In Lombardia record nero sui tempi della sanità

Lo dice il monitoraggio La salute non può attendere di Federconsumatori Cgil. Disagi anche in Brianza. Fuga verso il privato con costi “non per tutti”.
I tempi della sanità in Lombardia e in Brianza non sono solo un cavallo di battaglia da campagna elettorale, ma un tema cruciale per la quotidianità dei residenti. Il Monitoraggio “La salute non può attendere” di Federconsumatori – Cgil dice che in 4 milioni circa di italiani hanno rinunciato alle cure nel 2023 e che la Lombardia detiene il record negativo sui tempi d’attesa con 735 giorni di attesa per un’ecodoppler cardiaca all’Ospedale di Magenta. Lo studio è stato condotto con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil e non fa che battere pesantemente su un tasto già dolente di suo: le liste d’attesa infinite del servizio sanitario nazionale e l’emorragia di pazienti dal sistema pubblico a quello privato. Per chi può, certo, gli altri spesso rinunciano a curarsi o, quanto meno, alle visite e agli accertamenti. A dirlo è anche il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat che parla addirittura di 4,5 milioni in Italia di persone che hanno gettato la spugna di fronte a tempi biblici e indisponibilità economica. Il dato, rispetto al 2019 sarebbe quasi raddoppiato, da 2,8% al 4,5% del 2023, e l’anno di riferimento non è un caso. Dopo il 2019 l’arrivo della pandemia avrebbe avuto un impatto disastroso sulla pianificazione degli esami con un accumulo di prestazioni non fornite (e poi ostacolate anche dai nuovi vincoli) che richiede anni per lo smaltimento. Nell’efficiente Lombardia che, per livello, è stata per decenni meta di residenti d’altre regioni, la situazione oggi è tutt’altro che d’eccellenza.
La questione dei tempi della sanità in Lombardia è divenuta centrale anche nelle campagne elettorali, quella regionale del 2023 e oggi quella delle europee. Il centrosinistra batte da tempo sul dente che duole. Proprio di recente dai livelli provinciali, il dito è stato puntato contro il decreto che, all’interno del PNRR, concede la possibilità di ulteriori finanziamenti all’azienda privata Pedemontana. Un progetto tutto lombardo dai costi faraonici che, diceva qualche mese fa il Pd, si sarebbero potuti destinare piuttosto alla sanità.
TEMPI D’ATTESA DELLA SANITA’ BRIANZOLA: TESTIMONIANZE
Chiamando dall’area tra Monza e Vimercateil numero verde per le prenotazioni di Regione Lombardia, nella giornata di oggi, 6 giugno, per un’ecografia transvaginale, la risposta è stata la seguente: “sul presidio ospedaliero di Vimercate nessuna data disponibile. La prima possibile su Monza è per il febbraio 2025“, 8 mesi di attesa, al Politerapico di via Borgazzi. La data più vicina è su Giussano, per la fine di luglio.
Ma i problemi nelle liste d’attesa hanno un peso ancora più rilevante se si tratta di interventi e non di visite specialistiche o analisi. Nella stessa area, tra Vimercate e Monza, tra i tanti esempi di attese non sopportabili, c’è quella di un paziente di 65 anni che doveva sottoporsi a un’operazione di disostruzione dell’uretra. “Un intervento non troppo complesso per il quale mi sono stati preventivati 2 anni di attesa – ha raccontato il brianzolo -In quell’arco di tempo però alcune complicazioni mi hanno costretto a ricorrere all’uso del catetere con una serie di disagi e dolori che non avrei potuto sopportare per due anni. Mi sono convinto a ricorrere al privato“. Nel 2023 è stato operato al San Raffaele per una spesa di oltre 8mila euro.
L’INTERVENTO DI REGIONE LOMBARDIA PER RIDURRE I TEMPI D’ATTESA
Regione Lombardia ha diffuso proprio ieri, 5 giugno, un comunicato sulle strategie d’azione per la riduzione dei tempi d’attesa della sanità. Vi si legge in un passaggio: “Regione Lombardia ha avviato molteplici azioni mirate alla riduzione delle liste d’attesa e molte di esse vengono ora adottate a livello nazionale. L’ultima azione in ordine di tempo è lo stanziamento di oltre 61 milioni di euro, avvenuto ad aprile, per abbattere le liste. Obiettivo garantire oltre 7 milioni di prestazioni (di cui 2 milioni di prime visite) di quelle che rientrano nel Piano Nazionale Gestione Liste di Attesa (Pngla) entro dicembre 2024 e 1 milione di prestazioni in più rispetto all’anno 2023″.
SANITA’ BRIANZOLA E CRISI DELLA MEDICINA GENERALE
Restando nel campo della sanità in Lombardia, altro tema critico oltre ai tempi delle attese, è quello della medicina generale. La carenza di medici di base, esplosa da circa 3 anni ha lasciato senza dottore decine di migliaia di brianzoli con numeri che oscillano in continuazione man mano che i medici di medicina generale vanno in pensione. Il grosso sforzo compiuto da Ats Brianza e poi da Asst per fronteggiare la situazione non è bastato a risolvere una questione che necessita di tempi lunghi. Nella maggior parte dei comuni, tuttora, ci sono pazienti costretti a ricorrere agli Ambulatori medici temporanei, con personale a rotazione e prestazioni non equiparabili a quelle di un medico di famiglia.
Se nel caso della rinuncia alle cure, il rischio a livello di sistema sanitario è che il degenerare delle patologie ricada comunque, in un secondo tempo, sul pubblico, anche per la carenza dei medici di base ci sono possibili ricadute sull’impianto sanitario locale. L’impossibilità di trovare negli ambulatori temporanei lo stesso livello di fiducia che si ha con il medico di famiglia, rischia talvolta di sospingere gli assistiti orfani di medico verso il pronto soccorso. Con un sovraccarico non funzionale.