Il progetto

Desio, l’ufficio dell’omicidio di Vivacqua diventerà un presidio della polizia locale

E' stato ufficialmente acquisito al patrimonio del comune di Desio il bene confiscato alla criminalità organizzata, l'ufficio di via Bramante a San Giorgio dove nel 2011 fu ucciso a colpi di pistola Paolo Vivacqua. Il sindaco Gargiulo: "Un altro tassello importante per il ripristino della legalità"

ufficio vivacqua desio

Una foto davanti a quello che fu l’ufficio di Paolo Vivacqua, ucciso nel 2011, suggella l’acquisizione ufficiale al patrimonio del comune di Desio del bene confiscato alla criminalità organizzata. A comunicarlo è il sindaco Simone Gargiulo, che ha pubblicato sui social la foto con le assessore Martina Cambiaghi e Samantha Baldo, la consigliera capogruppo della Lega Mariagrazia Donghi e il comandante della polizia locale Cosimo Tafuro insieme ad un agente davanti all’ufficio di via Bramante, all’ingresso del quartiere San Giorgio.

Un presidio territoriale in un quartiere periferico

Abbiamo acquisito ufficialmente al patrimonio dell’ente il bene consegnatoci dall’agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, situato in via Bramante da Urbino. Un altro tassello importante per il ripristino della legalità” spiega il primo cittadinoL’ufficio, al piano terra sotto i portici dei palazzoni di piazza Giotto-via Bramante, diventerà un presidio della polizia locale, secondo i piani dell’amministrazione comunale. Una presenza in un quartiere periferico particolarmente popoloso,  caratterizzato anche dalla presenza dell’immobile abbandonato dell’ex centro Stile.

Un bene confiscato alla criminalità organizzata

 “Diventerà un presidio territoriale improntato su sicurezza e ambiente – afferma l’assessore al patrimonio, edilizia e lavori pubblici Martina Cambiaghi – Definiremo il progetto con la polizia locale. Ora stiamo programmando i lavori perché l’immobile necessita di interventi di pulizia straordinaria, verifica degli  impianti e manutenzione straordinaria dei servizi igienici”. Lo scorso febbraio il consiglio comunale ha approvato l’acquisizione del locale, bene confiscato alla criminalità organizzata. Lì il 14 novembre 2011 era stato ucciso a colpi di pistola  Paolo Vivacqua,  l’imprenditore originario di Ravanusa, legato alla criminalità, che aveva fatto fortuna in Brianza col commercio di rottami. Altre due ville della sua famiglia sono state confiscate e assegnate ad una cooperativa per progetti sociali, una in via Prati e l’altra in via Adamello

 

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