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Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? Intervista a Francesco Facciuto

1 luglio 2024 | 15:30
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Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? Intervista a Francesco Facciuto

MBNews intervista i consiglieri provinciali di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del territorio. Focus su Pedemontana e temi LGBT.

Monza e Brianza. Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? E cosa pensano i neo-eletti 16 consiglieri della Provincia di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del nostro territorio? La redazione di MBNews lo ha chiesto proprio a loro con una speciale serie di interviste (le trovate tutte qui). A seguire la nostra intervista al consigliere Francesco Facciuto.

Speciale consiglio provinciale: intervista a Francesco Facciuto

Quale contributo e quali istanze intende portare in consiglio provinciale con la sua elezione?

La mia elezione con Brianza Rete Comune è inquadrata nell’ambito di un programma preciso e condiviso. In linea con il lavoro degli ultimi due anni, continuerò a seguire con particolare attenzione le questioni attinenti le trasformazioni del territorio e le tematiche ambientali. Confermato anche il mio ruolo di Presidente della Commissione Garanzia e Controllo, competente in materia di programmazione, bilancio e finanze dell’Ente.

Quali sono le priorità della Brianza, a suo parere, e come il consiglio provinciale può contribuire a realizzarle?

La nostra Provincia non ha ancora raggiunto un adeguato livello di maturità, anche nei termini della propria identità territoriale. Pur essendo strutturalmente agganciati alla Città Metropolitana di Milano, occorre trovare soluzioni autonome in termini di contrasto al consumo di suolo, di rigenerazione del nostro comparto produttivo, dell’adeguata articolazione di un sistema di mobilità, dell’organizzazione e del ripensamento complessivo delle nostre partecipate pubbliche. Su tutti questi temi la Provincia ha tutti gli strumenti per intervenire, elaborare e realizzare un progetto.

Le elezioni provinciali sono elezioni di secondo livello, i cittadini probabilmente le percepiscono poco. Eppure il lavoro che si porta avanti in provincia ha ricadute su tutto il territorio. Come si può diminuire questa distanza tra voi consiglieri e i cittadini della nostra provincia?

Bisogna essere molto chiari. Occorre ritornare all’elezione diretta del Consiglio Provinciale, allargando significativamente competenze e risorse dell’ente Provincia. La Lombardia ha un territorio vasto, dieci milioni di abitanti e numerose disomogeneità. Non si può prescindere da un livello politico-amministrativo intermedio, ben riconosciuto dai cittadini e pienamente operativo a proposito delle esigenze più stringenti del proprio territorio.

Il Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di Vimercate ha approvato un protocollo che consente alle persone interessate la possibilità di modificare il proprio nome anagrafico sul registro, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i trattamenti dell’istituto. Un provvedimento che di fatto favorisce l’autodeterminazione di genere. Una novità che ha fatto molto discutere e ha diviso. Lei che idea si è fatto? E’ favorevole?

Sono favorevole a tutte le iniziative che possano aiutare il percorso di riconoscimento dell’identità personale, verso se stessi e con gli altri, questa iniziativa compresa. In tutta trasparenza e più in generale, devo però dire che l’eccessiva enfasi riconosciuta al piano dei diritti civili, oltre che sul ruolo dell’identità di genere, porta con sé contraddizioni che non possono essere trascurate. Guai a schiacciare su queste tematiche, pur importanti, l’azione e il confronto politico.

E’ Pedemontana il tema più divisivo in Brianza. Se da una parte c’è chi la vede come una grande opportunità per alleggerire il traffico e migliorare gli spostamenti, per altri il prezzo da pagare in termini ambientali è troppo alto. Lei che idea si è fatto? Reputa che Pedemontana sia un’opera da realizzare? O ormai è troppo tardi, perchè troppo suolo è già stato consumato?

Pedemontana è un assurdo logico, oltre che l’esito di un vergognoso processo di prevaricazione a danno del territorio. L’opera non dovrebbe essere realizzata. La condotta politicamente omissiva dell’attuale governo di Regione Lombardia ha coperto per lungo tempo le gravi insensatezze di quest’opera: il quadro economico-finanziario è preoccupante e sarebbero i cittadini a pagare il conto; sul piano trasportistico, i promotori di Pedemontana non sono stati in grado di provarne l’utilità, come è possibile verificare accedendo alla documentazione disponibile; sul piano ambientale i danni saranno sicuri e irreversibili, in un territorio già significativamente compromesso. Negli scorsi due anni abbiamo lavorato molto duramente su questo punto e continueremo a farlo, convinti che l’interesse generale debba prevalere su certe consuete consorterie.