macchina per manutenzione guasto, garantendo una maggiore continuità terapeutica a vantaggio dei pazienti”.

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