L'incontro

Tommy Caldwell da DF Sport Specialist: tra impegno per l’ambiente e alpinismo etico fotogallery

Tommy Caldwell, l'arrampicatore statunitense non ha solo raccontato la sua carriera sportiva, ha anche diffuso un messaggio di consapevolezza e fratellanza. "La montagna da scalare adesso è dentro di noi".

Tommy Caldwell
Tommy Caldwell riceve la "Picozza d'Oro" da Sergio Longoni, patron di DF Sport Specialist

L’alpinista statunitense Tommy Caldwell, nei suoi 46 anni di vita ancora da compiere, ha esplorato il mondo e si è arrampicato fino a raggiungere vette che alla maggior parte di noi, comuni mortali, incutono timore soltanto a guardarle in foto. Eppure da quando le sue imprese sportive lo hanno reso famoso ben oltre la cerchia degli appassionati della montagna, parla alle persone per diffondere soprattutto un messaggio: “Bisogna scalare dentro di noi per arrivare fin dove c’è la creatività e le ispirazioni!”. E lo ha fatto anche ieri, 25 giugno, davanti al numeroso pubblico del negozio DF Sport Specialist di Bevera di Sirtori.

In una serata speciale, dal significativo titolo Anything is Possible”, Caldwell ha raccontato del suo percorso di alpinista, che lo ha portato nel 2014 a compiere la traversata integrale del Fitz Roy insieme ad Alex Honnold e nel 2015, dopo 7 anni di preparazione, a salire per primo in arrampicata libera, insieme a Kevin Jorgeson, la via Dawn Wall su El Capitan, una parete di granito alta 900 metri nel Parco nazionale di Yosemite in California.

Tommy Caldwell

Ma, soprattutto, nell’incontro a DF Sport Speciliast, l’arrampicatore statunitense si è concentrato sul fatto che le tante spedizioni alpinistiche gli hanno regalato la consapevolezza interiore, da condividere anche umanamente in primis con compagni di avventura diventati amici fraterni, che per lui scalare in montagna deve avere un valore legato alla salvaguardia di alcuni dei luoghi più incontaminati del pianeta.

Come l’Alaska, dove meno di un anno fa Caldwell, ancora una volta insieme ad Alex Honnold, dopo un lungo viaggio in bicicletta dal Colorado in cui è nato, ha battuto il record per la traversata del Devil’s Thumb. Un’impresa che presto si potrà vedere anche su National Geographic.

Tommy Caldwell

IL RACCONTO

Nella serata a Bevera di Sirtori della sua carriera di alpinista, che lo ha portato anche a ricevere per l’impresa sul Fitz Roy il Piolet d’Or, il massimo riconoscimento dell’alpinismo mondiale, Caldwell si è soffermato in particolare sull’arrampicata lungo la via “Dawn Wall”, ritenuta la salita in libera su big wall più difficile al mondo. Un risultato, che è già diventato leggenda, anche perché immortalato nel film culto “The Dawn Wall”, ed è un incredibile esempio di dedizione, forza e perseveranza.

“La prima volta che ho visto la Dawn Wall ero un ragazzino appassionato di montagna al seguito di mio padre, una guida alpina – spiega l’alpinista statunitense, che nel 2000 è stato anche ostaggio di ribelli locali nel corso di una spedizione in Kirghizistan e nel 2001 per un incidente ha perso l’indice della mano sinistra – da allora è diventata nel tempo, ormai da circa 25 anni, la mia seconda casa”.

Tommy Caldwell

“Ho iniziato a prepara la salita lungo questa difficilissima via di El Capitan nel 2008, poi ad un certo punto, dopo averla studiata tanto e diversi tentativi falliti, avevo deciso di lasciar perdere – continua – l’idea mi è tornata quando, grazie ad una fortuita proposta di un mio amico cineasta, ho capito che, con una lunga preparazione e in un percorso di crescita da fare insieme ad un gruppo di amici, avrei potuto raggiungere l’obiettivo”.

IL MESSAGGIO DI TOMMY CALDWELL 

Nel gennaio del 2015, così, sfruttando anche le condizioni ambientali migliori, Tommy Caldwell insieme a Kevin Jorgeson ha scalato la via Dawn Wall. “Abbiamo impiegato 19 giorni in parete per completare l’impresa” spiega al pubblico di Bevera di Sirtori in una serata che ha visto anche l’esibizione del gruppo musicale “I Picett del Grenta” e la premiazione delle tre squadre femminili, sponsorizzate DF Sport Specialist, che si sono classificate ai primi tre posti dell’ultima Monza-Resegone.

Tommy Caldwell

“Ad un certo punto Kevin aveva grossi problemi ad una mano – continua Tommy – io avrei potuto terminare l’impresa da solo, ma ho preferito aspettare che la sua situazione migliorasse, superare anche una tempesta in corso e arrivare insieme in cima alla Dawn Wall”. Alla montagna “El Capitan” è legato anche un altro successo dell’alpinista statunitense. Che nel 2018, in compagnia di Alex Honnold, ha battuto il record di velocità per scalare “The Nose” scendendo sotto le due ore, per l’esattezza 1 ora 58 minuti e 7 secondi.

Nel futuro prossimo di Caldwell ci saranno sicuramente nuovi progetti di quel che si può definire “alpinismo esperienziale”. Sempre più con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza di preservare la natura e la biodiversità, anche attraverso stili di vita sostenibili. Uno scopo esistenziale per l’alpinista statunitense, che ha più volte portato queste istanze perfino a Washington all’attenzione del governo americano.

 

 

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