L'analisi

Post voto: vince e preoccupa l’astensionismo, mentre in Brianza: 8 comuni su 31 cambiano colore

Le elezioni amministrative in Brianza mostrano un quadro complesso: mentre alcune roccaforti politiche cadono, altre resistono. Il calo di partecipazione elettorale, però, resta un grave segnale di disaffezione.


Monza e Brianza. La vita è un pendolo che oscilla tra sicurezze e voglia di cambiamento. Vale lo stesso per la politica. Quella brianzola in questi ultimi giorni è stata chiamata ad una sfida elettorale che ogni 5 anni torna a bussare alle porte dei partiti e dei cittadini: il voto massiccio dei comuni al voto. 31 questo giro, quasi tutti di piccole e piccolissime dimensioni: dai 2 mila abitanti di Aicurzio e Camparada ai 26 mila di Giussano, il range è quello.
Il voto appena concluso ci consegna una Brianza esigente: mandati a casa sindaci “storici” e la loro posto le novità. Si premia chi dà sicurezza? Forse sì, soprattutto nelle realtà più grandi. Non a caso, tra i 6 comuni superiori ai 15 mila abitanti, solo Muggiò, da dieci anni amministrata dal centro-sinistra, cede il passo al centro-destra di Michele Messina, addirittura al primo turno. Per il resto, tutto – seppur con le necessarie differenze – prosegue in linea.
Sorprendente, invece, è il cambio di casacca di alcuni piccolissimi comuni: Burago di Molgora e Camparada i cui i sindaci si candidavano per un terzo mandato, passano uno a sinistra e uno con un progetto civico, così come Albiate, con Vanessa Gallo, prima donna sindaca del comune brianzolo, che sposta la sua città tra le fila del centro-sinistra brianzolo. Il ribaltone accade anche a Barlassina, da dieci anni governata dalla sinistra, e ieri passata destra. E ancora stravolgimenti a Caponago, che viene vinta dalla destra e Cornate d’Adda che sceglie invece la sinistra civica. Due su tutti i borghi che ci raccontano come le vecchie roccaforti dei partiti sono ormai solo un bellissimo ricordo: Ceriano Laghetto, da 15 anni guidata dalla Lega, è vinta dal giovane Massimiliano Occa, centro-sinistra, e Mezzago, ex Stalingrado della Brianza oggi governata dalla destra, conferma l’uscente Rivabeni, mettendo fine al dibattuto che vedeva nella sua vittoria di 5 anni fa uno clamoroso colpo di scena. Sono più di 1 su 4 i comuni brianzoli che hanno cambiato colore politico e anche se le sorti complessive della provincia non sono così stravolte (finisce infatti 15 CDX, 13 CSX, 3 civici) il dato che ci torna indietro fa molto riflettere.

Cambiare è lecito, spesso stimolante, per alcuni anche bello. Ciò che è deprimente, invece, è non esercitare il proprio diritto di voto e lasciare agli altri la possibilità di decidere per il proprio avvenire. Per questo fa particolarmente male vedere come anche in Brianza l’astensione sia così alta: vale per le amministrative ma anche per le europee, Stando ai nostri 31 comuni al voto, l’affluenza generale rispetto al 2019 è calata di 7 punti percentuali. A Lesmo (è il caso più eclatante, ma non è l’unico) solo il 47,35% degli aventi diritto è andato a votare: più di uno su due ha scelto di non farlo. Alla politica, ai partiti, alle istituzioni, ai futuri sindaci eletti, a coloro che stanno in opposizione l’augurio che facciamo è aiutare ad invertire questo preoccupante trend.

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