La storia

Arcore, l’unico volontario straniero di Protezione Civile è italiano

Almiron Bala, 37 anni, albanese della Macedonia, ha ricevuto la cittadinanza dal sindaco Maurizio Bono: mano sul cuore per l'Inno di Mameli suonato dalla banda.

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Almiron Bala, dopo aver ricevuto al cittadinanza.

Mano sul cuore durante l‘Inno di Mameli, cantando con orgoglio per la prima volta da cittadino italiano: il sogno di Almiron Bala è diventato realtà con la cittadinanza italiana conferita oggi dal sindaco Maurizio Bono. Il 37enne albanese della Macedonia è stato il primo straniero (e per ora l’unico) ad essere diventato volontario della Protezione Civile di Arcore, qualche mese fa. E anche per questo oggi, 8 luglio, al conferimento della cittadinanza, non c’era solo la famiglia ma un piccolo spaccato della comunità. Senza contare la banda arcorese, per un omaggio speciale all’ex -straniero, in Brianza dal Natale del 2011. Oggi Bala è un membro della comunità a tutti gli effetti: cittadino, volontario e anche imprenditore nella sua ditta di pulizie con vetrina vista chiesa. Ma non dimentica le difficoltà dei primi tempi, quando, con tutte le sue forze, provava a ritagliarsi un posto nella società e una vita quotidiana serena. “Sono una persona che non crea casini – spiega in un italiano corretto, studiato durante i corsi a Usmate e Arcore – quindi quando sono arrivato ho trovato amici che si sono fidati di me e mi hanno dato una mano. Sono stati tanti, ma ne ricordo uno in particolare, Nunzio Mattavelli che ora non c’è più (compianto impresario di un’agenzia funebre del centro, ndr). Mi ha aiutato molto nel lavoro”, “in realtà non solo nel lavoro, ma in tutto”, aggiunge sorridente la moglie Ruana, con cui Bala ha due bambini.

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L’emozione per il giuramento sulla Repubblica Italiana al cospetto di numerose figure delle forze dell’ordine locali e delle istituzioni (anche l’assessore alla Protezione civile Luca Travascio in videocollegamento dalle vacanze) ha chiaramente emozionato il 37enne e strappato qualche istante di commozione pure al sindaco Maurizio Bono che ne ha messo in evidenza l‘esempio di integrazione e l’impegno per gli altri. Per Bala peraltro il volontariato è una questione di famiglia, “imparata da mio padre”, spiega ricordando il ruolo di professore di musica del genitore, ma anche di figura istituzionale nel suo Paese. L’impegno civico del neocittadino arcorese ha iniziato a concretizzarsi in particolare nel periodo del Covid con un lavoro, quello delle pulizie, che per il 37enne è andato ben oltre i doveri professionali, tanto da procurargli un riconoscimento da parte dell‘allora sindaco Rosalba Colombo. E poi il legame sempre più stretto con chi in città si occupa di sicurezza e servizio alla cittadinanza: il Comune, le forze dell’ordine e la Protezione Civile. Con la divisa del Nucleo ha ottenuto anche un riconoscimento da Regione Lombardia per l’intervento con i suoi colleghi durante gli allagamenti di maggio.

La Macedonia è una terra che porta nel cuore, “ti manca sempre“, dice. Ma se la generosità è il valore più visibile dell’impegno civico di un cittadino in terra straniera, ce n’è un altro meno facile da mettere a fuoco. E’ la capacità di ricostruire se stessi “altrove”. E Bala, con le note della banda che ancora rieccheggiano, non sembra avere dubbi quando dice: “Non tornerei più indietro per nulla al mondo”.

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