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Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? Intervista a Marina Romanò

1 luglio 2024 | 15:33
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Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? Intervista a Marina Romanò

MBNews intervista i consiglieri provinciali di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del territorio. Focus su Pedemontana e temi LGBT.

Monza e Brianza. Cosa vuol dire fare il consigliere provinciale? E cosa pensano i neo-eletti 16 consiglieri della Provincia di Monza e Brianza sulle sfide e le priorità del nostro territorio? La redazione di MBNews lo ha chiesto proprio a loro con una speciale serie di interviste (le trovate tutte qui). A seguire la nostra intervista alla consigliera Marina Romanò.

Speciale consiglio provinciale: intervista a Marina Romanò

Quale contributo e quali istanze intende portare in consiglio provinciale con la sua elezione?

Il mio contributo al Consiglio Provinciale si incentra su pilastri fondamentali: la crisi climatica, la tutela della biodiversità e benessere animale e protezione civile . Per quanto riguarda autorizzazioni ambientali – crisi climatica, desidero sottolineare che negli ultimi due anni di mandato come Consigliere con delega all’Ambiente, ho lavorato attivamente allo sviluppo di un programma provinciale per la transizione ecologica. Questo programma provinciale si articola in 8 missioni (Suolo, Aria e Verde, Biodiversità, Energia, Mobilità Sostenibile, Acqua, Rifiuti, Educazione ambientale e Stili di vita sostenibili). Ogni missione mira ad affrontare una specifica sfida ambientale. Il nostro obiettivo “ambizioso” è fornire ai Comuni strumenti amministrativi e tecnici per rendere operativa la transizione ecologica. In particolare, ho promosso l’azione per l’adozione di un approccio sistemico e quantitativo attraverso lo sviluppo e l’implementazione di censimenti, bilanci ambientali, regolamenti e piani, al fine di ridurre l’impronta ecologica e fare un uso sostenibile nel nostro territorio. Ogni documento ha uno scopo preciso. Il censimento ci indica da dove partiamo. Il bilancio ci mostra dove dobbiamo andare, attraverso un confronto tra le risorse impiegate e quelle rigenerate. Il regolamento e il piano ci permettono infine di identificare il come arrivarci. La mia idea non è costituire ulteriori obblighi per le Amministrazioni Locali, ma sviluppare strumenti operativi per facilitare le Amministrazioni in questa transizione. Il compito di Provincia è organizzare il processo di transizione, contribuendo anche a ridurre, in maniera intelligente, le resistenze al cambiamento. Inoltre, intendo promuovere l’adozione nei regolamenti del verde comunali oltre all’elenco di piante autoctone, anche un elenco delle piante non autoctone possibili di piantumazione nelle aree pubbliche, costituito secondo un criterio rigoroso e conservativo denominato RENaNi (Resiliente, Efficiente, Non Allergenico e Non Invasivo), al fine di preservare l’ecosistema locale e contrastare i cambiamenti climatici. Per quanto riguarda il benessere animale, vorrei riuscire ad istituire un Centro di Recupero Animali Selvatici (CRAS) nella Provincia di Monza e Brianza, al fine di tutelare attivamente la biodiversità faunistica. Infine, desidero sottolineare che la sensibilità femminile non è una componente marginale nella gestione delle sfide ambientali e sociali. Come donna, credo che il mio approccio possa portare un valore aggiunto al dialogo e alla cooperazione, necessari per affrontare con successo i problemi ambientali. La sensibilità, l’empatia e la capacità di creare relazioni sono qualità che ritengo fondamentali nel perseguire la transizione ecologica. Per quanto concerne la delega alla Protezione Civile, la funzione consiste nella pianificazione, coordinamento e monitoraggio delle attività di soccorso civile a livello provinciale in coordinamento con la Prefettura e gli altri Enti competenti in materia, e comprende l’amministrazione e l’organizzazione delle attività relative agli interventi di protezione civile sul territorio, per la previsione, la prevenzione, il soccorso e il superamento delle emergenze, per fronteggiare le calamità e la divulgazione delle buone prassi. Gli importanti investimenti effettuati dalla Provincia MB in questi anni e quelli programmati nei prossimi anni, volti da una parte fornire ai volontari nuovi spazi strategici come sedi operative provinciali, dall’altra al potenziamento e al mantenimento in efficienza delle dotazioni di mezzi e attrezzature, hanno portato e porteranno la nostra protezione civile a fronteggiare le eventuali necessità di calamita’ naturali. Il coordinamento Provinciale, attraverso l’organizzazione di importanti esercitazioni/addestramenti, la costituzione di squadre specializzate in interventi idrogeologici/idraulici/TLC/AIB, permetterà ai volontari di PC di mettersi alla prova per fronteggiare al meglio eventuali scenari di emergenza.

Quali sono le priorità della Brianza, a suo parere, e come il consiglio provinciale può contribuire a realizzarle?

In merito alle priorità della Brianza e al contributo del Consiglio Provinciale per realizzarle, desidero condividere le mie riflessioni su due importanti sfide: la digitalizzazione delle nostre imprese e la transizione ecologica. Per quanto riguarda la produttività e la digitalizzazione, è importante sottolineare che la Brianza non soffre di gravi problemi di disoccupazione, ma piuttosto si confronta con il desiderio di far crescere i fatturati delle nostre imprese e i salari dei nostri lavoratori. La chiave per affrontare questa sfida risiede nella necessità di riformulare i nostri processi produttivi, integrando le innovazioni digitali. La digitalizzazione non rappresenta una minaccia per i nostri posti di lavoro, ma piuttosto una strategia attiva per difendere e potenziare la produttività della Brianza. Passando alla transizione ecologica, è fondamentale riconoscere l’importanza di adottare regolamenti e piani d’azione concreti per affrontare le sfide ambientali. La mia proposta, come le dicevo, si basa su un approccio sistematico e quantitativo per ridurre il deficit ambientale annuo e per perseguire obiettivi ambiziosi come
la Net Zero Carbon Buildings. Eventi di coordinamento e la collaborazione con esperti e cittadini sono essenziali per raccogliere le istanze del territorio e tradurle in azioni concrete. Lavorando insieme agli uffici tecnici e ai comuni, possiamo convertire le necessità del territorio in atti concreti, come indicatori, regolamenti e piani d’azione. Come Consigliere Provinciale, mi impegnerò a garantire che gli uffici tecnici possano operare con efficacia e tempestività, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di una Brianza più sostenibile e prospera.

Le elezioni provinciali sono elezioni di secondo livello, i cittadini probabilmente le percepiscono poco. Eppure il lavoro che si porta avanti in provincia ha ricadute su tutto il territorio. Come si può diminuire questa distanza tra voi consiglieri e i cittadini della nostra provincia?

Come Consigliere Provinciale, sono pienamente consapevole delle distanze che talvolta possono sorgere tra i cittadini e la Provincia. Proprio per questo motivo, ho sempre lavorato per rendere la Provincia il più inclusiva possibile. Negli ultimi due anni, abbiamo coinvolto e collaborato attivamente con molte Associazioni al fine di garantire la massima partecipazione possibile. Un lavoro che mi informano essere stato molto apprezzato.
A mio avviso un politico deve conoscere profondamente il proprio territorio e coloro che lo abitano. I brianzoli sono noti per il loro lavoro instancabile, anche se tendono a esprimersi poco. Come si suol dire, parlano poco e lavorano tanto. Per costruire un rapporto di fiducia e collaborazione, è essenziale allora essere chiari, sintetici ed efficaci. La politica può essere generatrice feconda di significato, infatti dove ci sono ostacoli, un politico deve saper cogliere le opportunità e trasformare l’impossibile in credibile e il credibile in possibile. Colgo l’occasione per ribadire a prescindere dalla vocazione politica che spesso con il tempo si perde di vista il senso autentico del fare politica e il nostro lavoro si riduce a scrivere e votare bilanci e piani attuativi. È importante invece non perdere mai di vista il fatto che, prima delle scadenze burocratiche viene il rispetto del cittadino, e l’integrità etica e professionale che per noi politici è tutto.

Il Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di Vimercate ha approvato un protocollo che consente alle persone interessate la possibilità di modificare il proprio nome anagrafico sul registro, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i trattamenti dell’istituto. Un provvedimento che di fatto favorisce l’autodeterminazione di genere. Una novità che ha fatto molto discutere e ha diviso. Lei che idea si è fatto? E’ favorevole?

Come Consigliere Provinciale delegata alle Pari Opportunità, desidero sottolineare che la Lega ( di cui io faccio parte) è profondamente impegnata nel rispetto e nella valorizzazione delle autonomie locali. Gli istituti scolastici godono di autonomia e la Lega ha sempre sostenuto il loro diritto di prendere decisioni che meglio rispondano alle esigenze della propria comunità, secondo misura e senso pratico. Per quanto riguarda il protocollo adottato dal Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di Vimercate, le rispondo in merito con le parole di Papa Giovanni XXIII, Lettera Enciclica Pacem in Terris, 1963: “[17] La dignità di
persona, propria di ogni essere umano, esige che esso operi consapevolmente e liberamente. Per cui nei rapporti della convivenza, i diritti vanno esercitati[..].” Per coinvolgere invece i ragazzi e i giovani, prendo ispirazione da una citazione di Antoine de Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.” La politica deve motivare i giovani, mostrando loro le infinite possibilità che si possono perseguire per la cura della cosa pubblica, per fare ciò è necessario parlare sia alla testa che al cuore delle persone.

E’ Pedemontana il tema più divisivo in Brianza. Se da una parte c’è chi la vede come una grande opportunità per alleggerire il traffico e migliorare gli spostamenti, per altri il prezzo da pagare in termini ambientali è troppo alto. Lei che idea si è fatto? Reputa che Pedemontana sia un’opera da realizzare? O ormai è troppo tardi, perché troppo suolo è già stato consumato?

Su Pedemontana visioni diverse su vari fronti, ma che la realizzazione dell’opera comporti un prezzo da pagare altissimo in termini ambientali e’ un dato incontrovertibile. D’altronde fu lo stesso CIPE ad asserire che la struttura incideva su un territorio fortemente urbanizzato. Forse la scelta ( ai tempi) progettuale soprapposta sulla novedratese sarebbe stata meno impattante. In quanto alla funzionalità di alleggerimento del traffico, non posso che rilevare i numerosi dibattiti recenti e non in merito a quelle che saranno le prevedibili ricadute sul territorio del traffico veicolare causa pedaggiamento del tratto sovrapposto alla Milano/Meda da Cesano Maderno a Lentate S.S. La maggior parte del traffico veicolare coinvolge il pendolarismo con Milano, onde per cui in questi anni si sarebbe dovuto intervenire con l’estensione della metropolitana almeno fino a Monza. D’altronde il progetto definitivo di Pedemontana risale al 2009 e tra un annuncio e l’altro ( la cosiddetta annuncite) siamo arrivati al 2024 senza vedere ancora una ruspa e tantomeno ad oggi il progetto esecutivo. In ultimo, ho vissuto le varie fasi nel tempo della progettazione e delle scelte in merito a Pedemontana, ecco, chi ora fa il “piangina” era quello (e quelli) che a suo tempo hanno fortemente voluto il passaggio di Pedemontana a Cesano e sulla MI-MEDA .