Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? Intervista a Giorgio Garofalo

MBNews intervista i consiglieri provinciali di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del territorio. Focus su Pedemontana e temi LGBT.
Monza e Brianza. Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? E cosa pensano i neo-eletti 16 consiglieri della Provincia di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del nostro territorio? La redazione di MBNews lo ha chiesto proprio a loro con una speciale serie di interviste (le trovate tutte qui). A seguire la nostra intervista al consigliere Giorgio Garofalo.
Speciale consiglio provinciale: intervista a Giorgio Garofalo
Quale contributo e quali istanze intende portare in consiglio provinciale con la sua elezione?
In Consiglio provinciale cerco di rappresentare quelle cittadine e quei cittadini che auspicano un forte cambiamento nella mobilità e nella gestione del territorio in Brianza, così come abbiamo scritto nel programma di “Brianza Rete Comune per Gianpiero Bocca Presidente”: anche se non siamo in maggioranza, infatti, con quel documento programmatico ci siamo presi degli impegni che intendiamo onorare. A partire dal contrasto al consumo di suolo e alla realizzazione di inutili e dannose opere autostradali. Ci sono alcune risorse che dovrebbero essere di tutti e quindi pubbliche, anche perché sono sempre più scarse ma di vitale importanza: mi riferisco al territorio rimasto libero – aree verdi e agricole o parchi – ma anche all’aria, che nella nostra provincia è tra le peggiori d’Europa. Siamo tra le province più congestionate d’Italia, abbiamo la maglia nera sul consumo di suolo e siamo tra le province peggiori per l’inquinamento atmosferico: il tempo è scaduto da un pezzo, bisogna intervenire seriamente per cambiare rotta e ritrovare un equilibrio che ci permetta di stare bene nell’ambiente in cui viviamo. Un ambiente degradato fa male alla salute e incide negativamente sul benessere delle persone, a cominciare da quelle più fragili. Purtroppo le scelte del governo nazionale e di regione Lombardia sono sbagliate e non vanno nella giusta direzione. Tocca a noi, ai cittadini e agli amministratori sensibili, quindi, promuovere un vero cambiamento: ecco, mi sento al servizio di questa urgente necessità, per una Brianza futura in cui sia bello vivere e in cui nessuno sia lasciato indietro. Sono consapevole di non essere solo: oltre, ovviamente, alle mie compagne e ai miei compagni del gruppo provinciale Brianza Rete Comune, esistono tanti amministratori pubblici e cittadini che provano tutti giorni a fare un pezzo di quel lavoro necessario per il bene comune. In questo, con la loro capacità di coinvolgimento e la loro competenza specifica, le associazioni ambientaliste svolgono un ruolo fondamentale sul territorio. Con l’esperienza di Rete delle liste civiche stiamo provando a lavorare insieme su alcuni grandi temi: la salute, il territorio, la gestione dei servizi pubblici. Abbiamo, però, bisogno di un movimento sociale sempre più forte che sostenga le scelte politiche di cui abbiamo bisogno.
Quali sono le priorità della Brianza, a suo parere, e come il consiglio provinciale può contribuire a realizzarle?
Come anticipato, una delle priorità è quella della tutela ambientale: la provincia può incidere in maniera significativa sullo stop al consumo di suolo, ma ci vuole una scelta politica forte e decisa che vada nella direzione della rigenerazione ambientale. Bisogna sostenere quei Comuni coraggiosi che hanno deciso di smetterla con il consumo di suolo e la perdita di aree libere e agricole. Gli strumenti ci sono e per la provincia il primo è il Ptcp. La scuola è l’altra priorità: se è vero che dalla scuola dipende il futuro delle nuove generazioni, dobbiamo dimostrare di avere a cuore questo capitolo. A cominciare dagli edifici scolastici, che devono essere sicuri, adeguati e innovativi dal punto di vista energetico. Qualche intervento, grazie a fondi Pnrr, è in cantiere, ma c’è molto da recuperare per restituire agli studenti brianzoli scuole all’altezza delle necessità. Se posso citare un altro punto: il Trasporto pubblico locale. Da anni si dice che dovremmo investire nel trasporto pubblico, ma le scelte politiche sono andate in tutt’altra direzione consumando risorse pubbliche per opere autostradali che devastano il territorio.
Le elezioni provinciali sono elezioni di secondo livello, i cittadini probabilmente le percepiscono poco. Eppure il lavoro che si porta avanti in provincia ha ricadute su tutto il territorio. Come si può diminuire questa distanza tra voi consiglieri e i cittadini della nostra provincia?
L’enorme distanza che si è creata tra la politica e i cittadini è anche frutto della campagna demagogica portata avanti da molti rappresentanti politici, una campagna elettorale permanente di alcuni gruppi di potere per il solo scopo di autoconservarsi: politici che, fingendo di essere anti-establishment, riescono a mantenere posti di rilievo in politica e nell’economia opponendosi al cambiamento e consolidando le disparità sociali con scelte politiche conservatrici se non addirittura reazionarie. In particolare, le province sono state per anni oggetto di una campagna strumentale. Il risultato è stato disastroso, oltre ai rappresentanti istituzionali, sono stati denigrati migliaia di lavoratrici e lavoratori impegnati a garantire servizi fondamentali per il territorio. Eravamo in pochi a difenderle, oggi se ne sono accorti tutti. Recuperare questa distanza è difficile. Sarà un lavoro lungo che passa dalla qualità dell’azione amministrativa, da un lato, e dalla capacità di coinvolgimento sulle decisioni, dall’altra.
Il Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di Vimercate ha approvato un protocollo che consente alle persone interessate la possibilità di modificare il proprio nome anagrafico sul registro, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i trattamenti dell’istituto. Un provvedimento che di fatto favorisce l’autodeterminazione di genere. Una novità che ha fatto molto discutere e ha diviso. Lei che idea si è fatto? E’ favorevole?
Come per il caso della scuola di Pioltello, prendo atto e disapprovo questa insopportabile violazione dell’autonomia scolastica da parte di alcuni partiti di destra. Alla politica è chiesto di garantire aule dignitose per lo studio, spazi adeguati all’attività sportiva e autobus per raggiungere gli istituti in autonomia. E non di alimentare chiacchiericcio da bar. Bene ha fatto il Liceo Banfi, nella sua autonomia, a introdurre strumenti che hanno l’obiettivo di favorire un ambiente sereno e inclusivo tra i banchi di scuola per studenti, docenti e personale Ata: la politica rispetti l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
E’ Pedemontana il tema più divisivo in Brianza. Se da una parte c’è chi la vede come una grande opportunità per alleggerire il traffico e migliorare gli spostamenti, per altri il prezzo da pagare in termini ambientali è troppo alto. Lei che idea si è fatto? Reputa che Pedemontana sia un’opera da realizzare? O ormai è troppo tardi, perchè troppo suolo è già stato consumato?
Credo si sia già capito che sono contrario alla realizzazione dell’opera. Aggiungo una cosa: sulle tratte B2 e C, dove a breve apriranno i cantieri, alla consueta attività di contrasto alla realizzazione dell’opera abbiamo necessariamente dovuto affiancare un’attività di monitoraggio e controllo perché ci sono alcune partite importanti che non vogliamo lasciare in mano ad altri: penso alle compensazioni ambientali e alla cantieristica. Sul tema bonifica della diossina, insieme ai gruppi ambientalisti, siamo stati capaci di accendere un faro: vogliamo la massima attenzione possibile. Abbiamo ottenuto la costituzione dell’osservatorio, uno strumento che vogliamo mettere a disposizione di tutte le associazioni e i cittadini che vogliono vederci chiaro: sulla diossina non vogliamo sorprese. Questo territorio ha un potenziale ancora molto alto, anche in termini di vivibilità. Non vogliamo farci sfuggire l’occasione per migliorarlo, a partire dalle scelte che il consiglio provinciale sarà chiamato a fare.