400 divise dell’AC Meda nelle carceri: la società sportiva veste le squadre dei detenuti

L’idea dell’allenatore e direttore generale Giovanni Cairoli: donare vecchie maglie anziché buttarle. Un gesto nato in collaborazione con la consigliera Rina Delpero, da anni volontaria nel carcere di Bollate
Meda. Sono ben 400 le divise dell’AC Meda 1913, storica società calcistica brianzola, finite nelle carceri di Bollate, Como e Favignana. Nessun errore di spedizione, ma un bel gesto di beneficenza voluto da Giovanni Cairoli, allenatore e direttore generale, in collaborazione con la consigliera, e instancabile volontaria, Rina Delpero. Maglie e pantaloncini, infatti, sono state donate ai detenuti.
Sport e beneficenza: AC Meda nelle carceri
“Dato che sono cambiati gli sponsor, le divise usate l’anno scorso, sarebbero state inutilizzabile dalla squadra – ci spiega il patron della società sportiva – potevamo cambiare le patch, ma abbiamo deciso di donarle così ho contattato Rina”.
Non è però la prima volta che Giovanni Cairoli e Rina Delpero collaborano: “l’anno scorso, le avevo consegnato una trentina di palloni e una lavatrice”. L’AC Meda, in passato, ha fatto la differenza anche sul territorio: “mi piacerebbe fare anche delle donazioni economiche, di solito si devolvono le multe accumulate dai calciatori, ma sono cifre davvero esigue – ci spiega – così dono quello che posso: all’oratorio, tempo fa, avevo donato delle tute che noi non utilizzavamo più”.

400 divise dell’AC Meda nelle carceri
Ora, ben tre squadre calcistiche di detenuti, indosseranno le divise dell’AC Meda. Rina Delpero, grazie al suo impegno nel volontariato, le distribuirà nelle carceri di Bollate, Como e Favignana.
“La maggior parte andrà al cappellano del carcere di Favignana, in Sicilia. L’ho incontrato durante un convegno ad Assisi ad aprile, e mi aveva spiegato la necessità di divise per la squadra di calcio del carcere. Le altre maglie saranno destinate ai detenuti di Bollate e Como – spiega – n un periodo in cui si parla tanto di suicidi nelle carceri e delle condizioni dei detenuti è bello che ci siano realtà solidali con i reclusi e che cerchino di rendere migliore la loro detenzione”.